Napoli, cantiere di piazza Leonardo: lavori alla moviola

Si spera che la sorpresa sortisca dall’uovo di Pasqua

         Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, si fa, ancora alla volta, portavoce delle giuste proteste dei residenti sulla lentezza con la quale stanno procedendo gli interventi di ripristino nel cantiere che da anni occupa un’area di piazza Leonardo, posta tra viale Michelangelo e salita Cacciottoli. Al riguardo, poco prima delle ultime festività natalizie, lo stesso Capodanno, intervenendo per l’ennesima volta sulla vicenda,  aveva scritto provocatoriamente una lettera a Babbo Natale chiedendogli di adoperarsi affinché la piazza in questione, dopo tanti anni, nel corso dei quali la fruizione  per i cittadini e per le attività in essa presenti era stata limitata dalla presenza del cantiere in questione, da tempo abbandonato e in pessime condizioni manutentive, finalmente, venisse completamente restituita ai cittadini, anche per sottoporla a lavori di restyling, in modo da  donarle una nuova veste più bella ed elegante, evitando che tornasse ad essere terra di nessuno, con auto parcheggiate un poco dovunque. Adesso, visto il lungo tempo trascorso, senza che il problema venisse risolto lo spesso Capodanno confida che la sorpresa del ripristino dello stato quo ante possa sortire dall’uovo di Pasqua

            “ A novembre dell’anno scorso  – ricorda Capodanno -, dopo una lunga battaglia giudiziaria, il Consiglio di Stato aveva messo la parola fine al progetto che prevedeva, in base a una convenzione stipulata nel lontano 2013, la realizzazione, da parte di una società privata, di 153 box auto sotto la suddetta piazza. A quel punto ci si auspicava che finalmente,  dopo tanto tempo, partissero immediatamente i lavori per eliminare il cantiere installato per la realizzazione del parcheggio interrato, con il ripristino della pavimentazione, restituendo così alla piena fruibilità l’area transennata “.

            ” Peraltro, all’indomani della sentenza – aggiunge Capodanno -, sugli organi d’informazione comparvero notizie sulla diffida che il Comune di Napoli aveva inoltrato affinché la ditta interessata provvedesse allo sgombero delle aree interessate dal cantiere, ripristinando, nel contempo, lo stato dei luoghi. Dalle stesse notizie si apprendeva pure che il Comune di Napoli, in caso di ulteriori ritardi da parte della ditta, avrebbe provveduto autonomamente al ripristino “.

            ” Poi finalmente, agli inizi di gennaio  – sottolinea Capodanno -, dopo quasi due mesi da quegli annunci,  il Comune di Napoli avviò i lavori di ripristino necessari per liberare  l’area occupata dal cantiere, aprendo il cuore alla speranza che finalmente si procedesse, in tempi rapidi, a ripristinare lo stato quo ante “.

            ” Invece – puntualizza Capodanno – sono trascorsi quasi tre mesi dall’inizio dei lavori e, allo stato, il loro completamento appare ancora lontano, se si procede con l’attuale ritmo. Un tempo, quello già trascorso, che presumibilmente avrebbe consentito la riqualificazione dell’intera piazza invece che delle poche decine di metri del cantiere. In verità, stando a quanto rilevato anche dagli stessi residenti, i lavori procedono, per così dire, “alla moviola” avendo peraltro notato la presenza di uno scarso numero di operai all’interno dell’area interessata “

            Sulla vicenda Capodanno auspica l’immediato intervento degli uffici comunali competenti affinché si proceda al più presto al completamento dei lavori, eliminando finalmente il cantiere di piazza Leonardo e restituendo l’area interessata alla comunità.

Napoli: lacrime di coccodrillo sulla scomparsa del cinema Arcobaleno

Assenza delle istituzioni ma anche dei cittadini su una vicenda ampiamente annunciata

            ” Negli ultimi tempi è nata una sorta di nuova moda: quella di addebitare tutti gli accadimenti negativi alla pandemia, generata dal Covid-19 – esordisce Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione del Vomero, che nei giorni scorsi ha lanciato, per primo, l’allarme per la scomparsa del cinema Arcobaleno, in via Carelli, a pochi passi dello stadio Collana, mentre erano in corso i lavori da parte dell’impresa incaricata -. E la stessa prassi adottata per tante persone che muoiono ogni giorno, molte delle quali affette da precedenti gravi patologie, il cui decesso presumibilmente avviene dunque   “con il Covid-19” ma non solo “per il Covid-19” “.

            ”  Adesso – sottolinea Capodanno – si vorrebbe far credere che la scomparsa del cinema Arcobaleno, nato nel lontano 1958 come cinema Stadio, dunque con oltre 60 anni di vita, tranne la breve parentesi tra il 2014 e il 2015 durante la quale rimase chiuso, sia figlia del Covid-19, che, al massimo ha rappresentato la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso già pieno, e non dalla totale assenza di normative e di valide iniziative per sostenere, anche economicamente, un settore, quello delle sale cinematografiche, in crisi da tempo, sia a livello nazionale che a livello locale “.

            ” Che la crisi riguardasse, tra gli altri, pure il cinema Arcobaleno – ricorda Capodanno – era ben noto a tutti già da quando la sera del 26 gennaio 2014, una domenica d’inverno, davanti a una platea mesta per la chiusura annunciata, si abbassarono le saracinesche in via Carelli dopo l’ultima proiezione. Solo dopo una petizione popolare da me promossa e una serie d’iniziative, tra le quali un flash mob, e dopo ben oltre un anno e mezzo di chiusura, scongiurata la possibilità di un cambio di destinazione d’uso, alla fine del mese di agosto dell’anno seguente, il cinema riaprì “.

            ” Ma oggi – puntualizza Capodanno -i, quando oramai anche gli arredi sono stati smontati e portati via, come testimoniamo le quattro poltroncine rosse abbandonate temporaneamente sulle strisce blu, dinanzi al locale, immortalate nella foto da me scattata e pubblicata, la quale è diventata in questi giorni virale, comparendo su tutti gli organi d’informazione, che senso ha promuovere iniziative, come la petizione della quale si legge su alcuni organi d’informazione, tese a far tornare quello che non potrà più tornare, dal momento che notoriamente è stata già definita la nuova destinazione d’uso e sono in fase avanzata i lavori in corso per trasformare quei locali in un centro commerciale cinese, del quale non si avvertiva alcuna necessità, visto peraltro che ne sono sorti già diversi da quando, nel novembre del 2013, la prima attività di questo genere sbarcò nella centralissima via Luca Giordano ? “.

