Vomero, piazza Quattro Giornate: solo degrado e abbandono. Restituite decoro e dignità a un importante spazio di socializzazione!

            ” Dopo le segnalazioni pervenutemi da alcuni residenti, mi sono recato in piazza Quattro Giornate, constatando lo stato di degrado e d’abbandono nel quale versa una delle più belle e antiche piazze del Vomero, se non di tutto il capoluogo partenopeo – afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della circoscrizione Vomero -. In particolare per quanto riguarda i giardinetti che quando furono realizzati, in un’area che precedentemente era adibita a stazionamento degli autobus di linea, vennero concepiti come uno spazio di aggregazione e di socializzazione per le tante famiglie che risiedono in quella zona, con particolare riguardo ai bambini “.

            ” In realtà oggi di quel progetto oggi resta poco o niente – sottolinea Capodanno -. Si comincia con la tribuna dello stadio Collana che affaccia sulla piazza  che da tempo versa in condizioni precarie, avvolta in reti contenitive che in alcuni punti si sono anche staccate, generando non poche preoccupazioni tra i passanti, senza che peraltro siano mai iniziati gli interventi di restauro. Anni addietro l’area sottostante gli spalti in questione salì alla ribalta delle cronache per la presenza di un’autovettura ferma, adibita ad abitazione di un senzatetto “.

            ” Ma la situazione peggiore si riscontra nelle aree a verde dei giardinetti – prosegue Capodanno – dove sono cresciute numerose erbacce, mancando da tempo un intervento per rasare, tra l’altro, l’erba alta e ripiantumare le zone brulle, pulendo i prati dai tanti rifiuti abbandonati tra i quali bottiglie,  piatti e bicchieri di carta ma anche escrementi di cani “.

            ” A proposito di questi ultimi – continua Capodanno – non è che le cose vadano molto meglio nell’area recintata destinata al loro sgambamento, dove si osserva la presenza di diverse buche. Inoltre, all’interno dell’area, manca un’apposita fonte d’acqua da utilizzare non solo per limitare i cattivi odori ma anche per evitare che al passaggio dei cani si alzi il terreno “.

            ” In tema di acqua poi – puntualizza Capodanno – va rilevata la presenza costante di una grossa chiazza, che tra l’altro rende sdrucciolevole la pavimentazione. Il problema è causato dal fatto che la caditoia, posta dinanzi alla fontana a colonna che si trova al centro dei giardinetti, è intasata da tempo, evidentemente per la mancanza di una costante manutenzione. Dunque l’acqua che fuoriesce dalla fontana, è costretta, per essere assorbita, a defluire fino alle due caditoie che si trovano al centro del piazzale. Una situazione assurda oltre che intollerabile “.

            ” Come ciliegina sulla torta – conclude Capodanno – va aggiunto lo stato indecoroso, per non dire altro, nel quale versa la scultura in acciaio corten: “Volumi concatenati”,  dell’artista Renato Barisani, realizzata nel 2000, in occasione dell’inaugurazione della fermata della linea 1 della metropolitana. Completamente imbrattata con scritte e disegni che la rendono irriconoscibile. Un fatto inaudito, ennesima testimonianza delle pessime condizioni nelle quali versano molte opere pubbliche esposte nelle strade e nelle piazze della Città “.

            Sui numerosi problemi sollevati Capodanno chiede che, effettuati gli opportuni riscontri, gli uffici competenti provvedano, in tempi rapidi, a mettere in campo tutti gli interventi finalizzati a restituire dignità e decoro all’intera area di piazza Quattro Giornate, attraverso gli opportuni lavori sia di manutenzione straordinaria sia con successivi lavori di manutenzione ordinaria, da mantenere con l’opportuna periodicità, al fine di scongiurare che abbia a ripetersi, nel tempo, lo stato di degrado e d’abbandono attualmente esistente.

Vomero, piazza Vanvitelli: l’orologio emblema del degrado del quartiere. Fermo da due mesi senza che si provveda a rimetterlo in funzione

            “ Lo storico orologio di piazza Vanvitelli, simbolo della piazza ma anche dell’intero quartiere Vomero, non segna più l’ora dei vomeresi. Infatti le sue lancette sono ferme da quasi due mesi e, nonostante le segnalazioni, gli appelli e le proteste, non si è ancora provveduto ai necessari interventi per rimetterlo in funzione “. A ritornare ancora una volta sulla vicenda è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della circoscrizione Vomero.

“ L’orologio di piazza Vanvitelli fa parte degli undici orologi elettrici cittadini,  salvatisi dalla distruzione bellica, installati circa 90 anni fa nelle strade e nelle piazze di Napoli – ricorda Capodanno -. Gli altri sono quelli in via S. Lucia, in piazzetta Duca d’Aosta, al Museo, in via del Sole, in piazza Cavour, in via Filangieri, in via Mezzocannone, a Montesanto, in via Diaz e in via Duomo “.

“ Questi orologi  – puntualizza Capodanno –  facevano parte del progetto del cosiddetto “ Impianto dall’ora unica “, per il fatto che segnavano sincronicamente la stessa ora in tutti i punti nei quali erano dislocati. Progetto elaborato dall’E.A.V., Ente Autonomo Volturno , che prevedeva originariamente l’installazione di ben 500 orologi, 40 dei quali pubblici e 460 privati, da collocare nei punti più trafficati del capoluogo partenopeo. i lavori furono iniziati nel 1931, su disegni del perito industriale Giuseppe Ventura e con la fusione delle colonne in ghisa eseguita dalla fonderia di Capodimonte di Enrico Treichler. Ciascuno di essi aveva una propria illuminazione particolare intorno ai quadranti, sicché era possibile leggere l’ora anche a notte inoltrata “.

“ Purtroppo – continua Capodanno – nel corso dei bombardamenti dell’ultima guerra molti degli orologi pubblici già installati andarono distrutti – aggiunge Capodanno -. I restanti furono ripristinati dallo stesso E.A.V. nel 1946 ma già l’anno successivo, a ragione della mancanza di alcuni importanti pezzi di ricambio, non fu possibile consentire il funzionamento simultaneo degli orologi rimasti “.

“  Il fermo dell’orologio di piazza Vanvitelli – sottolinea Capodanno – rappresenta l’ennesima testimonianza del lento quanto inesorabile degrado nel quale è precipitato il quartiere collinare, con particolare riguardo a tutto ciò che adorna  e rende più accogliente e vivibile strade e piazze, il cosiddetto “arredo urbano“. Analogamente a quanto accade, solo per esemplificare, alle poche aree a verde pubblico, sovente in stato d’abbandono, brulle e sporche, per la carenza della necessaria quanto costante manutenzione, o alle panchine, diverse delle quali, l’ultima proprio in questi giorni nella centralissima via Luca Giordano, dopo essere state vandalizzate, sono scomparse, senza essere ripristinate “.

Per la riattivazione dell’orologio Capodanno rilancia la proposta di affidare  privati la gestione di tale impianto, laddove perdurassero le difficoltà a provvedere da parte degli uffici competenti. In cambio potrebbe essere offerta la possibilità di pubblicizzare la ditta interessata, alla stregua di quanto già avviene per le aree a verde pubblico.

“ In passato – puntualizza al riguardo  Capodanno – un operatore del settore, presente in zona, dichiarò la sua disponibilità al riguardo. Se ci fossero segnali in tale direzione, lo si potrebbe  interpellare, per procedere, laddove fosse ancora interessato, a tutti i necessari adempimenti  finalizzati a rimettere al più presto in funzione lo storico orologio “.

Vomero: che fine ha fatto l’hub vaccinale nello stadio Collana? Rientrava tra quelli da realizzare nei capoluoghi di Provincia in ambito nazionale

                ” Nei mesi scorsi avevo sollecitato, anche attraverso i mass media, la realizzazione di un nuovo hub vaccinale a Napoli, segnatamente nell’ambito del territorio della municipalità 5 del Comune di Napoli, che comprende i quartieri collinari del Vomero e dell’Arenella, dove risiedono circa centoventimila napoletani. Tanto anche per limitare gli spostamenti sul territorio della Città, evitando così  le lunghe file, con elevati tempi d’attesa, con conseguenti perdite di tempo, con notevoli disagi e difficoltà per raggiungere le poche postazioni attualmente attive nel capoluogo partenopeo, e con ripercussioni anche di natura economica pure per gli eventuali accompagnatori “. A intervenire, ancora una volta, sulla vicenda è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della circoscrizione Vomero.

            ” La sollecitazione alla creazione del nuovo hub vaccinale nasceva dal fatto, che, nello scorso mese di marzo, alcuni organi d’informazione avevano diffuso la notizia che era stato raggiunto l’accordo per utilizzare lo stadio Collana al Vomero come hub sociale sportivo per la somministrazione dei vaccini anti Covid – ricorda Capodanno -. Tanto a seguito della richiesta, formulata a tutti i CONI regionali, d’individuare, per ogni capoluogo di provincia, una struttura sportiva come centro di vaccinazione. Nella stessa richiesta si precisava altresì che i vaccini sarebbero stati somministrati dai medici della federazione medico sportiva italiana e che presso ogni sede ci sarebbero stati atleti della provincia interessata che avrebbero fatto da testimonial per la campagna di vaccinazione “.

            ” Ma – puntualizza Capodanno – purtroppo, fino a questo momento, a distanza di oltre due mesi dagli annunci, alle parole non sono seguiti fatti concreti. Resta il dato che, per ragioni che al momento restano ignote e che auspichiamo che siano chiarite in tempi rapidi, l’hub vaccinale in questione non è stato più realizzato, nonostante da tempo sia stata data la disponibilità di locali per la sua creazione all’interno dello stadio Collana, così come confermatomi dal presidente del CONI Campania “.  

            Capodanno, sulla vicenda che sta fortemente penalizzando i residenti dei quartieri del Vomero e dell’Arenella, chiede l’immediato intervento degli enti interessati, anche per conoscere i motivi della mancata realizzazione, a tutt’oggi, dell’hub vaccinale nello stato Collana, così come era stato annunciato da diversi organi d’informazione, dal momento che la struttura sportiva in questione era stata, già dal mese di marzo scorso, indicata per la provincia di Napoli, in attuazione della richiesta al riguardo formulata dal generale Figliuolo, Commissario Straordinario del Governo per l’emergenza COVID-19, richiesta trasmessa per il tramite del  presidente Malagò, ai CONI Regionali, finalizzata all’individuazione in ogni capoluogo di provincia di ciascuna regione di una struttura sportiva da adibire a centro di vaccinazione.

Vomero: traffico in tilt per un dissesto in via Gino Doria

            ” Stamani il già caotico traffico che si registra nel quartiere Vomero, nella giornata del sabato, è stato ulteriormente aggravato da un dissesto che si è improvvisamente manifestato in via Gino Doria, all’incrocio con via Solimena “. A dare la notizia è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della circoscrizione Vomero, che si è subito recato sui luoghi interessati.

            ” Da quanto ho potuto constatare – afferma Capodanno – dallo scavo eseguito sulla carreggiata dalla ditta intervenuta si è potuto accertare una perdita da una condotta idrica in pressione. Pertanto si è dovuto procedere immediatamente a un transennamento dell’area in questione per poter effettuare i lavori di ripristino che, comportando presumibilmente la sostituzione del tratto di condotta idrica interessato dalla perdita, potrebbero comportare l’interruzione temporanea dell’erogazione “.

            ” Le ripercussioni sulla viabilità si sono fatte immediatamente sentire – sottolinea Capodanno -, dal momento che il dissesto si è verificato in uno snodo fondamentale dell’attuale dispositivo di traffico, sia per le autovetture che proseguendo su via Gino Doria s’immettono poi su via Aniello Falcone, sia per quelle che svoltando a sinistra, attraverso via Solimena, raggiungono la parte alta del quartiere “.

            ” Allo stato – puntualizza Capodanno – tutte le autovetture provenienti da via Gino Doria, arrivate all’incrocio dove si è verificato il dissesto, sono obbligare a svoltare su via Fracanzano, generando un ulteriore ingorgo all’incrocio di quest’ultima strada con via Gemito. Le ripercussioni della situazione di caos che si è determinata si sono estese anche in altre zone del Vomero, in particolare sull’asse viario Stanzione – via Pitloo, dove anche un’ambulanza a sirene spiegate ha trovato non poche difficoltà a poter percorrere poche decine di metri “.

