VOMERO: ABBATTUTO UN ALTRO PLATANO IN VIA LUCA GIORDANO. DOPO LA TEMPESTA DEI GIORNI SCORSI IL VOMERO SEMBRA UN CAMPO DI BATTAGLIA

” Dopo la tempesta che si è abbattuta su Napoli nei giorni scorsi, alcune strade del Vomero, come via Scarlatti e via Luca Giordano, oggi somigliavano a un campo di battaglia con diverse recinzioni con nastri colorati e tanti rami accatastati sull’acciottolato in attesa di essere rimossi – afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -. Come se non bastassero i danni prodotti dalla tempesta alle alberature stradali stamani è toccato a un altro platano secolare, posto in via Luca Giordano, nel tratto tra via Carelli e piazza degli Artisti, tagliato in tanti pezzi sotto l’azione delle seghe elettriche “.

            ” Abbattimenti – sottolinea Capodanno – che avvengono da diverso tempo a questa parte e rispetto ai quali alcuni residenti hanno palesato, anche attraverso i social network, non poche perplessità, chiedendo che venga fatta chiarezza sui motivi posti alla base delle decisioni che si fanno assumendo al riguardo per quella che sembra assumere i connotati di una vera e propria campagna di abbattimento delle alberature stradali, principalmente platani secolari, le quali rappresentano da sempre un filtro naturale, dal momento che notoriamente, attraverso  il processo della fotosintesi, trasformano l’acqua e l’anidride carbonica in ossigeno utilizzando l’energia proveniente dai raggi solari che colpiscono le foglie. Non solo ma offrono, con rami e foglie, ombra e refrigerio ai passanti, particolarmente graditi in queste giornate di caldo africano “.

            “ Sia chiaro – continua Capodanno – è giusto da parte degli uffici competenti, attraverso personale qualificato,  effettuare tutte le verifiche e gli interventi del caso per salvaguardare l’incolumità dei passanti. Si osserva però che, se questi interventi fossero stati fatti per tempo, molti platani, che furono piantati all’atto della nascita del “Nuovo Rione”, voluto dalla legge per il  Risanamento di Napoli nel 1885 e dunque hanno oltre un secolo di vita, potevano essere salvati. Difatti, negli ultimi tempi, anche a causa dell’elevato tasso di inquinamento delle strade del quartiere collinare, i platani secolari sono stati attaccati da diversi agenti patogeni, tra i quali quello del cosiddetto cancro colorato. Danni ha causato anche la tingide del platano che ne ha infestato le foglie, oltre ad arrecare fastidiose punture alle persone. Inoltre è da tempo che queste alberature non vengono potate, raggiungendo anche altezze tra i 15 e i 20 metri, con conseguenze immaginabili quando durante le giornate ventose rami e tronchi vengono sottoposti a sollecitazioni trasversali di notevole intensità “.

            “ Insomma – puntualizza Capodanno – uno stato di abbandono del già scarno patrimonio arboreo che sta producendo l’abbattimento di numerosi platani, come testimoniano ancor oggi le fonti d’albero vuote, con una situazione complessiva di precarietà e di abbandono rispetto alla quale è auspicabile che si assumano, con l’immediatezza del caso, gli opportuni e non più differibili provvedimenti “.

Napoli: 41 anni fa moriva Luigi Buccico, il “padre” del metrò collinare. A lui bisogna intitolare l’importante mezzo di trasporto su ferro

            “ Era il 22 dicembre 1976, un mercoledì piovoso, quando, nella zona collinare di Napoli, cominciava, alla presenza dell’allora sindaco di Napoli, Maurizio Valenzi e di altre autorità, con la posa della prima pietra in via Mario Fiore, con una linea sulla carta e senza un centesimo in cassa, l’avventura della costruzione di quella che venne poi chiamata la linea 1 della metropolitana – ricorda Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -. A breve decorrerà il 44esimo anniversario di quell’evento, e ancora il sogno di vedere la metropolitana completa, non si è realizzato. Un progetto che, in verità, fu redatto nel 1963 dall’Ente Autonomo Volturno e regalato all’amministrazione comunale finalizzato, in origine, alla costruzione della quinta funicolare che doveva collegare piazza Medaglie d’Oro con il rione Sanità “.