            ” Si tratta, come purtroppo capita di frequente – aggiunge Capodanno- d’iniziative di mera facciata, per conquistare un poco di spazio sugli organi d’informazione, senza che in questi anni si sia mosso un sol dito, con iniziative concrete, per evitare l’ennesima chiusura di un importante punto di riferimento, storico, culturale e sociale del quartiere e della città. Le istituzioni competenti, amministrazione comunale in testa, avrebbero potuto varare, nel frattempo, anche a Napoli, le norme “salva-cinema” che in altre città, come Bologna e Firenze, hanno salvato altrettante sale cinematografiche storiche. Si sarebbero potute  utilizzare le norme della legge della regione Campania sui locali storici, per vincolare la destinazione d’uso di una sala con oltre mezzo secolo di vita “.

            ” Ma tutto questo purtroppo non è avvenuto – conclude amareggiato Capodanno- . Si è fatto come lo struzzo nascondendo la testa nella sabbia mentre oggi si piangono inutili quanto tardiv lacrime di coccodrillo per la scomparsa ampiamente prevedibile e prevista di un altro luogo simbolo della storia del quartiere e dell’intera città. Complice la latitanza delle istituzioni ma anche della cittadinanza, a partire dalla cosiddetta intellighenzia, artisti, scrittori, intellettuali,  uomini  di spettacolo che, di fronte a tanto scempio, hanno continuato a stare silenti alla finestra “.

Napoli: l’orologio di piazza Vanvitelli emblema del degrado del Vomero

Ha anticipato di ben tre mesi il ritorno dell’ora legale

         “ Stanotte, con il ritorno dell’ora legale, tutti gli orologi dovranno essere spostati un’ora avanti ad eccezione dello storico orologio posto in piazza Vanvitelli, uno dei simboli del quartiere Vomero, che  già dall’inizio del corrente anno, dunque con tre mesi d’anticipo, ha deciso di spostare le sue lancette un’ora avanti “. A richiamare ancora una volta l’attenzione sul malfunzionamento dell’emblema della più bella e antica piazza del quartiere collinare è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, che, in passato, ha condotto più di una battaglia perché si provvedesse al restauro e alla manutenzione dell’orologio in questione.

            ” Sicché – aggiunge Capodanno – i residenti del popoloso quartiere collinare, oltre ad essere afflitti dai numerosi problemi generati dalle numerose buche e avvallamenti che continuano a manifestarsi in diverse strade del Vomero, senza che si provveda al loro ripristino, e dai cumuli di spazzatura, devono fare i conti anche con la bizzarria dell’anticipazione dell’ora legale dello storico orologio “.

            ” Un degrado che coinvolge anche i luoghi della cultura e di aggregazione – puntualizza Capodanno – come dimostra, da ultimo, la scomparsa dello storico cinema Arcobaleno, nato nel lontano anno 1958, nei cui locali, dopo oltre sessant’anni di vita, a breve nascerà l’ennesimo centro commerciale cinese, del quale, in verità, sulla collina partenopea, dove peraltro, in tempi recenti, sono sorti già diversi esercizi commerciali similari, non si avvertiva affatto la necessità mentre si percepisce sempre più forte la carenza di spazi destinati agli incontri e alla socializzazione in un’area, quella della municipalità collinare, dove risiedono circa 120mila napoletani “.

“ L’orologio di piazza Vanvitelli – ricorda con l’occasione Capodanno – fa parte degli orologi elettrici cittadini, undici in tutto, ultimi rimasti dei 40, installati oltre 80 anni fa nelle strade di Napoli. Gli altri sono ubicati in via S. Lucia, in piazzetta Augusteo, al Museo, in via del Sole, in piazza Cavour, in via Filangeri, in via Mezzocannone, a Montesanto, in via Diaz ed in via Duomo. Orologi, all’epoca, denominati: “ Impianti dall’ora unica “ per il fatto che segnavano sincronicamente la stessa ora in tutti i punti nei quali erano dislocati. Essi furono installati dall’Ente Autonomo Volturno su disegno dell’ing. Ventura e con la fusione delle colonne in ghisa eseguita dalla fonderia di Capodimonte di Enrico Treichler. Ciascuno di essi aveva una propria illuminazione particolare intorno ai quadranti, sicché era possibile leggere l’ora anche a notte inoltrata “.

            “   Il restauro di tali orologi – aggiunge Capodanno –  destò non poche perplessità, dal momento che furono modificate alcune caratteristiche originarie, come la numerazione che, prima dell’intervento, era riportata in numeri romani mentre attualmente è espressa con numeri arabi, modifiche che riguardano anche l’illuminazione dei quadranti e i colori utilizzati “.

            E’ auspicabile che l’amministrazione comunale provveda, una volta e per sempre, attraverso un’idonea e costante manutenzione a eliminare queste frequenti anomalie nel funzionamento dell’orologio di piazza Vanvitelli, al quale, dopo la scomparsa dell’altro simbolo della piazza, la palma che per quasi un secolo l’aveva adornata, uccisa anni addietro dal famigerato punteruolo rosso, i vomeresi sono affettivamente molto legati.

Napoli: scompare l’Arcobaleno, storico cinema del Vomero

Paghiamo l’assenza di apposite norme salva-cinema

            ” Oggi è un giorno triste per i cinefili partenopei ma anche per tutti quei vomeresi che, in oltre sessant’anni di vita, hanno avuto occasione di trascorrere in quelle sale tante bellissime ore. Stamani sono iniziati i lavori nei locali del cinema Arcobaleno in via Consalvo Carelli che, abbandonata la sua destinazione storica, a breve, stando a quando si è potuto apprendere sui luoghi, vedrà nascere al suo posto un centro commerciale cinese “. A dare la notizia è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero, che già agli inizi del 2014, si era battuto, con esito positivo, promuovendo un flash mob e una petizione, pubblicata al link: http://tinyurl.com/Petizione-per-l-Arcobaleno , che raccolse oltre mille firme, per  scongiurare la scomparsa della storica sala cinematografica.