            ” Ci auguriamo che i lavori in corso, con la conseguente restituzione delle strade interessate all’ordinaria viabilità, procedano con la massima celerità, arrecando i minori disagi possibili, anche in considerazioni delle immaginabili ripercussioni che si potranno verificare pure nel prosieguo della giornata. Nel frattempo, laddove i tempi richiesti dalla riparazione fossero più estesi, andrebbe valutata l’opportunità di effettuare qualche modifica temporanea all’attuale dispositivo per alleggerire il traffico nella zona. E’ altresì auspicabile che, nel contempo, si provveda a una maggiore vigilanza che notoriamente, nei fine settimana, risulta già insufficiente, al fin di districare i nodi del traffico generati dall’attuale situazione “.

Appello dal Vomero contro le affissioni sulle alberature. Permane altresì il problema dell’imbrattamento dei muri

” Al Vomero, oltre alla recrudescenza di fenomeni, più volte evidenziati, legati all’imbrattamento con scritte e disegni di muri, come quello in via Cimarosa o in via Gino Doria, e di facciate di fabbricati pubblici e privati, si assiste più di recente a un altro fenomeno che riguarda le alberature stradali presenti lungo strade e piazze del quartiere, sulle quali, sempre con maggior frequenza, si trovano affissi manifesti, scritti e disegni “. A segnalare ancora una volta il problema è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della circoscrizione, da lustri in prima linea, tra l’altro, per la salvaguardia del decoro e del poco verde pubblico presente nell’ambito del quartiere collinare, a partire appunto dalle alberature stradali.

            ” Solo nel breve tratto pedonalizzato di via Scarlatti – puntualizza Capodanno -, al momento sono ben quattro i platani secolari che adornano la strada, sui tronchi dei quali risultano apposti dei manifesti, legati con delle corde. Ma il fenomeno è più esteso e riguarda anche altre zone del quartiere “.

             ” Al riguardo –  sottolinea Capodanno –  già in molti regolamenti che disciplinano l’uso del verde urbano, da tempo adottati in altri Comuni, è espressamente inserita la norma che sancisce il divieto di affiggere cartelli, manifesti e strutture di qualsiasi tipo alle alberature pubbliche e private. Ci auguriamo che, quando finalmente anche l’amministrazione partenopea si doterà di tale regolamento, anche questa specifica norma possa essere recepita “.

            ”  Nell’attesa – aggiunge Capodanno – potrebbe trovare applicazione l’art. 663 del codice penale che prevede una sanzione pecuniaria da euro 51 a euro 309  nei confronti di ” chiunque, senza licenza dell’Autorità o senza osservarne le prescrizioni, in un luogo pubblico, aperto o esposto al pubblico, affigge scritti o disegni, o fa uso di mezzi luminosi o acustici per comunicazioni al pubblico, o comunque colloca iscrizioni o disegni ” “.

            Sulle questioni evidenziate, che riguardano sia gli imbrattamenti che le affissioni sulle alberature stradali Capodanno rivolge, ancora una volta, un pubblico appello agli uffici competenti, affinché vengano messi in campo, in tempi rapidi, tutte le opportune iniziative e i provvedimenti del caso, nel rispetto nelle norme al riguardo vigenti.

Vomero: in piazza Vanvitelli una bocca d’acqua rotta dissipa il prezioso liquido. Quanto tempo ci vorrà per ripararla o, se non fosse possibile, sostituirla?

            ” Stamani, chi si fosse trovare a passare nella piazza simbolo del quartiere Vomero, piazza Vanvitelli, da tempo afflitta da numerosi problemi, dopo che sono sati tagliati diversi platani secolari che ne adornavano i marciapiedi senza essere mai più sostituiti e dopo che, da oltre un mese, si sono fermate le lancette dello storico orologio, senza più riprendere la loro corsa sui due quadranti, avrebbe assistito a una scena quantomeno inusitata. Dalla presa dì’acqua, presente sul marciapiede antistante l’aiuola posta al centro della piazza sgorgavano litri di acqua, i quali, dopo aver percorso l’intero tratto della carreggiata fino all’imbocco dell’isola pedonale di via Scarlatti, finivano nelle fogne, attraverso uno dei pochi tombini ancora funzionanti “. A segnalare l’accaduto è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della circoscrizione Vomero, che, nell’occasione, ricorda tra l’altro, quanto avvenuto circa quattro anni fa, nel giugno del 2017, quando fu fermata la fontana che si trovava all’epoca nell’isola pedonale a causa della crisi idrica, a testimonianza dell’importanza di non disperdere il prezioso liquido, specialmente quando, nei periodi estivi, diminuisce l’apporto d’acqua, determinato dalle piogge.

            ” Presente alla scena – afferma Capodanno – dal momento che l’acqua continuava a scorrere anche con una certa impetuosità lungo la carreggiata, rendendo, tra l’altro, sdrucciolevole la pavimentazione in acciottolato, ho richiamato l’attenzione del titolare de “Il Chioschetto”, la ditta che ha in affidamento l’aiuola centrale di piazza Vanvitelli, il quale aveva precedentemente aperto la bocca d’acqua collegandola con un tubo all’impianto d’irrigazione dell’aiuola, segnalando quanto stava avvenendo. Lo stesso ha proceduto dunque a chiudere la bocca d’acqua, facendo presente di aver più volte segnalato il guasto senza che  gli uffici competenti siano poi intervenuti “.

            ” Delle due l’una – sottolinea Capodanno – o, perdurando questo stato di cose, l’aiuola non viene più innaffiata, operazione che però andrebbe effettuata comunque in ore più consone, con la conseguenza che la stessa aiuola, una delle poche affidate al Vomero, ben tenuta dall’affidatario, con le piante e l’albero centrale, un lauro-canfora che, anni addietro, ha sostituito la storica palma, uccisa dal punteruolo rosso ma anche dall’incuria, si ridurrebbe, in breve tempo, nelle stesse pessime condizioni nelle quali versano tante altre aiuole e fioriere abbandonate, presenti lungo le strade e le piazze del quartiere collinare, oppure, soluzione decisamente auspicabile, gli uffici competenti intervengono, in tempi rapidi, per riparare le perdite che si manifestano all’apertura della bocca d”acqua o, laddove non fosse possibile effettuare tale riparazione per vetustà o per altri motivi, procedano a installare una nuova bocca d’acqua in sostituzione di quella attualmente mal funzionante “.

            Con l’occasione, dunque, Capodanno sollecita gli uffici comunali competenti a intervenire in tempi rapidi effettuando le verifiche  del caso, procedendo, a mettere in campo tutti gli interventi necessari per consentire il regolare funzionamento della bocca d’acqua in questione, valutando nel contempo la possibilità di nuove installazioni anche lungo le strade e nelle piazze del quartiere, laddove le bocche d’acqua risultassero assenti ma necessarie, anche ai fini della sicurezza.

Vomero: finalmente sostituiti gli alberi eliminati in via Cilea. Tante ancora le strade e le piazze da ripiantumare

    Articolo al link:  https://gennarocapodanno.wordpress.com/2020/09/25/vomero-via-cilea-scomparso-un-albero-dal-marciapiede-proposta-listituzione-del-garante-per-la-tutela-degli-alberi/

“ Tanto tuonò che piovve! – esordisce Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della circoscrizione Vomero, il quale, da tempo e ripetutamente, ha sollecitato gli uffici competenti dell’amministrazione comunale, segnalando lo stato di degrado nel quale versa il poco verde urbano a disposizione degli abitanti della collina partenopea, segnatamente con riferimento alle molte alberature stradali che, negli ultimi tempi, sono scomparse, lasciando le relative fonti vuote o con la sola ceppaia -. Finalmente sono in corso i lavori per piantare le nuove alberature stradali lungo via Cilea, a partire dall’incrocio con via Scarlatti “.

            “ Rimane insoluto un vero e proprio giallo sul quale in passato si era chiesto di fare piena luce – ricorda Capodanno che, per ultimo, nel settembre dell’anno scorso, aveva segnalato l’ennesima scomparsa di un albero, proprio nel tratto dove oggi sono state messe a dimora  le nuove essenze o la constatazione che nel tratto di via Cilea, posto tra via Scarlatti e via Gemito erano tantissime le alberature originariamente presenti che, in un breve lasso di tempo, erano state tagliate o erano state completamente eliminate “.

            “ Ci auguriamo che questo fenomeno non abbia a ripetersi con le nuove alberature piantate in queste ore – puntualizza Capodanno -. Al riguardo porremo la massima attenzione. Nel contempo invitiamo, sin d’ora, gli uffici competenti a mettere in atto tutte le iniziative per vigilare sulla salvaguardia del verde pubblico e segnatamente delle alberature stradali, specialmente in quelle zone dove vi sono precedenti come quello segnalato, in modo da evitare possibili danneggiamenti al già scarno patrimonio arboreo presente sulla collina vomerese che, notoriamente, è afflitta da tempo dal triste primato di una delle aree con l’indice di verde pubblico, a disposizione dei residenti, tra i più bassi dell’intero territorio cittadino se non del Paese “.

            Capodanno con l’occasione lancia l’ennesimo appello agli uffici preposti affinché anche nelle altre strade e piazze del Vomero, dove molti dei platani secolari, afflitti da malattie quali il cancro colorato o infestati dalla tingide, sono nel tempo scomparsi, lasciando le fonti d’albero vuote o con le sole ceppaie, come, solo per esemplificare, in via Luca Giordano, possano al più presto essere piantate nuove essenze arboree, restituendo al Vomero un poco di  quale verde che, in passato, aveva costituito uno dei principali vanti dell’antico “quartiere dei broccoli”.

Vomero: subito un posto fisso di pronto soccorso

Una donna anziana cade in via Scarlatti. Soccorsa da una vettura privata

            “ Alcuni episodi, avvenuti anche in tempi recenti al Vomero, che hanno anche  coinvolto persone a passeggio lungo le strade e le piazze del quartiere collinare partenopeo,  purtroppo afflitte da numerosi dissesti, con frequenti cadute, in considerazione dei tempi d’intervento dei mezzi di soccorso, ripropongono un antico irrisolto problema, quello dell’apertura di un posto fisso, opportunamente attrezzato, da adibire a pronto soccorso dell’area più densamente popolata del capoluogo partenopeo “. Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della circoscrizione Vomero, ripropone ancora una volta la necessità d’istituire un presidio per il pronto soccorso al Vomero, alla luce dell’ennesimo incidente, avvenuto stamani, intorno alle 13:00, nell’isola pedonale di via Scarlatti, nei pressi dell’incrocio con via Alvino, che ha visto protagonista un’anziana signora, caduta rovinosamente a terra, presumibilmente inciampando in una buca presente sulla pavimentazione in cubetti di porfido, prontamente soccorsa da alcuni passanti, con l’intervento anche di un’auto dei vigili urbani. La donna, sollevata dai presenti, è stata adagiata in  un’autovettura privata per trasportarla presso un presidio medico per gli accertamenti del caso, dal momento che non sarebbe risultato possibile reperire un’autoambulanza che potesse arrivare sui luoghi in tempi rapidi.

“ I vomeresi più anziani – sottolinea Capodanno – ricorderanno che una struttura adibita a prono soccorso esisteva nell’ambito del quartiere collinare fino agli anni ’50 del secolo scorso, allocata al piano terra di un fabbricato in via Solimena. Ma successivamente fu inopinatamente soppressa “.

“ Va sottolineato – prosegue Capodanno –  che al Vomero vi sono circa 50mila abitanti su di un’area di poco più di due chilometri quadrati. Inoltre occorre considerare l’indotto generato dalla presenza di quasi duemila esercizi commerciali a posto fisso che, nei fine settimana, raddoppia almeno le presenze sul territorio “.

“ L’asfittica condizione del traffico e le carenze strutturali, aggravate dalla pandemia che vede impegnati, in prima linea, proprio gli automezzi di pronto soccorso  – puntualizza Capodanno – non consentono, in caso di emergenza, di poter sempre contare sull’intervento tempestivo di un’ambulanza. Va altresì considerato il fatto che l’ospedale attrezzato per adulti più vicino, dotato di una struttura idonea di pronto soccorso, è il Cardarelli per raggiungere il quale occorre un tempo che potrebbe risultare letale per le vittime di malori improvvisi o  di incidenti gravi “.

 “ Intanto  – aggiunge Capodanno – nell’attesa che vengano individuati i locali dove poter allocare il pronto soccorso, andrebbe valutata l’opportunità di disporre la presenza di un’ambulanza fissa, dotata di tutte le attrezzature per il primo soccorso,  a servizio esclusivo del territorio del quartiere collinare “.