            “ C’è voluta più di una generazione  perché il collegamento, con almeno una parte delle stazioni, fosse completato – afferma Capodanno -. In tutti questi anni, i cantieri hanno consentito di arrivare fino a piazza Garibaldi, ma manca ancora la chiusura dell’intero percorso con una sorta di “circe line”, passando sotto il Centro Direzionale. Sui tempi ancora necessari nessuno sembra sbilanciarsi. Comunque, se tutto va bene, alla fine ci sarà voluto quasi mezzo secolo per realizzare questo importante mezzo di trasporto su ferro. Dunque tempi lunghissimi con costi che hanno superato, e di molto, la spesa iniziale. Aspetti negativi sui quali sono intervenuti sia la Corte dei Conti, sia la Commissione Europea “.

            “ Se l’amministrazione comunale cittadina riprendesse a operare con efficienza e celerità ci sarebbe tanto da fare recuperando i ritardi accumulati in materia di trasporto pubblico su ferro, risolvendo una volta e per sempre gli annosi problemi del traffico veicolare e dell’inquinamento ambientale che affliggono il capoluogo partenopeo  – prosegue Capodanno -. Tra le altre andrebbe anche rilanciata la proposta, più volte formalizzata, d’intitolare il metrò collinare, al suo ideatore, a colui che agli inizi degli anni ’70, in posizione quasi isolata, si batte per dare impulso a quest’opera attingendo agli appositi finanziamenti della legge 1042 del 1969 “.

            “ Nelle polemiche che caratterizzano all’epoca lo scontro tra i due partiti di maggioranza, democristiani e socialisti – continua Capodanno – l’opera dell’allora assessore comunale ai trasporti Luigi Buccico, del quale il 29 settembre ricorre il 40esimo anniversario dalla morte, fu fondamentale per portare avanti il progetto di una metropolitana per collegare l’area collinare con il centro cittadino.  Solo dopo l’approvazione da parte del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici, avvenuta il 31 marzo 1972, del piano regolatore generale di Napoli, nel quale era compreso il piano dei trasporti, voluto proprio da Buccico,  piano che considerava la collinare prioritaria, fu possibile sbloccare il finanziamento di 42 miliardi stanziati appunto con la legge 1042 “.

            “ Dunque, se oggi Napoli, a distanza purtroppo di tanti, troppi anni, si sta dotando di un sistema moderno di metropolitana, il merito va principalmente a Luigi Buccico che ebbe la lungimiranza, sin dagli anni ’70 di comprendere l’importanza, per la soluzione dei problemi del traffico napoletano, di un sistema integrato di trasporto su ferro – conclude Capodanno -. A lui giustamente deve essere intitolata quella che oggi viene denominata semplicemente “linea 1” della metropolitana “.

            Capodanno invita ancora una volta il consiglio comunale di Napoli ad avviare l’iter per l’intitolazione del metrò collinare a Luigi Buccico, ritenendo del tutto insufficiente la sola targa posta nel 2006, nella stazione Vanvitelli, per ricordare l’importante opera da lui svolta.