            ” Purtroppo – sottolinea Capodanno -, a differenza di quanto avvenuto sei anni fa, questa volta non ci sarà un lieto fine, con la riapertura della sala cinematografica, dopo la battaglia sostenuta dai cittadini. La pandemia ha messo fortemente in crisi il settore e la preoccupazione è che a questa scomparsa ne possano seguire altre. Da mesi si parla anche della possibilità che anche il cinema-teatro Acacia, posto nel limitrofo quartiere Arenella, potrebbe cambiare destinazione d’uso “.

            ” Il cinema Arcobaleno – ricorda Capodanno – nacque alla fine degli anni cinquanta con il nome Stadio a ragione della vicinanza con lo stadio Collana che all’epoca ospitava le partite del Napoli. Successivamente, con il boom delle sale cinematografiche, agli inizi degli anni novanta, si ebbe la trasformazione con la nascita della multisala, con quattro sale e un’offerta variegata che comprendeva anche film d’autore e blockbuster “.

            “ Purtroppo – aggiunge Capodanno – su otto sale cinematografiche presenti solo nell’ambito del quartiere Vomero, un territorio di poco più di due  chilometri quadrati d’estensione, che alla metà del secolo scorso vantava la più alta concentrazione di questo tipo di strutture, già negli anni trascorsi ne avevano chiuso cinque, l’Ideal in via Scarlatti, dove attualmente è ubicato un megastore, l’Ariston in via Morghen, sostituito da una banca, il Colibrì in via de Mura, sostituito da un club fitness, il Bernini, sostituito da un negozio di abbigliamento per bambini e l’Abadir, già Orchidea, in via Paisiello dove è nato l’ennesimo supermercato, Adesso si aggiunge anche la sesta, con il cinema Arcobaleno, restandone dunque in funzione, rispetto al passato, solo due, per una popolazione di circa 48mila residenti “.

            ” Senza dimenticare – continua Capodanno – che proprio al Vomero, in via Cimarosa, nacque nel lontano 1909 il cinema italiano con gli stabilimenti della Lombardo film che, alcuni lustri dopo, avrebbe dato vita alla più grande casa cinematografica italiana: la Titanus “.

            ” Purtroppo .- conclude amareggiato – oltre agli effetti della pandemia, paghiamo, e non da oggi la totale assenza d’iniziative valide e concrete per evitare  la scomparsa di luoghi di cultura ma anche di aggregazione e di socializzazione, come i cinema. Da tempo invece in altre città italiane, come Bologna e Firenze, nello specifico settore, i consigli comunali hanno approvato apposite norme, cosiddette “salva-cinema”, che consentono, attraverso apposite convenzioni, la sopravvivenza di sale storiche come appunto il cinema Arcobaleno, laddove purtroppo nel capoluogo partenopeo non si può che registrare la più totale assenza di valide iniziative  nonostante la crisi che da tempo coinvolge il settore delle sale cinematografiche, aggravata dall’attuale pandemia “.

Napoli: no alla toponomastica “spezzatino”

Bocciata la proposta d’intitolare una parte di piazza Leonardo a Luigi Necco

            ” Sono decisamente contrario alla proposta d’intitolare un pezzo di piazza Leonardo, per l’esattezza quello che dall’anno 2013 è stato sottratto alla collettività, occupato da un cantiere per la realizzazione di un parcheggio interrato privato e attualmente al centro di lavori di ripristino, che, da oltre due mesi, stanno procedendo con una lentezza esasperante, al giornalista e telecronista sportivo, già consigliere comunale di Napoli nella lista dei democratici di sinistra, Luigi Necco, deceduto il 13 marzo 2018, poco più di tre anni fa “. E’ quanto afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione Vomero, commentando la notizia circolata al riguardo in questi giorni su alcuni organi d’informazione.

                ” Innanzitutto – puntualizza Capodanno – va ricordato che, in linea generale, la legge n. 1188/1927, la quale regola la materia, prescrive che l’intitolazione di nuove strade e piazze pubbliche, la variazione del nome di quelle già esistenti, nonché l’approvazione di targhe e monumenti commemorativi può essere attribuita solo a persone decedute da oltre dieci anni, con l’autorizzazione del Prefetto. Mentre l’intitolazione a persone decedute da meno di dieci anni, come nel caso in questione, è consentita, a norma dell’articolo 4 della predetta legge, solo “in casi  eccezionali,  quando  si tratti di persone che abbiano benemeritato della nazione”. La facoltà di derogare al divieto di denominazioni a persone decedute da meno di dieci anni, posto dagli artt. 2 e 3 della medesima legge, era originariamente in capo al Ministro per l’interno. Successivamente, con circolare n. 18 del 29 settembre 1992, dallo stesso Ministero sono state anche diramate le direttive alle Prefetture, divenute titolari del succitato potere a decorrere dal 1° gennaio 1993 “.

                ” Va anche precisato – puntualizza Capodanno – che lo spazio indicato per l’intitolazione non  ha una configurazione autonoma ma ha sempre fatto parte di piazza Leonardo, una piazza che si caratterizza per il fatto di trovarsi al confine di ben tre quartieri, vale a dire Vomero, Arenella e Avvocata, Peraltro tale spazio, in odonomastica, non può essere neppure definito con il “qualificatore di toponimo” indicato come “largo” che, per definizione, è “una piccola piazza posta all’incrocio di più vie” ( Zanichelli)   “.  

                ” Tra l’altro – sottolinea Capodanno –  un eventuale “stralcio” di questo pezzo di piazza con diversa denominazione, avrebbe conseguenze e ripercussioni notevoli anche per i residenti, ben note a chi in passato ha dovuto subire questi cambi di denominazione stradale, con tutte le variazioni necessarie anche di tipo anagrafico “.

                ” Diciamo, una volta e per sempre, basta al tentativo d’instaurare una sorta di  toponomastica “spezzatino”, frammentando piazze e strade che hanno già una denominazione “storica” conclamata – conclude Capodanno -. Se proprio si vorrà intitolare una piazza o una strada al giornalista Necco, nel pieno rispetto delle vigenti normative, dunque non prima del 2028, quando saranno decorsi i dieci anni fissati dalla legge, bisognerà optare preferibilmente su qualche strada o slargo che non abbia una precedente denominazione, alla stregua di quanto fu fatto, rimanendo al Vomero, cinque anni fa, nell’aprile del 2016, quando fu intitolato al giurista e politico Francesco De Martino, dopo ben oltre i dieci anni dalla morte, avvenuta il 18 novembre 2002, uno slargo in via Aniello Falcone, precedentemente appunto privo di denominazione “.