Vomero: contenitori per deiezioni canine insufficienti e pieni. Bisogna subito installarli in tutte le strade del quartiere

            ” Con la bella stagione ritorna alla ribalta delle cronache cittadine uno dei problemi più sentiti, in particolare dagli abitanti del Vomero, legato alla presenza sui marciapiedi delle strade del quartiere collinare delle deiezioni canine – esordisce Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero -.  Purtroppo, non tutti i proprietari degli amici a quattro zampe, ottemperando alle vigenti disposizioni al riguardo, muniti delle necessarie attrezzature, provvedono a rimuoverle, con conseguenze che sovente sono sotto gli occhi di tutti. Addirittura tempo addietro fu stilata una sorta di graduatoria con le strade maggiormente afflitte da questo problema “.

            ” In passato – ricorda Capodanno -, al riguardo, proprio al Vomero, in considerazione della gravità del fenomeno, per venire incontro alle numerose proteste dei cittadini, fu istituito un apposito servizio di vigilanza urbana che produsse Buoni risultati sia in termini di prevenzione che di repressione del fenomeno. Un servizio che andrebbe ripristinato “.

            ” In tempi più recenti, un ulteriore contributo alla soluzione del problema – sottolinea Capodanno –  arrivò dall’installazione, in alcune zone del quartiere, dei contenitori per la raccolta delle deiezioni canine, di colore rosso, dotati di bustine di plastica su uno dei lati e con al centro la sagoma dell’amico a quattro zampe “.

            ” Un’iniziativa, però – afferma Capodanno – che rischia di non raggiungere lo scopo auspicato, laddove non si provveda a svuotare tali contenitori, con costanza e per  tempo, come si osserva nella foto allegata, che ne riprende uno, posto al Vomero in via Morghen alla confluenza con via Scarlatti, con molte bustine piene che fuoriescono e alcune addirittura sparse sul marciapiede antistante, peraltro lungo un percorso frequentato anche dai turisti che si recano a visitare l’area di San Martino “.

            ” Un’altro aspetto da sottolineare  – aggiunge Capodanno – è che questi contenitori dedicati sono stati installati solo in alcune strade mentre andrebbero posti in tutte le strade del quartiere, a partire dai tratti pedonalizzati di via Scarlatti e di via Luca Giordano. Infatti, laddove tali contenitori non sono presenti, i proprietari dei cani continuano a buttare le bustine piene nei contenitori per l’indifferenziata o nei cestini portarifiuti non potendo di certo portarsele a casa “.

            Capodanno rivolge l’ennesimo pressante appello agli uffici comunali preposti affinché da un lato si provveda a uno svuotamento costante e continuo dei contenitori per le deiezioni canine già presenti e dall’altro perché si provveda, in tempi rapidi, a incrementarne il numero, installandoli anche in tutte le altre strade del quartiere dove attualmente mancano.

Napoli, municipalità collinare: ritorna l’incubo spazzatura. Cumuli nei pressi dei contenitori per la differenziata

            ” Nell’ambito del territorio della municipalità collinare, che comprende i quartieri del Vomero e dell’Arenella, torna l’incubo dei cumuli d’immondizia, scomparsi, in verità, durante il periodo del confinamento da Covid-19 “. A segnalare, ancora una volta, la presenza dei rifiuti solidi urbani in alcune zone dell’area interessata è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari.

            ” Si stanno ripetendo situazioni che speravamo fossero solo un ricordo, le quali creano notevoli  disagi anche di natura psicologica oltre che visiva e olfattiva – afferma Capodanno -. Pensavamo che quest’incubo legato alla permanenza di cumuli di rifiuti fosse finalmente finito, invece prendiamo atto di quello che purtroppo attualmente si palesa sotto gli occhi di tutti “.

            “ Anche in questo fine settimana, con tanta gente in strada,  si è solo potuto prendere atto che i rifiuti in questione erano presenti in diverse strade   – puntualizza Capodanno -.  Interessate, tra le altre, sul territorio collinare, via Bernini e Mario Fiore, con rifiuti solidi urbani sparsi lungo i marciapiedi, nei pressi dei contenitori per la raccolta differenziata ”.

            “ Ce da augurarsi che si tratti di una situazione provvisoria, per quanto allarmante, pure in considerazione delle temperature che si stanno registrando in questi giorni, con conseguenze immaginabili, e che, a breve,  tutta l’area interessata venga ripulita e igienizzata – conclude Capodanno -. Peraltro il permanere di questo stato di cose potrebbe generare ripercussioni sulle condizioni già in passato precarie del complesso assetto igienico-sanitario. Al riguardo non va dimenticato che, negli anni scorsi, situazioni analoghe sono state accompagnate anche da numerose segnalazioni per la  presenza di blatte e topi “.

            Capodanno, con l’occasione, sollecita l’intervento degli uffici preposti, anche per quanto riguarda i controlli, per indagare sui motivi dei disservizi segnalati con l’auspicio che vengano al più presto eliminati, accertando e perseguendo, nel contempo, eventuali responsabilità del degrado determinato dalla presenza di rifiuti abbandonati per strada a tutte le ore del giorno.

Napoli: prolungate subito gli orari di funicolari e metrò! Scatta il primo fine settimana con il coprifuoco dalle 23:00

            ” Con le nuove misure anti-Covid varate dal governo, che prevedono, per le zone gialle, la riduzione del coprifuoco, a partire dalle 23:00 invece che dalle 22:00, laddove dal 7 giugno ci sarà un ulteriore riduzione a partire dalle ore 24:00, con la cancellazione totale dal 21 giugno prossimo, con buona parte delle attività serali e notturne che hanno già ripreso o stanno riprendendo a pieno regime, con tante persone che finalmente, adottando tutte le cautele previste dalle vigenti disposizioni, possono liberamente passeggiare per strada fino a tarda sera, il servizio di trasporto pubblico su ferro a Napoli, in questo primo fine settimana a Napoli, con le nuove disposizioni già in vigore, continua purtroppo a terminare alle 22:00. Difatti, secondo quanto si può leggere sull’apposito sito internet dell’ANM, Azienda Napoletana Mobilita, anche nella giornata di sabato le ultime partenze delle tre funicolari, Centrale, Chiaia e Montesanto vengono effettuate alle 22:00 mentre per la linea 1 della metropolitana l’orario ordinario prevede l’ultima partenza da piazza Garibaldi avviene alle 23:02, così come negli altri giorni della settimana, risultando sospeso l’orario di esercizio che prevedeva l’ultima partenza dalla stazione Garibaldi all’1:32 am “.  A intervenire sulla vicenda è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari e del trasporto pubblico.

            ” Per il trasporto su ferro – sottolinea Capodanno – occorre ripristinare, in immediato, almeno gli orari che vigevano prima della pandemia, che, per il sabato sera, prevedevano per la funicolare Centrale la partenza dell’ultima corsa alle 2:00 del mattino. Sevizio, che, come riportato sempre sul sito internet dell’azienda risulta allo stato “temporaneamente sospeso”, senza precisare se e quando verrà ripristinato “.

            ” Ma non basta – puntualizza Capodanno -. Con l’occasione si rinnova la richiesta per un trasporto pubblico su ferro che vada ben oltre gli orari vigenti  prima della pandemia. Nel dettaglio, dal 21 giugno prossimo, quando sarà del tutto abolito il coprifuoco,  occorre che le funicolari Centrale e di Chiaia e il metrò collinare effettuino corse fino alle 0:30 negli altri giorni della settimana, a eccezione del venerdì e del sabato quando le corse andranno prolungate fino alle 2:00 di mattina “

            ” Va sottolineato – aggiunge Capodanno – che la chiusura anticipata del trasporto su ferro a Napoli incide negativamente sulla qualità della vita, costringendo molte persone, tra i quali i tanti turisti che, a breve, si auspica che tornino nel capoluogo partenopeo, a fare a meno di un servizio essenziale nelle ore post-serali e notturne, con evidenti ricadute negative su tantissime attività, già in difficoltà in questa periodo, e con possibili conseguenze anche sul piano occupazionale “.

            Capodanno al riguardo chiede l’intervento immediato del presidente della regione Campania e del sindaco di Napoli al fine di attivare tutte le procedure necessarie per prolungare, in tempi rapidi, così come richiesto, gli orari di funzionamento, sia della linea 1 della metropolitana sia delle funicolari Centrale e di Chiaia.

Villa Floridiana: a un mese esatto dalla riapertura tutto tace. Ancora chiuso l’ingresso da via Aniello Falcone con gravi disagi

Calato il silenzio sui fondi ministeriali e sul loro utilizzo

            ” Stamani, a un mese esatto dalla riapertura del parco della villa Floridiana, riapertura avvenuta appunto il 21 aprile scorso, ho effettuato u nuovo sopralluogo in villa Floridiana, constatando che nulla è cambiato anzi, per certi versi, la situazione appare peggiorata “. A intervenire sulla vicenda è ancora una volta Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori, che è sceso in campo più volte, pure con la creazione di un gruppo sul social network Facebook, che conta oltre tremila iscritti, al fine di ripristinare la piena fruibilità del parco borbonico, all’interno del quale si trova anche il museo delle arti decorative Duca di Martina, riaperto di recente dopo una lunga chiusura.

            ” Per cominciare, in tutto questo tempo non è stato ancora risolto il problema di consentire l’accesso al parco anche dal cancello  di via Aniello Falcone che resta dunque sbarrato, con gravi disagi per tutti quei visitatori che abitano nella parte bassa del quartiere ma anche per coloro che vogliono visitare il museo – afferma Capodanno -. Laddove il problema fosse, come sembra, l’assenza di personale per la guardiania, in attesa di risolvere in maniera definitiva l’annoso problema della mancanza di dipendenti da adibire alla guardiania, alla vigilanza e alle attività di pulizia e di ordinaria manutenzione, perché non vengono distaccati dipendenti di altre strutture che fanno capo alla stessa direzione regionale dei musei della Campania, in moda da tenere, tra l’altro, aperti entrambi gli accessi del parco, così come avveniva prima dell’ultima chiusura? Una domanda che attende ancora una risposta che comporti comunque, in tempi rapidi, la possibilità da parte dei cittadini  di poter accedere al parco anche da via Aniello Falcone oltre che da via Cimarosa “.

            ” Passeggiando poi lungo i viali – puntualizza Capodanno – si continua a osservare l’oramai consueto, da dieci anni a questa parte, tripudio del grigio delle numerose transenne che limitano l’acceso a buona parte delle aree del parco borbonico, rispetto al verde presente nelle poche aree disponibili. Si comincia dalla scala, posta immediatamente a sinistra dell’accesso da via Cimarosa, dove campeggia su una grata metallica un segnale rosso di divieto di circolazione, che impedisce l’accesso a tutta l’area sopraelevata, dopo si trovano il teatro di verzura e l’aiuola destinata ai giochi dei bambini con le giostrine che furono vandalizzate oltre due anni fa e che fino ad oggi non risultano ancora ripristinate “.

            ” Nel frattempo – sottolinea Capodanno -, atteso che, al momento non appare che vi siano lavori in corso,  attendiamo ancora di conoscere se sono stati finalmente stanziati i fondi annunciati dal ministero della cultura già oltre due anni fa, e in che misura; se siano in fase di realizzazione i relativi progetti esecutivi, con il cronoprogramma dei lavori, finanziati appunto con i fondi in questione; se e quando tali lavori avranno finalmente inizio e con quale durata, la qual cosa potrebbe comportare ulteriori chiusure , per motivi di sicurezza, con un ulteriore sacrificio per i cittadini con l’auspicio che finalmente, dopo oltre dieci anni di degrado e d’abbandono che, a partire dall’anno 2011,  hanno visto chiudere di volta in volta la maggior parte dei viali e delle aiuole, si possa mettere fine al lungo travaglio che ha caratterizzato la vita del parco borbonico  “.

            ” Una volta poi che il parco della villa Floridiana sarà restituito nella sua interezza all’antico splendore – aggiunge Capodanno – bisognerà fare in modo che sia reso fruibile anche nelle ore serali, attraverso l’organizzazione di eventi e di spettacoli da svolgersi pure d’estate, principalmente nel museo Duca di Martina e nel teatro di verzura, tenendo conto del fatto che, tempo addietro, fu dotato anche di un impianto d’illuminazione. Così come andrà definita la destinazione dei numerosi immobili che si trovano all’interno del parco, solo alcuni dei quali ancora occupati, che potrebbero essere destinati ad attività sociali e a ludoteche per i bambini “.