Vomero: SOS per buche, avvallamenti e caditoie ostruite. Un gruppo su Fb con oltre 1.800 iscritti per le segnalazioni

Al link: https://www.facebook.com/groups/buchepartenopee/

            A Napoli, con le prime piogge e i primi temporali, torna in primo piano è la situazione disastrosa delle strade cittadine con dissesti che ogni anno mietono tantissime vittime. Ripercussioni incalcolabili per la società civile ma anche per le casse pubbliche, pure alla luce delle numerose sentenze che condannano al pagamento non solo dei danni ma anche delle spese legali. Si parla complessivamente di somme con diversi zero di euro risarciti alle vittime dei dissesti, soldi che, nel tempo, avrebbero potuto essere più proficuamente investiti per il risanamento delle strade interessate. Al riguardo, sul social network  Facebook, continua a tenere banco il gruppo fondato dal presidente del Comitato Valori collinari, Gennaro Capodanno, che, parafrasando un noto detto napoletano, s’intitola: “ Buche partenopee, vedi Napoli e poi…cadi “, al link https://www.facebook.com/groups/buchepartenopee/ . Un gruppo che ha superato i 1.800 iscritti, e dove vengono pubblicati e descritti gli avvallamenti e le buche presenti in numerose strade e piazze della Città. Un contributo, anche fotografico, a disposizione di quanti interessati.

            “ Questo gruppo – spiega Capodanno – nasce con il precipuo scopo di segnalare alle autorità competenti, con foto e racconti, i dissesti e le buche presenti sulle carreggiate e sui marciapiedi delle strade napoletane, che, in molti casi, sono presenti da tempo. Numerosi i passanti vittime dei dissesti sui marciapiedi. Altrettanto folta la pattuglia degli automobilisti e, principalmente, dei motociclisti vittime di buche e voragini sulle carreggiate. Quando va bene a risentirne è la colonna vertebrale, per i continui sbalzi determinati dalle precarie condizioni di molte strade  “.

            “ Pure in questi giorni continuano ad arrivare segnalazioni di nuove buche e nuove voragini che si aprono sui marciapiedi e sulle carreggiate delle strade, anche nei quartieri del Vomero e dell’Arenella – puntualizza Capodanno -. Le ultime segnalazione riguardano lo stato nel quale si trova una delle principali arterie per la viabilità, via Cimarosa. Tante anche le segnalazioni delle numerose caditoie otturate, tra le quai quelli presenti in piazza Vanvitelli, a causa della mancata ordinaria manutenzione con conseguenze immaginabili durante le piogge intense di questi giorni “.

            “ La soluzione del problema non è più dilazionabile – prosegue Capodanno –. Bisogna subito porre rimedio a questa preoccupante annosa situazione, che può incidere anche sulla pubblica incolumità, ma non con soluzioni tampone che ripropongono, dopo poco tempo, gli stessi problemi bensì con interventi definitivi e radicali “.

            Capodanno lancia l’ennesimo appello agli uffici comunali competenti affinché, effettuate le opportune indagini e verifiche, si provveda in tempi rapidi.

Vomero: alberi abbattuti e rami spezzati dal temporale. Senza interventi rapidi ed efficaci potrebbe accadere di nuovo

” Bisogna che gli uffici competenti si adoperino con l’urgenza del caso con interventi rapidi ed efficaci, partendo da un’indagine accurata su tutte le alberature presenti lungo le strade e le piazze del popoloso quartiere collinare, dove stamani, nella centralissima via Scarlatti, nel corso del temporale che si è abbattuto sulla città, il tronco di un grosso albero si è spezzato schiantatosi al suolo, danneggiando alcune autovetture che sostavano lungo il marciapiede. Per fortuna nessuno si trovava a passare nel tratto di strada interessato, quando si è verificato l’evento, altrimenti avrebbe potuto ripetersi una tragedia che, purtroppo, al Vomero si è già vissuta in passato. Peraltro sono diverse le segnalazioni di alberi danneggiati dalla tempesta con rami caduti, rappresentando l’evento avvenuto in via Scarlatti quello più eclatante “. A segnalare i gravi problemi che affliggono, e non da oggi, le alberature stradali al Vomero è ancora una volta Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, che, anche attraverso il suo blog, ha più volte sollecitato gli uffici competenti a intervenire, senza però che si siano riscontrate risposte operative alle sue numerose segnalazioni.