Vomero, via Carelli: strisce blu occupate con bancali

Il tutto favorito dalla carena dei necessari controlli

            “ Si potrebbe immaginare – esordisce Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari – che la foto allegata sia stata scattata in qualche vicoletto sperduto e poco frequentato del capoluogo partenopeo, invece no. E’ stata realizzata in uno dei quartieri cosiddetti “bene” di Napoli, dove abita gran parte della borghesia partenopea, quello del Vomero. Un quartiere che ha un’estensione di poco più di due chilometri quadrati, popolato da circa 48mila residenti e che dunque, con un poco di buona volontà, non sarebbe difficile controllare da parte degli uffici a tanto preposti “.  

            ” Per giunta – aggiunge Capodanno – si tratta di una delle strade più frequentate e trafficate del quartiere collinare, per la precisione di via Consalvo Carelli, a pochi passi dall’isola pedonale di via Luca Giordano. Un’area dove si registra, come peraltro altre zone del Vomero, una forte carenza di parcheggi sia per residenti che per non residenti, carenza che ha subito un incremento proprio con la pedonalizzazione di via Luca Giordano “.

            ” Ignoti, che però con un poco di buona volontà non sarebbe difficile individuare – puntualizza Capodanno -, hanno deciso di appropriarsi di un tratto di suolo pubblico, ponendo all’interno delle strisce blu, disegnate sulla carreggiata, due bancali in legno, strutture sulle quali vengono abitualmente stoccate le merci “.

            ” Evidentemente – sottolinea Capodanno – con la funzione di mantenere “il posto“ a disposizione del nuovo “proprietario” dello spazio pubblico. Un abuso che, tra l’altro, comporta da un lato anche un danno economico per i mancati introiti derivanti dai ticket che pagherebbero i non residenti mentre per i residenti, oltre al danno, si configura la beffa, derivante dell’impossibilità di poter lasciare la propria autovettura, dopo aver pagato l’onerosa tariffa annua per ottenere il permesso di sosta  “.

            “ Insomma – conclude Capodanno – un esempio palmare di un uso del tutto privato di un bene pubblico. E le autorità preposte, a partire dagli addetti alla vigilanza urbana, cosa fanno per eliminare questo palese abuso? Fanno come le stelle di un famoso film…stanno a guardare! Praticamente il nulla più assoluto! “.

Vomero: da tre settimane stop alle scale mobili di via Morghen. Un fermo che crea disagi e rabbia tra i tanti residenti della zona

                “ Oramai è un evento al quale i vomeresi sembra che si siano rassegnati, dal momento che, da quando sono state inaugurate, le scale mobili di collegamento, tra via Scarlatti e la stazione di monte della funicolare di Montesanto, sono soggette a frequenti fermi, al punto che sono state ribattezzate ironicamente “scale immobili” – afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -. Difatti non si contano le volte che la rampa a valle, non può essere utilizzata dalle tante persone, molti anziani ma anche turisti, che devono raggiungere l’area di San Martino. L’ultimo fermo segnalato è stato segnalato alla fine del mese scorso, un fermo che, stando al laconico cartello prestampato, affisso sulle porte chiuse, era dovuto all’esigenza di effettuare  “manutenzione programmata” mentre gli spazi per indicare la data d’inizio e quella di fine del fermo erano stati lasciati in bianco, per la qual cosa non era dato sapere quando le suddette scale avrebbero ripreso a funzionare “.

            ” A distanza di tre settimane da quella prima segnalazione – sottolinea Capodanno – l’unica cosa certa, oltre alla sparizione del cartello, è che l’impianto continua a rimanere chiuso né si vedono operai a lavoro, creando non poche difficoltà alle tante persone anziane o con problemi di deambulazione che abitano nella zona di San Martino, le quali, per rientrare a casa, devono affrontare le non agevoli scale in piperno. Da qui la rabbia e la protesta per i disagi causati dal permanere del disservizio, senza che venga fornita alcuna informazione al riguardo “.

            “ Per i numerosi fermi che si sono verificati da quando sono entrate in funzione, – puntualizza Capodanno – anche in considerazione del dato che, per la realizzazione di questi impianti di collegamento intermodale, occorsero ben due anni con una spesa di circa 4 miliardi delle vecchie lire, si è più volte chiesto, a tutt’oggi però senza riscontri operativi, che venissero promossi i necessari accertamenti tesi a individuare i motivi dei frequenti guasti e le ragioni dei lunghi tempi di riparazione che, in diverse occasioni, si sono protratti per mesi “.

            “ Sulla questione – conclude Capodanno – si sollecitano ancora una volta gli uffici competenti a intervenire al fine di assicurare un sistema di collegamento intermodale efficiente e sempre funzionante, a servizio della numerosa utenza, riducendo al minimo i disagi, anche attraverso un’informazione tempestiva e puntuale “.

Napoli: al Vomero tanti fiori e messaggi sulla “panchina di Tobia”. Anche una bella poesia dedicata allo scomparso, amato da tutto il quartiere

            “ Dal 6 marzo scorso, da quando si è diffusa la notizia della sua morte, ogni giorno si assiste a un vero e proprio pellegrinaggio nei pressi della panchina posta nell’isola pedonale di via Scarlatti al Vomero, dinanzi allo store della COIN – afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -.  Un evento che ha destato profonda commozione e cordoglio, quello della scomparsa di Tobia, l’uomo conosciuto e benvoluto in tutto il quartiere  che trascorreva, da tempo immemore, su quella panchina le sue giornate, di giorno come di notte, d’estate come d’inverno, con il freddo e con il caldo “.

            ” Ogni giorno – sottolinea Capodanno –  non mancano fiori e piante che oramai hanno invaso l’intera seduta. Molti coloro che lasciano anche messaggi indirizzati allo scomparso. Tra questi ultimi spicca quello con una bella poesia dedicata da un autore ignoto a Tobia, dal titolo “Assenza” per ricordare la vita che conduceva l’uomo nelle varie stagioni “.