            Sulla vicenda Capodanno chiede agli uffici competenti del ministero della cultura e della direzione regionale dei musei della Campania, del cui patrimonio fa parte la villa Floridiana, di dare tempestiva e pubblica comunicazione sulle questioni evidenziate, con particolare riferimento ai fondi stanziati e ai lavori che andranno eseguiti per riqualificare l’intero parco, restituendolo integralmente ai numerosi visitatori.

Napoli, Casa della socialità: in degrado tra le erbacce. Mai inaugurata, dopo lavori costati quasi 370mila euro

            ” L’inaugurazione della “Casa della socialità”, la struttura realizzata dal Comune di Napoli in via Verrotti, nel quartiere Arenella, posta in un immobile che in passato era stato adibito a sottostazione elettrica dell’ex ATAN, appare sempre più come un miraggio mentre si sprecano, attraverso i mass media, le proposte per un diverso utilizzo dei locali  – esordisce  Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari che segue da anni quest’emblematica vicenda  -.  Già nei mesi scorsi la Giunta comunale di Napoli aveva deciso di concedere gli spazi in questione in comodato d’uso gratuito, per il corrente anno scolastico, a una scuola statale. Tramontata questa possibilità, adesso c’è chi propone di farne un hub vaccinale, laddove invece era stata già individuata dal CONI regionale, in base a una richiesta al riguardo formulata dal generale Figliuolo, Commissario Straordinario del Governo, la sede del polisportivo “Arturo Collana” per la creazione di una sede vaccinale per la municipalità collinare, che comprende i quartieri del Vomero e dell’Arenella “.

            ” Una storia che nasce da lontano – ricorda Capodanno -. La realizzazione della ” Casa della socialità” nell’ambito della municipalità 5, che comprende i quartieri del Vomero e dell’Arenella, fu infatti annunciata, con grande enfasi, cinque anni fa, poco prima delle ultime elezioni amministrative, svoltesi nel mese di giugno del 2016. Fu proprio durante la campagna elettorale che comparve uno striscione che ricopriva buona parte della facciata del fabbricato su via Menzinger. Su tale striscione si leggeva che erano stati stanziati anche gli importi necessari per l’esecuzione dei lavori, con la  delibera di Giunta comunale n. 874 del 29 dicembre 2015 e con un impegno di spesa di € 366.000,00.  Dalla delibera citata è trascorso dunque oltre un lustro e, al momento, il giorno, a partire dal quale le associazioni e i cittadini potranno concretamente fruire di questo spazio sociale, per le finalità per le quali è stato realizzato, non è stato ancora definito con una data certa “.

            ” Da qui le numerose proteste dei residenti  – sottolinea Capodanno – che, in tempi recenti, sono state espresse anche con un cartello affisso sulla porta d’ingresso dell’edificio. Su tale cartello si sintetizza con poche frasi la storia dell’emblematica vicenda relativa all’immobile in questione: ” € 370.000 per restaurarlo, due anni per finirlo! Quando lo riapriranno? Quanto dobbiamo ancora aspettare? Lo chiediamo noi donne noi giovani noi anziani Vomero Arenella “. Nel frattempo l’edificio, in tutti questi anni, era finito più volte alla ribalta delle cronache per lo stato d’abbandono e d’incuria nel quale versava, dal momento che non si provvedeva neppure all’ordinaria manutenzione delle parti esterne, con la presenza anche di diversi cumuli di rifiuti “.

                ” Nell’ultimo sopralluogo – sottolinea Capodanno -, effettuato in questi giorni, si è potuto, ancora una volta, constatare lo stato d’abbandono e di degrado nel quale versa l’edificio, segnatamente nelle parti esterne, cosa che rischia di renderlo fatiscente ancora prima che entri in funzione. Ai piedi delle facciate e nelle aiuole ai lati della scala posta dinanzi all’ingresso dell’edificio sono cresciute infatti numerose erbacce, che arrivano fino all’altezza di quasi un metro, senza che si sia provveduto, in tutto questo tempo, alle opportune operazioni di bonifica per eliminarle. Inoltre si osserva anche un avvallamento sul marciapiede antistante alla facciata postica, nei pressi di alcune condutture a vista “.

                ” Ci auguriamo – aggiunge Capodanno – che si provveda  subito alla necessaria e costante manutenzione dell’area dove sorge l’edificio, così come, con l’occasione, lanciamo l’ennesimo appello affinché, in tempi rapidi, la “Casa della socialità” venga aperta al pubblico, dando così una risposta operativa alla notevole richiesta di spazi e di strutture comunali, destinati ad attività associative, in un’area della Città, quella collinare, che da tempo ne è fortemente carente “.

Napoli: inagibile la sede comunale della municipalità 5. 120mila napoletani privati della possibilità di accedere agli uffici territoriali

            ” Con una nota pubblicata ieri sulle pagine internet del Comune di Napoli nella quale si legge: ” Si comunica che gli Uffici di questa Municipalità 5 Arenella Vomero siti alla Via Morghen n. 84 – per sopravvenuti gravi motivi di natura tecnica che rendono inagibile la struttura – sono temporaneamente chiusi fino a nuova comunicazione. Restano assicurate tutte le prestazioni erogate o erogabili via email ” si è dato atto dell’inagibilità della sede comunale, a servizio dei 120mila residenti, di un territorio che comprende i quartieri del Vomero e dell’Arenella, peraltro la municipalità dove risiede il maggior numero di napoletani tra le dieci nelle quali è attualmente suddivisa la Città “. A intervenire ancora una volta sulla vicenda  è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della circoscrizione Vomero, che più di un anno fa aveva segnalato lo stato di degrado nel quale versava l’edificio polifunzionale posto in via Morghen, accanto alla stazione superiore della funicolare di Montesanto.

             ” Peraltro già oltre un anno fa   – ricorda Capodanno – a seguito di alcune segnalazioni pervenutemi al riguardo, mi ero recato presso il centro polifunzionale, posto al Vomero in via Morghen, 84,  dove sono ubicati gli uffici anagrafici comunali, la locale sezione dei vigili urbani e gli uffici circoscrizionali, per un territorio che comprende i quartieri del Vomero e dell’Arenella, dove risiedono circa 120mila napoletani. Avevo così potuto constatare di persona lo stato di degrado nel quale permangono diverse strutture dell’edificio in questione “.

            ” In particolare da tempo risulta interdetto, con delle barriere in materiale plastico, l’accesso, attraverso le scale, che dalla stessa via Morghen porta ai piani superiori dove sono ubicati gli uffici – puntualizza Capodanno -. La scala è stata considerata poco sicura, e dunque è stata chiusa ma, nonostante il trascorrere del tempo, ancora non è provveduto a ripristinarne la piena agibilità, consentendone l’accesso “.

            ” Ma i problemi  all’edificio non finiscono qui – prosegue Capodanno -. Si nota tra l’altro che l’intradosso del passetto, subito la scala, posto sopra l’accesso al piano seminterrato, è completamente avvolto in una rete anticaduta. Inoltre, sulle facciate si osserva la presenza a vista di alcune armature metalliche, in parte trattate con prodotti anticorrosione, a seguito dell’espulsione del copriferro “.

            Capodanno al riguardo sollecita ancora una volta gli uffici competenti affinché, effettuati i necessari riscontri e le verifiche del caso, si provveda, in tempi rapidi, a ripristinare la piena agibilità dell’edificio adibito a sede comunale della municipalità 5, consentendo ai cittadini di poter accedere agli uffici in esso ubicati.

Napoli: vent’anni fa moriva Renato Carosone

                In occasione del ventennale della morte del grande artista, avvenuta il 20 maggio 2001, dopo che l’anno scorso era stato ricordato il centenario della sua nascita, avvenuta a Napoli il 3 gennaio 1920, Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della circoscrizione Vomero, ripropone i quesiti che, fino a oggi, non hanno ricevuto ancora risposta: ” Che fine ha fatto la targa scomparsa, posta nel largo intitolato a Renato Carosone? E perché, visto che non si trova, non ne viene collocata una nuova? “

                ” Un vero e proprio mistero – puntualizza Capodanno -, un giallo sul quale, quando, nel mese di maggio del 2019, dunque due anni fa, l’evento arrivò alla ribalta delle cronache, s’interrogarono i non pochi estimatori di uno dei maggiori autori e interpreti della canzone partenopea e, più in generale, della musica leggera italiana, attivo tra gli anni cinquanta e la metà degli anni novanta. La scomparsa della targa con la quale l’amministrazione comunale di Napoli aveva inteso intitolare lo slargo posto, nel quartiere Vomero, alla confluenza  tra via Paisiello a via Annella di Massimo, al grande e indimenticato artista partenopeo Renato Carosone “.

                ” Accadde poco più di tre anni fa, nel marzo del 2018 – ricorda Capodanno – , quando, alla presenza del sindaco di Napoli e di altre esponenti dell’amministrazione comunale, furono intitolate al Vomero, con tre distinte targhe, tre luoghi ad altrettanti grandi musicisti, per l’esattezza due rotonde, dedicate a Sergio Bruni e a Roberto Murolo e il largo dedicato appunto a Renato Carosone. Per quest’ultima intitolazione la targa venne collocata in un’aiuola posta all’incrocio tra via Paisiello a via Annella di Massimo. All’epoca si assistette a una vera e propria gara, finalizzata ad attribuirsi il merito delle intitolazioni in questione “.

                ” Ma, come purtroppo accade sovente a Napoli, calato il sipario sulla cerimonia inaugurale, cominciarono i problemi legati alle ben note carenze manutentive del poco verde pubblico presente in Città e, segnatamente, nel quartiere Vomero – sottolinea Capodanno -. Al riguardo ci furono numerose proteste per segnalare la grave situazione che si era determinata, anche perché oltre alla mancata manutenzione del manto erboso, l’aiuola dove era stata collocata la targa, priva peraltro di bordura, era diventata un vero e proprio ricettacolo di rifiuti di ogni genere, suscitando la giusta indignazione dei tanti estimatori di Renato Carosone, al quale il largo era stato intitolato “.

                ” Due anni fa si è poi verificato il giallo della scomparsa della targa – sottolinea Capodanno -. Una scomparsa che, secondo voci che circolavano al riguardo, sarebbe stata da collegare alle condizioni di degrado nelle quali si era trovata l’aiuola in questione successivamente all’intitolazione e alla collocazione della targa “.

                Capodanno, ancora una volta, in occasione del ventennale della morte del grande artista, sollecita l’amministrazione comunale a procedere, in tempi rapidi, a collocare una nuova targa toponomastica, posizionata eventualmente a muro, nello slargo intitolato a Renato Carosone, garantendo nel contempo, attraverso periodiche e costanti attività manutentive, la pulizia e il decoro dell’area interessata.

Napoli: calato il silenzio sull’hub vaccinale nella municipalità 5. Ignoti i motivi per i quali, benché annunciato, non sia stato realizzato

            ” Nelle scorse settimane avevo sollecitato, anche attraverso i mass media, la realizzazione di un nuovo hub vaccinale a Napoli, segnatamente nell’ambito del territorio della municipalità 5, che comprende i quartieri collinari del Vomero e dell’Arenella, dove risiedono circa centoventimila napoletani. Tanto anche per limitare gli spostamenti sul territorio della Città, evitando così  le lunghe file, con elevati tempi d’attesa, con conseguenti perdite di tempo, con notevoli disagi e difficoltà per raggiungere le poche postazioni attualmente attive nel capoluogo partenopeo e con ripercussioni anche di natura economica pure per gli eventuali accompagnatori “. A intervenire, ancora una volta, sulla vicenda è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della circoscrizione Vomero.

            ” La sollecitazione alla creazione del nuovo hub vaccinale nasceva dal fatto, che, nello scorso mese di marzo, alcuni organi d’informazione avevano diffuso la notizia che era stato raggiunto l’accordo per utilizzare lo stadio Collana al Vomero come hub sociale sportivo per la somministrazione dei vaccini anti Covid – sottolinea Capodanno -. Tanto a seguito della richiesta, formulata a tutti i CONI regionali, d’individuare, per ogni capoluogo di provincia, una struttura sportiva come centro di vaccinazione. Nella stessa richiesta si precisava altresì che i vaccini sarebbero stati somministrati dai medici della federazione medico sportiva italiana e che presso ogni sede ci sarebbero stati atleti della provincia interessata che avrebbero fatto da testimonial per la campagna di vaccinazione “.