            Questi i versi: ” Ho visto foglie cadere, in rubino e rosso arancio e poggiarsi ai tuoi piedi, ho visto in autunni silenziosi precipitare la pioggia, che ti costringe in un angolo al riparo. E con il freddo rannicchiarti nei tuoi panni celebrando i pasti nel cielo, con gli uccelli. I fiori che adornano la tua assenza mi hanno sussurrato il tuo nome, che non conoscevo. Con il sole della primavera diventavi uno come tanti alloggiato nella tua panchina e qualche volta dialogavi con il vento. Ti ricorderò nelle mie preghiere fratello, in questo viaggio dello spirito “.

            ” Tobia – ricorda Capodanno – era una persona schiva ma anche molto determinata nel difendere la sua scelta di vivere per strada, rifiutando con tenacia e determinazione la possibilità, che gli veniva offerta da più parti, di essere ospitato presso una struttura adeguata “.

            ” Alcuni commercianti della zona – sottolinea Capodanno -, all’indomani della ferale notizia, si sono offerti per far realizzare, a loro cura e spese, una targa con una dedica a Tobia, da apporre sullo schienale della panchina dove l’uomo ha trascorso buona parte degli ultimi anni della sua vita “.

            ” Al riguardo – puntualizza Capodanno – ho anche indirizzato una nota all’assessore alla toponomastica Alessandra Clemente la quale ha subito dato la sua disponibilità per portare a compimento questa bella e lodevole iniziativa, anche al fine di lasciare un ricordo imperituro  ai tanti che l’hanno conosciuto ma anche a tutti quelli che ne hanno sentito parlare in questi giorni, attraverso la “panchina di Tobia” “.

Vomero: la primavera sta arrivando mentre la potatura degli alberi è ferma. In molte strade i rami hanno raggiunto i piani alti degli edifici

       Un nuovo pressante appello viene lanciato dalla collina del Vomero all’amministrazione comunale. “ Nonostante che tra pochi giorni, con l’equinozio di sabato prossimo, partirà la stagione primaverile e che i rami dei platani secolari, che adornano molte strade e piazze del quartiere collinare, siano oramai gemmati e, in qualche caso, siano spuntate anche le prime foglioline, l’operazione di potatura ristagna –  afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -. Un’operazione che si sarebbe già dovuta concludere nel corso dei mesi invernali, pure tenendo conto dei problemi, sovente alla ribalta delle cronache, che hanno caratterizzato, anche in un recente passato, tali alberature stradali. Invece dopo gli interventi in alcune strade, segnatamente in via Morghen e in via Bernini, le potature si sono fermate e non sono ancora riprese “.

       “ I rami di molti alberi che in diverse strade, come nei tratti pedonali di via Scarlatti e di via Luca Giordano, sono privi da tempo della necessaria potatura, arrivano oramai fino ai piani alti degli edifici, raggiungendo finestre e balconi  – continua Capodanno -. La qual cosa potrebbe costituire un notevole problema durante la bella stagione. Senza considerare che alcune di queste essenze, anche in un recente passato, affette da malattie quali il cancro rosa o contagiate dalle “cimici del platano“ sono state purtroppo eliminate o sono cadute. Una situazione che andrebbe costantemente monitorata, effettuando con opportune cadenze i necessari interventi. In qualche caso, peraltro, il peso dei rami è così elevato da far incurvare il fusto della pianta sulla strada con conseguenze immaginabili, specialmente nelle giornate ventose “.

       “ Il caldo non potrà che peggiorare questo stato di cose, riproponendosi presumibilmente le stesse situazioni che si sono verificate nelle estati precedenti – conclude Capodanno -. Da rilevare che già in passato pioggia e vento hanno abbattuto diversi  alberi malati mentre altri sono stati tagliati in quanto minacciavano di cadere da un momento all’altro. Molte delle fonti delle alberature eliminate sono rimaste da allora vuote p con l sola ceppaia. Chiediamo dunque, ancora una volta, un intervento immediato e urgente mirato a scongiurare che queste situazioni si ripetano, sia attraverso gli interventi di potatura sia con le opportune cure dei platani malati. Inoltre bisogna mettere a dimora nuove essenze nelle  fonti d’albero ancora vuote “.

Al riguardo Capodanno sollecita, ancora una volta, l’intervento degli uffici competenti dell’amministrazione comunale.

Vomero, scale di via Luca Giordano: degrado e abbandono. Di recente la proposta d’intitolarle alla pittrice Artemisia Gentileschi

         ” Le scale di via Luca Giordano al Vomero, che collegano detta strada con via Aniello Falcone, da dove è possibile ammirare uno dei panorami più bella della Città e del suo golfo, versano da diverso tempo a questa parte in un grave stato di abbandono e di degrado – afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -. La questione riguarda entrambe le rampe che hanno bisogno di urgenti e non più differibili lavori di manutenzione e di riqualificazione. Tanto più alla luce del dato che di recente è stata proposto all’amministrazione comunale d’intitolarle alla pittrice Artemisia Gentileschi “.

            ” Allo stato attuale, in particolare, la prima rampa, quella che si diparte proprio da via Luca Giordano è quella che continua a manifestare maggiori problemi – sottolinea Capodanno – con la caduta grossi tratti dell’intonaco lungo entrambi i muri laterali. Addirittura dalle murature, oramai a vista, sono spuntate delle erbacce che continuano a crescere anche a ragione dell’assenza delle necessarie opere manutentive.  “.

            ” Tempo addietro – ricorda Capodanno – lungo le rampe furono posti dei transennamenti provvisori, a ragione del pericolo determinato dalla caduta degli intonaci. Si penso che tali transennamenti fossero propedeutici al risanamento delle murature di entrambe le rampe, attraverso la spicconatura del restante intonaco ammalorato, il suo rifacimento e tutte le restanti opere necessarie a restituire piena agibilità e decoro alle antiche scale in piperno. Invece il transennamento è scomparso, senza che le opere manutentive per ripristinare i muri siano stati effettuati “.

            Capodanno al riguardo sollecita l’immediato intervento degli uffici competenti, affinché vengano eseguiti i lavori necessari per restituire dignità e decoro alle antiche scale panoramiche di via Luca Giordano, valutando anche la possibilità di poter realizzare delle scale mobili, così come già fatto in passato per le scale di collegamento tra via Scarlatti e via Morghen o, in via subordinata, di procedere all’installazione di apparecchiature mobili per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche.

Napoli, 13 marzo 2021: 18 anni fa moriva Roberto Murolo. La casa-museo al Vomero in via Cimarosa è accessibile al pubblico?

Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, che, già in passato, ha più volte chiesto che a Roberto Murolo, grande cantore della Napoli classica, deceduto il 13 marzo 2003, del quale dunque domani cade il 18esimo anniversario della morte, vengano intitolate le scale di via Cimarosa, poste proprio dinanzi al palazzo dove si trova la sua casa,  e  dove il grande artista visse e mori, rilancia la sua proposta. Anche tenendo conto del fatto che a Murolo, nell’ambito del quartiere collinare,  è dedicata solo una rotonda in cemento posta all’incrocio tra via Rossini e via Paisiello, cosa che non solo sembra riduttiva ma della quale sono a conoscenza ben in pochi.

                ” L’idea dell’intitolazione delle scale attigue al palazzo – puntualizza Capodanno –  mi è venuta in mente, mutuando quanto fatto al riguardo prima per Giancarlo Siani, più di recente, per Massimo Troisi, al quale sono state intitolale le scale di via Mariconda e in questi giorni per la pittrice Artemisia Gentileschi, alla quale si è proposto d’intitolare le scale di via Luca Giordano. Mi auguro che, in tempi brevi, questa proposta venga fatta propria e attuata dall’amministrazione comunale partenopea “.

                “ In verità – afferma Capodanno – mi aspettavo, già da tempo, una maggiore considerazione per un artista del calibro di Murolo, che ha rilanciato la canzone napoletana nel mondo intero e che tanto lustro ha dato e continua a dare a Napoli, riproponendo le più belle melodie e scrivendo pagine indelebili che fanno, a giusta ragione, parte del retaggio storico della cultura partenopea “.

                “ Ma, fino a questo momento, così non è stato – puntualizza Capodanno -. In verità a Murolo, nel 2014, fu anche intitolata una delle traverse di via Nino Bixio, nel quartiere Fuorigrotta, cosa che però fece storcere il naso a più di un estimatore del grande artista, sia per il fatto che si era scelto un tratto di strada collaterale sia perché tale scelta era caduta al di fuori del territorio del Vomero, quartiere dove Roberto Murolo era sempre vissuto e dove, prima di lui aveva abitato, anche il padre, Ernesto Murolo, come ricordano le due lapidi apposte sulla facciata del fabbricato in via Cimarosa “.

                ”  Proprio in occasione della collocazione della lapide, avvenuta il 18 gennaio 2012, per celebrarne il centenario della nascita, si parlò diffusamente, anche sugli organi d’informazione, della realizzazione, nell’abitazione dei Murolo, di un museo che sarebbe dovuto diventare luogo di studio e di ricerca ma anche meta di un turismo amante della storia musicale di Napoli di sempre – ricorda Capodanno – Ma non sappiamo se poi alle dichiarazioni d’intenti siano seguiti fatti concreti. A questo punto, a distanza di ben oltre sette anni dal suddetto avvenimento, pure per rispondere alle domande al riguardo dei turisti ma anche dei tanti estimatori dell’indimenticato artista, auspichiamo che si renda pubblicamente noto se la casa di Ernesto e Roberto Murolo, le cui pareti, come si legge nelle cronache dell’epoca, parlano di musica e cultura e che si auspicava che diventasse come la casa museo a Lisbona di Ferdinando Pessoa, il grande scrittore portoghese, sia oggi un museo, accessibile ai visitatori, e, in caso positivo, in quali orari e a chi bisogna rivolgersi per prenotare la visita, visto che dalle ricerche condotte, anche su internet, nulla risulta al riguardo “.

Vomero: marciapiedi invasi da erbacce, strade come foreste. Subito una task force per combattere la malerba

” Le condizioni dei marciapiedi del Vomero peggiorano ogni giorno di più, al punto che le piante infestanti sembrano oramai far parte integrante dell’arredo urbano – afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -. A testimonianza la malerba che, non diversamente di quanto accade purtroppo anche in altre zone della Città, infesta  tanti marciapiedi e per la cui eliminazione occorrerebbe mettere in funzione dei tosaerba quantomeno per evitare che i marciapiedi si trasformino in prati incolti “.

            ” Un esempio eclatante del pessimo stato manutentivo dei marciapiedi del quartiere collinare partenopeo si può osservare in via Merliani, lungo il tratto che da via San Gennaro ad Antignano porta a via Scarlatti  – continua Capodanno -. Qui le erbacce si sono sviluppate e continuano a crescere non solo lungo le facciate dei fabbricati ma anche nelle fonti d’albero da tempo vuote, tra le tante che costellano da tempo le strade del quartiere collinare, senza che si proceda a rimuovere le ceppaie per mettere a dimora nuove essenze. Il tutto in un quadro di degrado complessivo che riguarda anche la pavimentazione sconnessa e con rattoppi realizzati con colate d’asfalto “.

            ” Occorrerebbe mettere in campo risorse economiche e personale che pare che allo stato non ci siano per eliminare le erbacce che infestano le strade della Città – sottolinea Capodanno -. D’altronde non va meglio sul fronte della potatura delle alberature che, dopo gli interventi effettuati in via Morghen e in via Bernini, al Vomero si è nuovamente fermata mentre la primavera è oramai alle porte “.

            ” Bisognerebbe costituire un’apposita task force contro la malerba che infesta le strade di Napoli – propone Capodanno -. Il personale addetto a questa operazione andrebbe però dotato di attrezzature e mezzi per poter operare. Un problema non insormontabile quello di reperire uomini e risorse economiche per restituire decoro e dignità alle strade cittadine “.

            Capodanno al riguardo sollecita ancora una volta l’amministrazione comunale a provvedere con l’urgenza del caso alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle strade, eliminando tutte le erbacce, mettendo a dimore nuove essenze arboree nelle fonti che ne sono prive o con la sola ceppaia e ripristinando la continuità dei manufatti di copertura, attraverso le opere necessarie al fine di evitare che l’inconveniente della crescita della malerba si ripeta.

Napoli, 11 marzo 2021: 16 anni fa moriva Aurelio Fierro. Quando vedrà la luce il museo della canzone napoletana?