            ” In questi giorni – prosegue Capodanno – alla mia richiesta si è anche aggiunta un’analoga nota, da parte della municipalità, indirizzata al presidente della Regione Campania e al direttore sanitario dell’ASL NA1, nella quale, in sostanza, si ricalcano le richieste da me precedentemente formulate “.

            ” Ma – puntualizza Capodanno – purtroppo, fino a questo momento, alle parole  non sono seguiti fatti concreti. Resta il dato che, per ragioni che al momento restano ignote e che auspichiamo che siano chiarite in tempi rapidi, l’hub vaccinale in questione non è stato più realizzato, nonostante da tempo sia stata data la disponibilità di locali per la sua creazione all’interno dello stadio Collana, così come confermatomi dal presidente del CONI Campania, dal momento che sarebbe venuto meno chi avrebbe dovuto provvedere agli adempimenti successivi, finalizzati all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni e al reclutamento del personale di supporto, sanitario e amministrativo “.  

            Capodanno, sulla vicenda che sta fortemente penalizzando i residenti dei quartieri del Vomero e dell’Arenella, chiede l’immediato intervento degli organi compenti, anche per conoscere i motivi della mancata realizzazione dell’hub vaccinale nello stato Collana, così come era stato annunciato da diversi organi d’informazione, dal momento che la struttura sportiva in questione era stata, già dal mese di marzo scorso, indicata per la provincia di Napoli, in attuazione della richiesta al riguardo formulata dal generale Figliuolo, Commissario Straordinario del Governo per l’emergenza COVID-19, richiesta trasmessa per il tramite del  presidente Malagò, ai CONI Regionali, finalizzata all’individuazione in ogni capoluogo di provincia di ciascuna regione di una struttura sportiva da adibire a centro di vaccinazione.

Napoli, municipalità collinare: verde pubblico abbandonato. Aiuole trasformate in minisavane con erbacce e rifiuti d’ogni tipo

            “ E’ una vergogna! Il poco verde pubblico che ancora sopravvive al Vomero, da diverso tempo a questa parte si trova in stato di totale abbandono – ancora una volta è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero, a intervenire sul grave problema che affligge la collina partenopea -. A partire dalle alberature stradali che quest’anno non sono state neppure potate, con i platani i cui rami si prolungano oramai fino ai piani alti degli edifici, invadendone anche finestre e balconi. Non solo ma molte aiuole si sono di fatto trasformate in ricettacoli di rifiuti di ogni genere. Senza considerare che le piante in esse poste avrebbero bisogno di essere innaffiate costantemente, specialmente con l’arrivo della bella stagione, mentre l’erba dovrebbe essere curata e rasata “.

            “ Molti si domandano dove siano finiti i dipendenti del servizio giardini, addetti alla manutenzione del verde comunale nell’ambito della municipalità collinare, che comprende i territori dei quartieri del Vomero e dell’Arenella, che conta quasi centoventimila abitanti  – puntualizza Capodanno -.  Emblematico il caso di un’aiuola posta nella centralissima piazza Vanvitelli, la piazza simbolo del quartiere collinare, trasformata nei fatti in una sorta di minisavana, con le erbacce che sono cresciute fino a fuoriuscire dalla recinzione metallica. Non solo ma all’interno dell’aiuola in questione si trovano rifiuti di ogni genere oltre ad alcuni arredi abbandonati. Un’immagine di sporcizia e d’incuria che di certo non giova alla Città, con possibili implicazioni anche di carattere igienico-sanitario “.

            Capodanno sulla questione chiede, ancora una volta, l’immediato intervento degli uffici a tento preposti, segnatamente dell’amministrazione comunale partenopea, finalizzata a una manutenzione costante e adeguata del verde pubblico urbano.

Napoli, 28 anni fa il brutale assassinio di Maurizio Estate. Una lapide e uno slargo ricordano ai posteri il giovane eroe

            “ Purtroppo, come già avvenne l’anno scorso, anche quest’anno a Napoli, a causa della pandemia e delle relative restrizioni, lunedì prossimo non si potrà tenere nella mattinata la consueta manifestazione pubblica che, negli anni precedenti, ha visto nella piazzetta del quartiere Chiaia, che oggi porta il suo nome, la partecipazione di tantissime persone, per commemorare il ventottesimo anniversario del brutale assassinio di Maurizio Estate, vittima innocente della criminalità e medaglia d’oro al valore civile, spirato tra le braccia del padre, dopo che gli avevano sparato per essere intervenuto, poco prima, sventando uno scippo. Il grave fatto di sangue, che destò tanta commozione, avvenne il 17 maggio 1993, a Napoli, al largo Vetriera a Chiaia, oggi appunto largo Maurizio Estate, dove una lapide, posta tempo addietro, ricorda la nobile figura di questo giovane che ancora oggi rappresenta un fulgido esempio di altruismo e di amore per il prossimo “. A ricordare, ancora una volta, il tragico evento è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, che in passato si era strenuamente battuto affinché lo slargo, nel quale avvenne il grave fatto di sangue, fosse appunto intitolato al giovane eroe, cosa che avvenne dopo ben venticinque anni dall’uccisione di Maurizio Estate.

            “ Negli anni scorsi, in occasione della commemorazione, sono stati presenti anche gli alunni di una scuola media statale che ha assunto Maurizio Estate come simbolo di eroismo, realizzando pure un filmato dove si descrive la vita della vittima della criminalità – ricorda Capodanno -. In occasione della commemorazione del 17 maggio 2005, il primo cittadino del capoluogo partenopeo, nel ricordare il giovane, che, quando fu ucciso, aveva appena 23 anni e stava per convolare a nozze, nel corso dell’intitolazione di una piazza a Scampia, lo paragonò a Nicola Calipari, il funzionario del Sismi che si gettò su Giuliana Sgrena per difenderla “.

            “ Leggendo la lapide dedicata a Maurizio – sottolinea Capodanno – tornano in mente le parole pronunciate dal fratello: “Spero che questa lapide sia di monito per i giovani, altrimenti ci piegheremo alla barbarie. Ricordare è importante, una città senza memoria non ha futuro. È facile andare via, il difficile è vivere qui a Napoli. Ma non possiamo andarcene. Dobbiamo sperare ed essere sempre di più a farlo“ “.

Vomero: imbrattato il muro di cinta della Floridiana

               

“ Adesso basta! Si è superato ogni limite anche per un’eccessiva tolleranza verso questi imbrattatori che nel capoluogo partenopeo  deturpano e degradano non solo il patrimonio artistico ma anche le mura di fabbricati pubblici e privati. Bisogna tutelare il decoro urbano, mettendo in campo tutte le iniziative tese a individuare gli autori e a comminare le sanzioni del caso, anche con il ripristino, a loro spese, di monumenti, edifici e mura imbrattate “. E’ l’ennesima segnalazione di Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, rivolta alle autorità competenti affinché vengano presi provvedimenti, non più procrastinabili,  nei confronti di coloro che, da un poco di tempo a questa parte, si divertono ad imbrattare i muri, prendendo di mira anche il popoloso quartiere collinare del Vomero.

                ” Gli ultimi episodi riguardano il muro di cinta della villa Floridiana su via Cimarosa che peraltro versa in pessime condizioni manutentive con molti tratti ammalorati – puntualizza Capodanno -. Purtroppo, ai numerosi problemi che affliggono il parco vomerese, con tante aree ancora transennate e inaccessibili, si aggiungono le scritte e i disegni  realizzati sul suddetto muro, che non rappresentano nulla di creativo ma solo l’ostentazione di un’inaccettabile quanto deprecabile ignoranza delle regole per la tutela dei beni comuni. Il tutto dinanzi a un parco frequentato quotidianamente da centinaia di persone e che ospita il museo nazionale delle arti figurative, Duca di Martina, meta di numerosi turisti. E’ auspicabile che in questo, come in altri casi simili, si provveda in immediato, dopo i rilievi del caso, a restituire il decoro al muro interessato, realizzando le opportune opere manutentive, eliminando anche scritte e disegni  “.

                ” Scritte e disegni che sono stati segnalati di recente anche in via Doria,  sui muri sottostanti il ponte di via Cilea – sottolinea Capodanno -. Evidentemente pure al Vomero, come in altri quartieri della Città, sono da tempo in azione individui che impegnano parte del loro tempo per imbrattare e deturpare la cosa pubblica, col rischio, peraltro, d’incorrere nelle pesanti sanzioni previste al riguardo dal codice penale “.

                “ Difatti – ricorda Capodanno – dopo gli emendamenti, introdotti dalla legge 94  del 15 luglio 2009, all’art. 639 del codice penale, a coloro che deturpano o imbattano beni immobili, quindi anche i muri, si applica la reclusione che va da tre mesi fino a due anni e un’ammenda che può arrivare fino a 10.000 euro in casi di recidiva, se il fatto sia commesso su cose d’interesse storico o artistico “.

                “ Per combattere questo fenomeno che si va sempre più diffondendo anche nel capoluogo partenopeo – suggerisce Capodanno –  occorrerebbe potenziare il sistema della videosorveglianza, collegandolo alle centrali delle forze dell’ordine in modo da poter individuare immediatamente gl’imbrattatori, già nel momento nel quale entrano in azione. Un tale sistema di controllo, in particolare per i beni d’interesse storico e artistico, potrebbe avere anche una forte azione preventiva, costituendo un deterrente per quanti sporcano con scritte e graffiti  beni pubblici e privati, contribuendo così a rendere più brutta e invivibile la città “.

                Nel contempo Capodanno, per quanto riguarda la prevenzione, invita l’amministrazione comunale a valutare la possibilità di avviare una campagna di sensibilizzazione per il decoro urbano, con il coinvolgimento anche delle scuole e con la partecipazione di educatori e di artisti per sensibilizzare, sopratutto i giovani, al rispetto della città e dei suoi beni.

Napoli: quando riaprirà il cinema-teatro Acacia? Un’importante struttura culturale e sociale che non può scomparire

Subito l’intervento del MIC, della Regione Campania e del Comune di Napoli

            ” Dopo l’apertura, in questi giorni, di tre delle quattro sale cinematografiche ancora presenti sul territorio della municipalità 5, che comprende i quartieri del Vomero e dell’Arenella, si ripropone la domanda che già fu alla ribalta delle cronache nei  mesi scorsi, dopo una serie d’interventi tesi a conoscere il destino della storica sala partenopea, tra i quali una petizione e un flash mob: quando riaprirà il cinema-teatro Acacia?  Il timore è che  la pandemia possa fare un’altra illustre vittima tra le poche strutture culturali e di socializzazione rimaste a disposizione dei circa 120mila residenti della municipalità collinari. Di recente infatti si era tornato a parlare di una diversa destinazione della struttura  di via Tarantino, nel cuore dell’area collinare, chiusa da mesi “. A rilanciare la notizia è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, impegnato da lustri nella riscoperta e nella valorizzazione delle tradizioni e della cultura presenti sulla collina della Città, il quale ha tentato anche di connettersi con la pagina del sito web dell’Acacia che però è apparsa completamente bianca (http://www.cineteatroacacia.it/acacia/ ).

            “ Dopo notevoli lavori di restauro che avevano riguardato la sala, al fine di adeguarla alle nuove esigenze tecniche e di renderla più accogliente ad una vasta platea di spettatori, diventando così un importante punto d’incontro e di riferimento, l’Acacia aveva riaperto i battenti nell’anno 2005 – ricorda Capodanno -. Poi, negli anni seguenti, furono programmate diverse stagioni teatrali nel corso delle quali si alternarono compagnie teatrali di tutto rispetto, con artisti come Gino Rivieccio, Francesco Paolantoni, Manuel Frattini, Tullio Solenghi, Sal Da Vinci per ricordarne alcuni “.

            ” Successivamente, in occasione della stagione teatrale 2012-2013 – puntualizza Capodanno -, dopo che per alcuni mesi la sala era rimasta chiusa,  si diffusero allarmanti notizie circa la possibilità che venisse mutata la destinazione d’uso dei locali in supermercato o garage, così come peraltro già avvenuto per in altre strutture analoghe.  Ma, anche a seguito dell’intervento del Comitato Valori collinari e dell’interesse suscitato sulla vicenda attraverso i mass media, il 6 febbraio del 2013 l’attività teatrale riprese con lo spettacolo del fantasista Brachetti, in quella che ha rappresentato a Napoli la prima sala con duplice destinazione, concepita sia come sala cinematografica che teatrale, con 676 posti di platea e 225 di galleria, immaginata e realizzata dall’ing. Roberto Fernandez  subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, quando il Vomero era tra l’altro ancora considerato il “quartiere dei broccoli” con la presenza di pochi palazzi e di ampie zone ancora destinate alla coltivazione “.