“ Anche se era nato a Montella, abbiamo ritenuto da sempre Aurelio Fierro un vomerese doc, visto che per decenni ha abitato con la famiglia nel quartiere collinare della città, in un appartamento posto nella centralissima via Cilea – afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -. Ho conosciuto personalmente il maestro negli anni ’80 quando ero presidente della circoscrizione Vomero. Col suo sorriso gioviale ci tenne a ricordarmi che eravamo “quasi” colleghi dal momento che egli solo per pochi esami non aveva completato gli studi d’ingegneria “.

                “ Purtroppo l’11 marzo del 2005, sedici anni fa, dopo una lunga malattia, a 81 anni, moriva uno dei personaggi che, insieme a pochi altri, tra i quali va certamente ricordato Roberto Murolo, scomparso due anni prima il 13 marzo 2003, anch’egli vomerese, aveva contribuito a diffondere  la canzone napoletana in Italia e all’estero, soprattutto in Giappone ma anche in Europa, in Australia e in America – continua Capodanno -. Eppure questi uomini che tanto hanno dato a Napoli, anche dopo la morte, non hanno ricevuto il giusto riconoscimento dalle istituzioni  a tanto preposte “.

                Al riguardo va ricordato quando affermato da Aurelio Fierro in un’intervista rilasciata circa un anno prima della scomparsa: “ Sono innamorato di Napoli, non posso farci niente. Sto bene solo qua. Eppure questa è una città ingrata, che non si rende conto dei suoi tesori. Parlo della gente, ma anche delle istituzioni. Mi sono offerto più volte d’insegnare gratuitamente la canzone napoletana ai giovani, purché mi dessero una sede. Come mi hanno risposto? Vedremo, faremo, soltanto parole “.

                “ Da menzionare anche l’impegno politico di Fierro quando nel 1970 fu eletto nel consiglio comunale di Napoli, portando il proprio contributo di idee e d’esperienza – ricorda Capodanno -. Ad una sua interpellanza si deve il passaggio dal demanio dello Stato al Comune di Napoli del teatro Mercadante, al quale più di recente è stato riconosciuto lo status di teatro nazionale. Inoltre fece approvare un progetto per la destinazione della Casina dei Fiori in Villa comunale a Museo della Canzone napoletana con annesso teatrino da destinare a scopi anche turistici. La costruzione fu iniziata, ma fu poi bloccata ed infine demolita con l’arrivo del G7 a Napoli “.

                “ Fierro fu anche autore di una grammatica della lingua napoletana e del libro “ Fiabe e leggende napoletane “ – prosegue Capodanno -. Irrealizzato restò invece il progetto di dare alla stampe  l’enciclopedia storica della canzone, in quattro volumi, che lo vide impegnato sin dagli inizi degli anni novanta “.

                “ E’ auspicabile – conclude Capodanno – che i nostri pubblici amministratori, anche nel rispetto della memoria di questi eccezionali maestri, che hanno rappresentato Napoli e la sua melodia in tutto il mondo, si decidano a creare finalmente, nel capoluogo partenopeo, un museo della canzone napoletana, sulla cui nascita si discute da quasi trent’anni, dando finalmente corpo alle promesse che si fanno a ogni dipartita di un grande artista, e che, purtroppo, cadono nel dimenticatoio a partire dal giorno seguente al triste evento  “.

Vomero: strade che sprofondano anche quando non piove. L’ultima voragine in via Aniello Falcone

            “ Purtroppo, come andiamo segnalando da tempo, la manutenzione stradale al Vomero fa acqua da tutte le parti – afferma Gennaro Capodanno, ingegnere, presidente del Comitato Valori collinari -. Da un lato assistiamo a strade rifatte di recente, come via Luca Giordano, nel tratto tra l’incrocio con via Scarlatti e piazza degli Artisti, che, dopo lavori durati anni, costati alcune centinaia di migliaia di euro, sono di nuovo in uno stato pietoso con buche e avvallamenti, d’altro, come è accaduto oero in via Aniello Falcone all’improvviso si aprono voragini nel manto stradale, benché questa volta non può addebitarsi l’episodio alle piogge dal momento che sono giorni che non piove “.

            “ Dobbiamo ringraziare San Gennaro, il nostro santo patrono,  se questi eventi non si trasformano in tragedie annunciate anche con possibili perdite di vite umane – continua Capodanno -. Ma le ripercussioni sulla cittadinanza sono di notevole entità. Basti pensare all’aspetto psicologico con il quale i napoletani vivono oramai ogni caduta di pioggia un poco più intensa. Le amministrazioni locali, che ben conoscono il problema identico a quello degli anni scorsi, in queste circostanze, si limitano a chiedere il riconoscimento dello stato di calamità naturale per risarcire i danni di milioni di euro, senza mai interrogarsi sulle cause che li generano e provvedere a rimuoverle “.

            “ A parte le palesi responsabilità dell’assessore comunale al ramo che farebbe bene a rassegnare le proprie dimissioni, viste le penose condizioni nelle quali permangono le strade cittadine – conclude Capodanno – è auspicabile che nelle sedi competenti vengano promossi tutti gli accertamenti tesi a comprendere come vengono spesi i soldi dei contribuenti in questo delicato settore, anche alla luce dei numerosi incidenti di cui continuano a essere vittime pedoni, motociclisti e automobilisti per le buche e le voragini di cui è costellata la città, come si evince dalle cronache quotidiane, e dei conseguenti risarcimenti  “.

Vomero: una targa per la “panchina di Tobia”. Tanta commozione, con piante, fiori e bigliettini dei residenti

“ Da ieri mattina, vale a dire da quando si è diffusa la notizia della sua morte, è una vera e propria processione quella che si sta verificando nei pressi della panchina posta nell’isola pedonale di via Scarlatti al Vomero, nei pressi dello store della COIN – afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -.  Un evento che ha destato profonda commozione e cordoglio , quello della scomparsa di Tobia, l’uomo conosciuto e benvoluto in tutto il quartiere  che trascorreva, da tempo immemore, su quella panchina le sue giornate, di giorno come di notte, d’estate come d’inverno, con il freddo e con il caldo “.

            ” Tobia – ricorda Capodanno – era una persona schiva ma anche molto determinata nel difendere la sua scelta di vivere per strada, rifiutando con tenacia e determinazione la possibilità, che gli veniva offerta da più parti, di essere ospitato presso una struttura adeguata o di farsi curare, alla bisogna “.