            ” Negli anni successivi – aggiunge Capodanno – la struttura, grazie anche all’impegno della proprietaria Emma Naldi, nipote del costruttore, scomparsa l’anno scorso, la struttura aveva continuano a operare prevalentemente come sala cinematografica ma ospitando sovente anche altre attività, quali rappresentazioni teatrali, concerti e manifestazioni di arte varia “.

 “ Il Vomero – sottolinea Capodanno – è stato da sempre considerato, a giusta ragione, la “cinecittà di Napoli” visto che agli inizi del novecento proprio nel quartiere collinare si trovavano due stabilimenti di produzione cinematografica. La “Partenope film” fondata nel 1910 da Roberto Troncone in via Solimena e la “Lombardo Film”, rilevata da Gustavo Lombardo e da cui sarebbe poi nata la “Titanus”, in via Cimarosa 186. In seguito videro la luce numerose sale cinematografiche a partire dalla prima, l’Ideal, che sorse in via Scarlatti nel 1913. Oggi al posto di quella bellissima sala, che i vecchi vomeresi ricordano ancora, si trova il megastore Zara “.

“ Agli inizi degli anni ’60, nell’ambito della sola municipalità collinare, si contavano ben dieci sale cinematografiche – continua Capodanno -. Di queste, negli ultimi lustri, hanno chiuso i battenti la metà. Oltre al già ricordato cinema Ideal, sono scomparsi l’Ariston in via Morghen, sostituito da una banca, il Colibrì in via de Mura, sostituito da un club fitness, il Bernini, sostituito da un negozio di abbigliamento per bambini, l’Abadir,  già Orchidea, in via Paisiello, dove attualmente c’è un supermercato e, ultimo in ordine di tempo, il cinema Arcobaleno “ .

Capodanno lancia un nuovo pressante appello alle autorità competenti e agli organi d’informazione, per una mobilitazione che coinvolga anche associazioni, comitati, partiti politici, sindacati, rappresentanti della cultura e dello spettacolo, affinché uno dei simboli storici della cultura e dello spettacolo partenopeo non scompaia. Nel contempo lo stesso Capodanno sollecita l’intervento immediato del Ministero della cultura, della Regione Campania e del Comune di Napoli affinché intervengano mettendo in campo tutte le iniziative, di rispettiva competenza, tese a salvaguardare la destinazione d’uso del cinema-teatro Acacia e alla sua immediata riapertura.

Napoli, San Martino: permane il degrado e l’abbandono. Subito una conferenza di servizi tra MIC, Regione e Comune

            ” A tre mesi di distanza dal precedente sopralluogo, con la segnalazione del grave stato d’abbandono e di degrado nel quale versa l’area, sono tornato nella zona di San Martino al Vomero, uno dei posti più belli e suggestivi di Napoli, da dove è possibile ammirare un panorama mozzafiato, riscontrando che purtroppo nulla è cambiato “. Ad intervenire ancora una volta sulla gravità della situazione è  Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero.

            “ In quest’area si trovano beni artistici e ambientali unici al mondo, con la Certosa e il Museo di San Martino e Castel Sant’Elmo – afferma Capodanno -. Eppure coloro che si arrampicano sulla collina per ammirare queste bellezze sono decisamente pochi rispetto alle potenzialità notevoli della zona. Ad aggravare la scarsa ricettività contribuì, anni addietro, la chiusura dell’unico albergo, che si trovava in zona. Nei suoi pressi si osserva ancora oggi un manufatto abbandonato, sovrastato da un’imponente gru, più volte segnalata dai residenti preoccupati per la sicurezza, dal momento che, nelle giornate ventose, la torre del manufatto oscilla paurosamente, mentre il lungo braccio gira su stesso, facendo ondulare il pesante gancio pendente dallo stesso braccio “.

            “ Ritornando ancora una volta su quei luoghi  – puntualizza Capodanno – ho osservato, tra l’altro, che il muro di contenimento, nei pressi dell’accesso al castello, resta ancora puntellato con una struttura provvisoria in legno con erbacce cresciute un poco dappertutto. Muro lungo il quale un tempo insistevano le aperture di diverse attività artigianali, quelle dei “corallari”, ubicati in locali del demanio regionale che, in passato, avevano contribuito non poco a far conoscere l’area di San Martino in tutto il mondo, per l’abilità di questi artigiani nella lavorazione del corallo. Non si comprendono le ragioni per le quali, da oltre un lustro, continua a rimanere in sito questa brutta e antiestetica struttura provvisoria, che peraltro versa anch’essa oramai in precarie condizioni a ragione dell’azione degli agenti atmosferici, e non si sia ancora provveduto, dopo tanto tempo, a far effettuare i lavori di ripristino necessari per eliminarla “.

            ” Ad aggravare il degrado e l’abbandono – sottolinea Capodanno – contribuisce anche un doppio transennamento realizzato sia a monte, su un tratto del marciapiede antistante il panorama, dove oramai le erbacce la fanno da padrone, sia a valle lungo le scale della Pedamentina, immediatamente al di sotto del tratto di balaustra interessato da dissesti. Di quest’ultimo transennamento sono rimasti solo i tondini di ferro infissi al suolo, dal momento che la rete di plastica è stata eliminata e giace a terra, con conseguenze immaginabili. Una situazione il cui permanere, a distanza di tanto tempo, nonostante gli impegni, al momento solo a parole, assunti al riguardo, crea non poche perplessità per problemi di sicurezza, per eliminare i quali si sollecitano ancora una volta le verifiche e gli interventi necessari, al fine di ripristinare la piena e totale agibilità dei manufatti interessati “.

            Sui problemi evidenziati, Capodanno sollecita ancora una volta l’interessamento immediato del Ministero della Cultura, della Regione Campania e del Comune di Napoli, da realizzarsi attraverso la convocazione di un’apposita conferenza di servizi che veda attorno allo stesso tavolo tutti gli enti e gli uffici interessati, oltre che per mettere in campo tutti gli interventi necessari per il totale risanamento della zona anche al fine di provvedere, in tempi rapidi, a varare un piano d’iniziative per il rilancio turistico dell’intera area, rilancio atteso da lustri, con la possibilità, tra l’altro, di creare numerosi posti di lavoro.

Vomero, via Solimena: mini discarica a cielo aperto.Quartiere sempre più abbandonato e degradato

            ” Con l’arrivo delle belle giornate e con le temperature quasi estive di questi giorni risulta ancora più intollerabile lo stato di degrado  igienico-sanitario  nel quale si trovano diverse arterie e piazze del quartiere collinare “. A segnalare il disservizio è ancora una volta Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della circoscrizione Vomero, che stamani ha effettuato un ulteriore sopralluogo osservando la presenza di diversi cumuli di rifiuti in pieno giorno, segnatamente in via Solimena e in via De Mura.

            Purtroppo – stigmatizza Capodanno – alcune strade di uno dei più bei quartieri di Napoli, il Vomero, centro commerciale di primaria importanza, terzo per presenze in Europa, sono sovente ridotte a dei veri e propri letamai, col risultato che non è difficile assistere a scene di degrado igienico-sanitario, che fanno non  poco storcere il naso a quanti si trovino a passare lungo le arterie di volta in volta interessate. Certamente anche un pessimo biglietto da visita per le persone che giungono sulla collina anche per ammirare i beni artistici e ambientali presenti sul territorio “.

            “ Anche oggi – precisa Capodanno – , i passanti che si sono trovati a transitare sul marciapiede di via Solimena, davanti alle campane per la raccolta differenziata, hanno potuto notare la presenza di decine di sacchetti d’immondizia, imballaggi e anche un alberello rinsecchito, che costituivano, nel complesso, una piccola discarica a cielo aperto, la quale, peraltro, intralciava completamente il passaggio dei pedoni, costringendoli a transitare sulla carreggiata con conseguenze immaginabili. Un’altro cumulo di rifiuti si poteva osservare anche in via De Mura, sempre nei pressi delle campane per la raccolta differenziata “.

            “ Purtroppo – prosegue Capodanno -, con non poca irritazione dobbiamo ancora una volta constatare che, nonostante le numerose segnalazioni legate alle inefficienze più volte manifestatesi nell’ambito della raccolta dei rifiuti di solidi urbani nell’area collinare della Città, non si osservano concreti segnali di miglioramento con la messa in campo di valide iniziative tese alla soluzione definitiva dell’annoso quanto sentito problema “.

             Capodanno ancora una volta sollecita l’intervento degli uffici preposti, anche per quanto riguarda i controlli, per indagare sui motivi dei disservizi segnalati con l’auspicio che vengano al più presto eliminati, accertando e perseguendo, nel contempo, eventuali responsabilità del degrado determinato dalla presenza di cumuli di rifiuti abbandonati per strada a tutte le ore del giorno.

Vomero: continua l’odissea delle scale im…mobili. Nuova puntata della telenovela: oggi fuori servizio la scala Morghen

            ” Nella lunga telenovela che, da circa venti anni a questa parte, caratterizza il funzionamento, o meglio il malfunzionamento, delle scale mobili del quartiere partenopeo del Vomero, oggi è andata in onda l’ennesima puntata. Una vicenda che va assumendo contorni che hanno dell’incredibile e che lasciano perplessi e sbigottiti. Ci sarebbe da ridere se non ci fosse da piangere  – esordisce Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, che fin da quando era presidente della Circoscrizione, annota puntualmente tutte le tappe dell’emblematica vicenda -. Nei giorni scorsi finalmente, dopo quasi due mesi e mezzo che si era fermata, effettuati i lavori ai corrimani, avevano dato la notizia che finalmente la scala mobile denominata Scarlatti, aveva ripreso a funzionare. Ma purtroppo, stamani è arrivata  l’ennesima doccia fredda con la chiusura di cancelli d’accesso dell’altra scala mobile posta sulla stessa via Scarlatti, quella denominata Morghen, che porta al piazzale dove è ubicata la stazione superiore della funicolare di Montesanto “.

            ” Si sono rinnovate dunque, ancora una volta – sottolinea Capodanno – le veementi proteste e la rabbia dei residenti che devono raggiungere l’area di San Martino, con tanti anziani e massaie, sovente con pesanti borse della spesa o con problemi di deambulazione,  ma anche da parte di coloro che si recano ad ammirare le bellezze della zona, che, con l’impianto fermo, devono salire, sotto il sole, le non agevoli scale di piperno.

            “ Per giunta, anche in questa occasione, non si riesce neppure a sapere a cosa sia dovuto questo nuovo fermo e per quanto tempo durerà, dal momento che non vi è alcun cartello o avviso, nei pressi dell’impianto chiuso, che riporti informazioni al riguardo – puntualizza Capodanno – Oramai la storia travagliata di quelle che sono state ribattezzate, con amara ironia, le “scale im…mobili”, rischia di diventare una sorta di barzelletta. Eppure stiamo parlando di un sistema intermodale di collegamento, tra il metrò collinare e le stazioni superiori delle funicolari, costituito da tre rampe di scale mobili, che, quando entrò in funzione, nell’anno 2002, dopo due anni occorsi per la sua realizzazione, fu presentato come un fiore all’occhiello dall’amministrazione comunale dell’epoca. Ma purtroppo negli anni successivi il sistema è stato afflitto da numerosi quanto incomprensibili problemi di funzionamento, con tantissimi fermi, anche di lunga durata “.

            Alla luce di questo ennesimo stop, Capodanno oltre a sollecitare il ripristino funzionale, in tempi rapidi, delle scale mobili attualmente ferme, auspica, ancora una volta, che vengono promosse, da parte degli uffici competenti, tutte le opportune e necessarie indagini, per fare finalmente luce sui motivi di questi continui disservizi che privano i cittadini, all’improvviso e anche per lunghi periodi, di un importante quanto fondamentale sistema di trasporto pubblico, senza peraltro che venga data adeguata e tempestiva informazione pubblica al riguardo.

Napoli: al Vomero impazza “tavolino selvaggio“. Occorre istituire una task force per i controlli

            “ Negli ultimi tempi al Vomero, dove diverse attività commerciali, in passato adibite ad altri settori merceologici, sono state convertite in pubblici esercizi, sono comparsi all’esterno di questi ultimi gazebo, dehors, ombrelloni, sedie e tavolini, col risultato che il quartiere partenopeo si è di fatto trasformato in un grosso fast food a cielo aperto – esordisce Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -. Non solo i tratti pedonalizzati, ma anche buona parte dei marciapiedi del quartiere si sono di fatto trasformati in veri e propri prolungamenti degli esercizi pubblici. Addirittura i metri quadrati occupati fuori dall’esercizio risultano, in alcuni casi, superiori anche a quelli al coperto. In tutto questo a essere penalizzati sono i pedoni costretti sovente a fare le gincane tra gazebo, tavolini e sedie “.

            “ Al riguardo va ricordato che esistono precise normative, segnatamente, quelle del codice della strada – afferma Capodanno – in base alle quali non si potrebbero rilasciare autorizzazioni che consentano di occupare il marciapiede senza lasciare uno spazio sufficiente per la deambulazione “.

            “ Basta osservare – puntualizza Capodanno – quanto al riguardo sta accadendo in alcune piazze e strade dell’area collinare, come, solo per esemplificare, piazza Vanvitelli, piazza degli Artisti, piazza Medaglie d’Oro, via Bernini, via Cilea, via Cimarosa, via Kerbaker oltre che nei tratti stradali delle isole pedonali di via Scarlatti e via Luca Giordano. Senza considerare il dato che diversi di questi esercizi commerciali hanno realizzato su suolo pubblico dei gazebo che dovrebbero essere mobili e quindi smontati la sera quando dovrebbero scomparire dalla strada “.

            ” In molti casi – sottolinea Capodanno – tavolini e sedie sono posti, oltre che dinanzi all’esercizio commerciale anche lungo il marciapiede, lasciando solo uno stretto corridoio per il transito dei pedoni “.

            Una situazione inaccettabile che occorre arginare in tempi rapidi. Al riguardo Capodanno propone l’istituzione di un’apposita task force, anche eventualmente con pattuglie miste, per debellare un fenomeno che sta subendo un’escalation esponenziale sull’intero territorio cittadino, con punte eccezionali in quartieri come il Vomero. Inoltre chiede che gli spazi concessi dall’amministrazione comunale su suolo pubblico vengano chiaramente e visibilmente delimitati, di modo che gli esercenti non possano debordare né occuparne in dispregio alle norme vigenti.

Sabato di “passione”: Vomero nella morsa del traffico. Bisogna rivedere l’attuale dispositivo: obsoleto e inefficace

            “ Mentre c’è chi ogni tanto rispolvera il vecchio ma mai attuato progetto di creare nel quartiere collinare del Vomero alcune zone a traffico limitato, la qual cosa richiederebbe però la presenza di parcheggi pubblici di destinazione, mai realizzati, per consentire alle autovetture di parcheggiare, invece che andare a ingolfare le strade limitrofe alle zone da interdire, cosa peraltro  che già accade attualmente per i tratti chiusi al traffico di via Scarlatti e di via Luca Giordano, il Vomero, in zona gialla come il resto della Città, ha vissuto stamani un nuovo sabato di passione,  con l’intero quartiere nella morsa del traffico veicolare e con la presenza di un serpente di lamiere che si è snodato per tutta la mattinata tra piazza Medaglie d’Oro e piazza Vanvitelli passando per piazza degli Artisti, ma anche lungo via De Muram via Carelli oltre che su via Bernini, via Stanzione e via Merliani, con presumibili ripercussioni pure sull’inquinamento ambientale – afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -. Nell’occhio del ciclone l’attuale dispositivo di traffico, del tutto inidoneo a smaltire la gran mole di autoveicoli in transito. Difatti dopo la chiusura della Ztl in via Luca Giordano e le inversioni dei sensi di marcia in via Carelli e via De Mura la situazione, già difficile, è nettamente peggiorata e le conseguenze si possono osservare quotidianamente, raggiungendo l’apice nel fine settimana “.

            ” Il dedalo di viuzze, peraltro limitrofo a un’area mercatale all’aperto, che si diparte da piazza degli Artisti per raggiungere la zona dello stadio Collana e di via Cilea, appare del tutto insufficiente a smaltire i notevoli flussi di  autoveicoli provenienti da piazza degli Artisti – puntualizza Capodanno -. Le conseguenze si osservano immediatamente con l’intasamento di via Tino di Camaino e, subito dopo, con il blocco di  piazza Medaglie d’Oro e delle numerose arterie che s’immettono in quest’ultima piazza “.

            “ Altro nodo cruciale – sottolinea Capodanno – è quello che si sviluppa tra le vie Merliani, De Mura e Stanzione, aggravato dal passaggio delle persone all’incrocio di quest’ultima via con l’area pedonale di via Luca Giordano, cosa che ritarda notevolmente il transito veicolare. Bloccati anche i tratti di via Bernini, che da via Cimarosa portano a  piazza Fanzago, passando da piazza Vanvitelli “

            ” Peraltro i vigili urbani in servizio per strada nei fine settimana sono decisamente insufficienti e concentrati solo in alcuni punti – aggiunge Capodanno -. Notoriamente lo shopping al Vomero, con le belle giornate primaverili, richiama nei fine settimana migliaia di persone, molte delle quali raggiungono il quartiere con le proprie autovetture, parcheggiate sovente anche in seconda e in terza fila, a ragione della totale carenza di aree pubbliche destinate a parcheggio, andando ancor più a congestionare la già caotica situazione “.

            “ Delle due l’una – propone Capodanno -. O si potenzia, però con una migliore organizzazione del servizio, l’organico della locale sezione dei caschi bianchi, specialmente nella giornata di sabato, garantendo in tutti i punti nevralgici la presenza costante dei caschi bianchi o si rivede l’attuale dispositivo di traffico, rivelatosi del tutto insufficiente a risolvere i notevoli problemi di viabilità del quartiere collinare, ma con proposte realizzabili in tempi rapidi, senza andare a scavare, nei cassetti polverosi, vecchi progetti, allo stato inattuabili, come la creazione di aree a traffico limitato, progetti che peraltro richiedono tempi lunghi per la loro realizzazione “.

Sulla difficile situazione del traffico al Vomero Capodanno sollecita ancora una volta l’intervento immediato dell’amministrazione comunale prima che la situazione possa ulteriormente peggiorare con l’approssimarsi dell’estate.

Napoli: subito un hub vaccinale nella municipalità 5. Nei quartieri Vomero e Arenella risiedono circa 120mila napoletani

            ” A Napoli, nell’ambito del territorio della municipalità 5, che comprende i quartieri collinari del Vomero e dell’Arenella, dove risiedono circa centoventimila napoletani, si rende necessario realizzare, in tempi rapidi, un apposito hub vaccinale, allo stato mancante. Tanto anche per limitare gli spostamenti sul territorio della Città, evitando così  le lunghe file che si stanno registrando, con elevati tempi d’attesa, con conseguenti perdite di tempo, con notevoli disagi per raggiungere le poche postazioni attualmente attive nel capoluogo partenopeo e con ripercussioni anche di natura economica, che riguardano pure gli eventuali accompagnatori “. A formulare la richiesta è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della circoscrizione Vomero.

            ” Nel mese di marzo scorso – ricorda Capodanno – alcuni organi d’informazione avevano diffuso la notizia che era stato raggiunto l’accordo, tra il CONI Campania e la società Giano, per utilizzare lo stadio Collana al Vomero come hub sociale sportivo per la somministrazione dei vaccini anti Covid. Tanto a seguito della richiesta, formulata a tutti i CONI regionali, d’individuare, per ogni capoluogo di provincia, una struttura sportiva come centro di vaccinazione. Si precisava altresì che i vaccini sarebbero stati somministrati dai medici della federazione medico sportiva italiana e che presso ogni sede ci sarebbero stati atleti della provincia interessata che avrebbero fatto da testimonial per la campagna di vaccinazione “.

            ” Ma – sottolinea Capodanno – dopo oltre un mese bisogna prendere atto che lo hub vaccinale nello stadio Collana non solo non è stato realizzato ma addirittura non se ne sente neppure più parlare. I motivi di questa retromarcia sono allo stato ignoti mentre rimane la necessità della realizzazione di un’apposita location per vaccinare i tantissimi residenti della collina della Città. Si potrebbe pensare, solo per esemplificare, di utilizzare alcuni locali, appositamente attrezzati, di Castel Sant’Elmo, dove peraltro c’è anche uno spazio notevole per poter parcheggiare le autovetture, oppure, analogamente a quanto si è fatto per il Real Bosco di Capodimonte, utilizzare spazi al coperto presenti in villa Floridiana “.

            Capodanno, anche alla luce di recenti eventi, riportati dalle cronache,  con notevoli file e lunghe attese, che hanno prodotto pure incresciosi episodi, presso alcuni hub per la somministrazione dei vaccini anti Covid nel capoluogo partenopeo, rivolge un pressante appello al  Commissario Straordinario del Governo per l’emergenza COVID-19, al Presidente della Giunta regionale della Campania e al Sindaco di Napoli, affinché, in tempi rapidi, venga realizzato sul territorio della municipalità 5, che comprende i quartieri collinari del Vomero e dell’Arenella, un nuovo hub vaccinale.

Vomero: rimossi i tre totem informativi nelle isole pedonali

Suscitarono un vespaio di polemiche quando furono installati

                ” Sono stati finalmente rimossi i tre totem informativi di forma cilindrica presenti nel quartiere Vomero, due dei quali posti alle estremità del tratto pedonalizzato di via Scarlatti e uno in via Luca Giordano, dinanzi al plesso scolastico “Luigi Vanvitelli “. A dare notizia della rimozione dei tre manufatti è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della circoscrizione Vomero, che già all’atto della loro installazione, avvenuta agli inizi dell’anno 2004, ne aveva chiesto subito la rimozione, sia per l’impatto ambientale e architettonico, ritenuti, come peraltro era già accaduto con la fontana Itaca, installata pochi anni prima, alla vigilia del Natale del 1999, poco consoni alla storia e allo stile dei fabbricati che si affacciavano sulle strade interessate, realizzati  con in materiale plastico,  di altezza di circa cinque metri e con una forma che all’epoca suscitò una certa ilarità tra i residenti, sia perché installati in luoghi d’interesse storico e paesaggistico, tutelati dalla sovrintendenza, senza che risultassero rilasciate tutte le necessarie autorizzazioni.

                ” Uno dei tre totem, quello posto all’incrocio tra via Scarlatti e via Luca Giordano – ricorda Capodanno – fu anche al centro di roventi polemiche, quando la sera del 13 marzo del 2004 si sviluppo un incendio che distrusse il megastore Candido, che si estendeva su tre piani proprio nell’edificio posto ad angolo tra le due strade in questione. Il totem era stato infatti inizialmente posto al centro del varco che consentiva l’accesso all’isola pedonale, ostacolando nell’occasione il passaggio dei mezzi dei vigili del fuoco, intervenuti per domare l’incendio che, per fortuna, non provocò danni a persone. Difatti, pochi giorni dopo l’incendio,, a seguito delle numerose istanze tese a garantire la sicurezza, anche attraverso il passaggio dei mezzi di soccorso dai due varchi di via Scarlatti, entrambi i totem collocati alle estremità del tratto pedonalizzato furono spostati dal centro dei rispettivi varchi in una posizione più decentrata, che è quella che è stata occupata fino a ieri quando sono stati rimossi “.

                ” Con l’occasione – puntualizza Capodanno – considerando che l’unico aspetto positivo dei tre totem in questione era determinato dal fatto che, con le loro sedute, sopperivano alla carenza di panchine in via Scarlatti e in via Luca Giordano, pure tenendo conto del fatto che diverse di queste panchine, l’ultima delle quali, segnalata ieri, in via Luca Giordano, sono misteriosamente scomparse, dopo essere stato oggetto di atti di vandalismo, sui quali si ribadisce la necessità di fare chiarezza, attraverso gli opportuni accertamenti da parte degli uffici a tanto preposti, si sollecita, ancora una volta, l’amministrazione comunale a provvedere all’installazione di un numero sufficiente di panchine, parzialmente in sostituzione di quelle scomparse, pure per rispondere alla notevole domanda, da parte dei cittadini, di questo tipo di arredo urbano, in uno ad un maggior numero di cestini portarifiuti “.