            ” Sono tanti – aggiunge Capodanno – coloro che, profondamente colpiti e addolorati dalla notizia della morte di Tobia, su quella panchina, che si sta trasformando in un piccolo altarino, lasciano, in queste ore, un fiore, una pianta o anche un bigliettino di saluti.  Un semplice ciao non un addio, forse nella speranza che Tobia prima o poi possa ritornare per la gioia dei tanti che in questi anni gli si erano affezionati e che oggi ne piangono la scomparsa “.

            ” Alcuni commercianti della zona – sottolinea Capodanno – si sono subito offerti per far realizzare, a loro cura e spese, una targa con una dedica a Tobia, da apporre sullo schienale della panchina dove l’uomo ha trascorso buona parte degli ultimi anni della sua vita “.

            ” Al riguardo – puntualizza Capodanno – ho anche indirizzato una nota all’assessore alla toponomastica Alessandra Clemente per conoscere la procedura da mettere in atto al fine di poter far realizzare e apporre la targa. Appena arriverà la risposta verranno posti in atto tutti gli adempimenti necessari, anche al fine di lasciare un ricordo imperituro  ai tanti che l’hanno conosciuto ma anche a tutti quelli che ne hanno sentito parlare in questi giorni, attraverso la “panchina di Tobia” “.

Vomero in lutto per la morte di Tobia. Proposta la dedica della panchina dove trascorreva le sue giornate

“ Una notizia che ha destato profonda commozione e cordoglio tra i tanti che, come me, lo conoscevano da sempre, incontrandolo ogni giorno, seduto sulla solita panchina di via Scarlatti, dinanzi alle vetrine del megastore di COIN  – afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -. Mi riferisco alla morte di Tobia, che qualcuno ha definito “l’uomo della panchina”, la notizia del cui decesso è apparsa stamattina sul social network Facebook. Una persona schiva ma anche molto determinata nel difendere la sua scelta di vivere per strada, rimanendo su quella panchina, giorno e notte, d’estate, con il caldo torrido, come d’inverno, con temperature a volte polari, rifiutando con tenacia e determinazione la possibilità, che gli veniva offerta da più parti di essere ospitato presso un dormitorio e di farsi curare alla bisogna “.

            ” C’erano periodi durante i quali quella panchina rimaneva vuota, presumibilmente perché si rendeva necessario, forse anche contro la sua volontà, ricoverarlo per fornirgli le cure necessarie non più procrastinabili – sottolinea Capodanno -. Ma poi, dopo alcuni giorni, ricompariva e la sua presenza rassicurava le tante persone che gli erano affezionate e con le quali s’intratteneva sovente a conversare  “.

            ” Ieri mattina – ricorda Capodanno – l’ho visto per l’ultima volta. Era seduto sulla solita panchina ma in una posizione inusuale, piegato su un fianco, sembrava che dormisse. Invece presumibilmente stava male. Ho saputo che qualcuno poi, vedendolo immobile, ha chiamato il 118. E’ stato soccorso da un’ambulanza che lo ha portato via. Poi, come un fulmine a ciel sereno, stamani la ferale notizia del decesso “.

            ” Oggi su quella panchina, per ricordare Tobia, è stata collocata una pianta con un biglietto sul quale si legge “Ciao Tobia” con disegnato un cuore e una firma “Coin”. Un saluto non di addio ma un arrivederci, forse nella speranza che, come già accaduto in passato, Tobia prima o poi possa ritornare per la gioia dei tanti che in questi anni gli si erano affezionati e che oggi ne piangono la scomparsa “

            Capodanno, nell’esprimere il profondo cordoglio per la morte di Tobia, invita l’amministrazione comunale a dedicare a quest’uomo, simbolo dei tanti invisibili, per i quali la società ancora una volta ha palesato la propria incapacità, con i tanti limiti nell’affrontare e risolvere i loro problemi, la panchina sulla quale ha trascorso buona parte della sua vita, anche apponendo una semplice targa che ricordi quest’uomo buono  ma profondamente solo. “Ciao Tobia, spero che troverai una panchina anche lassù tra le nuvole, da dove potrai continuare a tenerci compagnia”.

Napoli: che fine ha fatto il progetto della “Città obliqua”? Da rilanciare con i finanziamenti UE per l’emergenza pandemica

“ Che fine ha fatto il progetto della “Città obliqua”? ” A porre ancora una volta l’interrogativo è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, che da tempo si batte per la rivalutazione dei percorsi pedonali che collegano la collina al centro di Napoli .

“ Attraverso i quattro percorsi pedonali, della Pedamentina, di salita Cacciottoli, del Petraio e di Calata S. Francesco – puntualizza Capodanno -, si potrebbe, anche con un sistema di scale mobili, collegare varie zone della città bassa con il Vomero, alla stregua di quanto già fatto a Perugia, in modo da poter pedonalizzare l’intero quartiere collinare con un’unica Ztl, collegandolo, anche attraverso sistemi intermodali e mezzi di trasporto su ferro, agli altri quartieri della metropoli partenopea, e risolvendo, una volta e per sempre, i gravi problemi del traffico e del conseguente inquinamento atmosferico “.

“ Le scale di Napoli – continua Capodanno – rappresentano un patrimonio d’inestimabile valore, anche dal punto di vista storico e culturale che, purtroppo, da lustri versa in uno stato di totale abbandono. Un patrimonio che è stato sempre sottovalutato dalle varie amministrazioni che si sono succedute sino ad oggi.  Peraltro la loro storia è legata in gran parte alle espansioni fuori dalle mura che si ebbero nel sedicesimo secolo con l’esigenza di creare percorsi pedonali che congiungessero la collina con la fascia costiera. Anche sotto questo aspetto, rappresentano dunque uno spaccato importante della storia partenopea. Con i finanziamenti ottenuti dall’Unione Europea si potrebbe rilanciare un progetto che ha una notevole valenza sia sul piano culturale che su quello turistico “.

“ In particolare – sottolinea Capodanno – per la Pedamentina anni addietro era stato anche presentato un progetto di riqualificazione dei vari manufatti presenti lungo il percorso, da tempo abbandonati e degradati. Nel progetto, presentato nel corso di un convegno, era previsto che essi venissero trasformati in botteghe per l’artigianato campano, in modo da valorizzare tale percorso anche a fini turistici, restituendo l’antica dignità a questo importante sito storico “.