Vomero, scala mobile Scarlatti: stamani finalmente riattivata. Ferma da fine febbraio per la sostituzione dei corrimani

            “ Fuori servizio dalla fine di febbraio scorso, quindi da oltre due mesi, le scale mobili, poste in via Scarlatti al Vomero, sono state, in questo lungo lasso di tempo, al centro di numerose polemiche e proteste, segnatamente da parte dei residenti della zona, di tanti anziani e massaie sovente con pesanti borse della spesa, che devono raggiungere quotidianamente l’area di San Martino, ma anche da parte di coloro che si recano ad ammirare le bellezze della zona, che, con l’impianto fermo e con il caldo di questo periodo, devono salire le non agevoli scale di piperno. Finalmente stamani, dopo tanta attesa, dopo che ieri si erano finalmente visti al lavoro gli operai della ditta incaricata per procedere  a smontare e a sostituire i due corrimani, la scala mobile Scarlatti ha ripreso a funzionare “. A dare la notizia è ancora una volta Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della circoscrizione Vomero, che da anni sta conducendo delle vere e proprie battaglie, anche perché vengano chiariti i motivi per i quali le tre scale mobili del sistema intermodale di collegamento tra le stazioni superiori delle funicolari e la stazione Vanvitelli del metrò collinare, funzionano a singhiozzo, con fermi frequenti e sovente, come nel caso in questione, di eccessiva durata.

” Da osservare – ricorda Capodanno – che non è la prima volta che le scale mobili del Vomero si fermano anche per lunghi periodi. Difatti, dopo l’inaugurazione avvenuta, in pompa magna, il 16 ottobre del 2002, a seguito di lavori durati oltre due anni, con una spesa di circa quattro miliardi delle vecchie lire, per il sistema intermodale di collegamento tra le funicolari e la stazione del metrò collinare di piazza Vanvitelli, costituito da tre scale mobili, due in via Scarlatti, tra le quali quella attualmente ferma, e una in via Cimarosa, si sono registrate numerose occasioni nelle quali almeno una delle tre rampe è stata posta fuori servizio. Al punto che sono state ribattezzate le “scale im…mobili” “.

” Resta l’amarezza, mista a rabbia – sottolinea Capodanno –, derivante dall’ennesima dimostrazione del fatto che a Napoli i cittadini, per poter essere garantiti nell’utilizzo di beni e strutture pubbliche essenziali, debbano, sempre con maggior frequenza, decidere di mettere in campo azioni di civile protesta con petizioni e denunce e sovente scendendo anche in piazza, per ottenere il rispetto dei proprio sacrosanti diritti. Una situazione davvero paradossale per chi paga salati balzelli per ricevere in cambio servizi pubblici sempre più insufficienti e discontinui, se non inesistenti “.

Con l’occasione Capodanno sollecita, ancora una volta, gli uffici competenti, ad assicurare, per il futuro, il funzionamento continuo e costante del sistema intermodale costituito dai tre impianti vomeresi, riducendo al minimo i disagi alla numerosa utenza, anche attraverso manutenzioni programmate da effettuarsi, in tempi rapidi, avendo già acquisita la disponibilità dei pezzi di ricambio a piè d’opera, altresì fornendo un’informazione tempestiva e costante ai cittadini, in particolare su tempi e modalità operative per i lavori che si rendessero necessari.

Vomero: rimossi i tre totem informativi nelle isole pedonali. Suscitarono un vespaio di polemiche quando furono installati nel 2004

            ” Sono stati finalmente rimossi i tre totem informativi di forma cilindrica presenti nel quartiere Vomero, due dei quali posti alle estremità del tratto pedonalizzato di via Scarlatti e uno in via Luca Giordano, dinanzi al plesso scolastico “Luigi Vanvitelli “. A dare notizia della rimozione dei tre manufatti è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della circoscrizione Vomero, che già all’atto della loro installazione, avvenuta agli inizi dell’anno 2004, ne aveva chiesto subito la rimozione, sia per l’impatto ambientale e architettonico, ritenuti, come peraltro era già accaduto con la fontana Itaca, installata pochi anni prima, alla vigilia del Natale del 1999, poco consoni alla storia e allo stile dei fabbricati che si affacciavano sulle strade interessate, realizzati  con in materiale plastico,  di altezza di circa cinque metri e con una forma che all’epoca suscitò una certa ilarità tra i residenti, sia perché installati in luoghi d’interesse storico e paesaggistico, tutelati dalla sovrintendenza, senza che risultassero rilasciate tutte le necessarie autorizzazioni.

            ” Uno dei tre totem, quello posto all’incrocio tra via Scarlatti e via Luca Giordano – ricorda Capodanno – fu anche al centro di roventi polemiche, quando la sera del 13 marzo del 2004 si sviluppo un incendio che distrusse il megastore Candido, che si estendeva su tre piani proprio nell’edificio posto ad angolo tra le due strade in questione. Il totem era stato infatti inizialmente posto al centro del varco che consentiva l’accesso all’isola pedonale, ostacolando nell’occasione il passaggio dei mezzi dei vigili del fuoco, intervenuti per domare l’incendio che, per fortuna, non provocò danni a persone. Difatti, pochi giorni dopo l’incendio,, a seguito delle numerose istanze tese a garantire la sicurezza, anche attraverso il passaggio dei mezzi di soccorso dai due varchi di via Scarlatti, entrambi i totem collocati alle estremità del tratto pedonalizzato furono spostati dal centro dei rispettivi varchi in una posizione più decentrata, che è quella che è stata occupata fino a ieri quando sono stati rimossi “.

            ” Quali siano stati i motivi della rimozione resta un mistero – sottolinea Capodanno – . Si pensa che sia scaduto i contratto tra il Comune di Napoli e la ditta che all’epoca l’installò, in uno all’arredo urbano, costituito da paline, orologi e panchine. L’aspetto fondamentale è che finalmente, sebbene, dopo oltre 17 anni, sono stati finalmente tolti “. 

            ” Con l’occasione – puntualizza Capodanno – considerando che l’unico aspetto positivo dei tre totem in questione era determinato dal fatto che, con le loro sedute, sopperivano alla carenza di panchine in via Scarlatti e in via Luca Giordano, pure tenendo conto del fatto che diverse di queste panchine, l’ultima delle quali, segnalata ieri, in via Luca Giordano, sono misteriosamente scomparse, dopo essere stato oggetto di atti di vandalismo, sui quali si ribadisce la necessità di fare chiarezza, attraverso gli opportuni accertamenti da parte degli uffici a tanto preposti, si sollecita, ancora una volta, l’amministrazione comunale a provvedere all’installazione di un numero sufficiente di panchine, parzialmente in sostituzione di quelle scomparse, pure per rispondere alla notevole domanda, da parte dei cittadini, di questo tipo di arredo urbano, in uno ad un maggior numero di cestini portarifiuti “.

Napoli: vivo plauso per la riapertura del cinema Vittoria. Bisogna preservare i luoghi di cultura e di socializzazione

            ” Esprimo il mio vivo plauso al proprietario e al gestore del cinema Vittoria che ha riaperto al pubblico a dimostrazione che le sale cinematografiche possono e devono continuare nella loro attività e non chiudere, come è accaduto di recente per il cinema Arcobaleno, per trasformarle in supermercati o megastore “. E quanto afferma Gennaro Capodanno, presidente dl Comitato Valori collinari, già presidente della circoscrizione  del Vomero, da anni in prima linea contro la scomparsa di luoghi storici, culturali e sociali che hanno caratterizzato da sempre il capoluogo partenopeo.

            “ Purtroppo – aggiunge Capodanno – su otto sale cinematografiche presenti solo nell’ambito del quartiere Vomero, un territorio di poco più di due  chilometri quadrati d’estensione, che alla metà del secolo scorso vantava la più alta concentrazione di questo tipo di strutture, negli anni trascorsi ne erano scomparse già cinque: l’Ideal in via Scarlatti, dove attualmente è ubicato un megastore, l’Ariston in via Morghen, sostituito da una banca, il Colibrì in via de Mura, sostituito da un club fitness, il Bernini, sostituito da un negozio di abbigliamento per bambini e l’Abadir, già Orchidea, in via Paisiello dove è nato l’ennesimo supermercato. A questi si aggiunge dunque anche la sesta sala, con il cinema Arcobaleno, nato nel lontano 1958, che scompare dunque dopo oltre 60 anni di vita “.

            ” Senza dimenticare – continua Capodanno – che il Vomero, nei libri sulla storia del capoluogo partenopeo, viene ricordato come la “Cinecittà di Napoli”, visto che, agli inizi del novecento, proprio nel quartiere collinare partenopeo si trovavano ben due stabilimenti di produzione cinematografica. La “Partenope film” fondata nel 1910 dai fratelli Troncone in una villetta posta in via Solimena, considerata la prima manifattura cinematografica napoletana, e la “Lombardo Film” , rilevata da Gustavo Lombardo e da cui sarebbe poi nata la “Titanus”, in via Cimarosa 182, come ricorda una lapide apposta sulla facciata de fabbricato “.

            ” Purtroppo – conclude amareggiato – oltre agli effetti della pandemia, paghiamo, e non da oggi la totale assenza d’iniziative valide e concrete per evitare  la scomparsa di luoghi di cultura ma anche di aggregazione e di socializzazione, come le sale cinematografiche. Da tempo invece in altre città italiane, come Bologna e Firenze, nello specifico settore, i consigli comunali hanno approvato apposite norme, cosiddette “salva-cinema”, che consentono, attraverso apposite convenzioni, la sopravvivenza di sale storiche, laddove purtroppo nel capoluogo partenopeo non si può che registrare la più totale assenza di valide iniziative al riguardo sia da parte della Regione Campania che del Comune di Napoli, nonostante la crisi che da tempo coinvolge il settore, aggravata dall’attuale pandemia “.

Vomero, via Luca Giordano: un’altra panchina sparita. S’infittisce il giallo che riguarda la scomparsa dell’arredo urbano

Via Luca Giordano, fotografia scattata il 28 aprile 2021
Via Luca Giordano, fotografia scattata il 3 maggio 2021

                Negli ultimi tempi gli abitanti del Vomero sono alle prese con un vero e proprio mistero, un giallo che riguarda il già precario arredo urbano del popoloso quartiere collinare. In particolare al centro dell’attenzione sono finite le panchine installate lungo le strade e nelle piazze, segnatamente, nelle due arterie più note e frequentate: via Scarlatti e via Luca Giordano.

            ” La cronologia degli eventi è quasi sempre la stessa – puntualizza Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, che da tempo segue e segnala questo stato di cose, senza che però si arrivi a chiarire il mistero -. Prima la panchina viene “azzoppata” o si ritrova con i sostegni o gli assi dello schienale e della seduta rotti o eliminati. Successivamente avviene il transennamento provvisorio e infine la panchina viene rimossa, senza che poi venga immediatamente sostituita. L’ultima panchina della lunga serie,  sottoposta in questi giorni a un siffatto trattamento, è quella posta in via Luca Giordano, nei pressi dell’incrocio con via Cimarosa. Un panchina che, esattamente una settimana fa, avevo già segnalato in quanto risultava transennata, dopo che seduta e schienale erano stati privati di alcuni assi di legno, mentre stamani ho potuto constatare che, invece di essere riparata, sostituendo gli assi mancanti, è stata definitivamente eliminata, benché le sue tracce siano ancora ben visibili sulla pavimentazione “.

            “ A cosa sono dovuti tutti questi episodi di danneggiamento, che riguardano le panchine del Vomero – domanda Capodanno -? A chi possono dare fastidio? Come si spiega che poi, una volta che sono scomparse, le panchine in questione non sempre vengano ripristinate e che, in alcuni casi, dove prima c’erano le panchine o in loro prossimità si osserva la presenza di arredi? A che punto sono le indagini, avvalendosi anche delle telecamere per la videosorveglianza, per fare piena luce su quanto sta accadendo all’arredo urbano del Vomero? “

            “ Domande  – aggiunge Capodanno – che, nell’occasione, riformuliamo, e che attendono risposte, che, ci si augura, non vengano ulteriormente differite, promuovendo tutte le opportune e necessarie azioni, anche da parte della magistratura, tese a fare piena luce sul giallo delle panchine rotte o scomparse al Vomero “.

“ Con l’occasione – conclude Capodanno -, reitero inoltre l’invito agli uffici competenti affinché  vengano ripristinate o sostituite tutte le panchine scomparse o non più utilizzabili, aggiungendone anche altre, pure in risposta  alla forte domanda, che si registra nel quartiere collinare, di tale tipologia di arredo urbano “.