            ” Gli alberi presenti lungo le strade e le piazze del Vomero da anni sono afflitti da problemi ben noti e più volte segnalati – puntualizza Capodanno -. Tra l’altro la mancanza di una potatura, effettuata nei tempi e con le modalità opportune, ha prodotto che le alberature poste lungo i marciapiedi di strade e piazze, siano cresciute a dismisura, raggiungendo anche i piani alti degli edifici, con altezze che, in molti casi, si attestano tra i 15 e i 20 metri. In giornate ventose o nel corso di temporali la forza esercitata lateralmente dal vento, tende a piegare il tronco. A quel punto l’albero, specialmente se afflitto da patologie, non curate, che ne hanno minato la resistenza, può o spezzarsi o addirittura essere divelto dalla base, abbattendosi a terra con tutto il peso di tronco e rami, con conseguenze immaginabili “.

            ” E’ notorio – infatti – che oltre che attaccati dal cancro colorato, che ne ha provocato nel tempo la decimazione, i platani del Vomero sono da lustri infestati da colonie di un insetto, una tingide, il cui nome scientifico è Corythucha ciliata, la cui femmina si riproduce al ritmo di 200 uova per ogni ciclo della durata di 45 gironi, nascondendosi per riprodursi sotto la corteccia dell’albero. Nonostante le numerose segnalazioni effettuate da anni, non si è mai provveduto a debellare il parassita, che potrebbe essere eliminato con metodi naturali, come dimostrano studi scientifici, condotti al riguardo da istituti specializzati “.

            Capodanno sulla situazione complessiva del già scarno verde pubblico a disposizione degli abitanti del Vomero, che, se si esclude la villa Floridiana – anch’essa da tempo afflitta da problemi agli alberi, con aree in gran parte interdette ai visitatori -, è costituita essenzialmente dalle alberature stradali, ancora una volta richiama l’attenzione delle autorità competenti, affinché vengano attivate, in tempi rapidi, tutte le iniziative del caso per la loro tutela e salvaguardia, garantendo nel contempo la sicurezza dei cittadini.

Vomero, via Cilea: scomparso un albero dal marciapiede. Proposta l’istituzione del “garante per la tutela degli alberi”

Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, chiede che si faccia chiarezza, da parte delle autorità preposte, su un giallo che sta facendo discutere in questi giorni gli abitanti del Vomero.

            ” Si tratta della scomparsa di un’alberatura stradale lungo la centralissima via Cilea all’altezza del civico 30, sullo stesso tratto di marciapiede dove sono stati collocati tavolini e sedie di un bar – afferma Capodanno -. Un episodio che mi è stato segnalato ma che ho poi riscontrato personalmente. Da notare che lungo lo stesso marciapiede si trovano anche altri alberi tagliati lasciando in sede la sola parte bassa del tronco. Invece l’albero in questione è del tutto scomparso con la fonte coperta da uno strato di cemento.

            ” Purtroppo non è la prima volta che si assiste a episodi del genere, a danno del poco verde pubblico a disposizione della collettività – sottolinea Capodanno -. Episodi analoghi risulta che si siano verificati anche in passato. Sembra che non tutti comprendano l’importanza del verde per la vita stessa degli esseri umani, dal momento che sono proprio le piante verdi a trasformare, attraverso la fotosintesi clorofilliana, l’anidride carbonica, che emettiamo, nel prezioso ossigeno, che ci consente di respirare “.

            ” Al fine di porre un argine a situazioni analoghe, diffondendo la cultura del verde  –  afferma Capodanno –   propongo all’amministrazione comunale l’istituzione della figura del “garante per la tutela degli alberi“  ”.

            “ Al riguardo va precisato – puntualizza Capodanno – che il patrimonio arboreo del Comune di Napoli  è rappresentato da circa quarantamila alberi che si raddoppiano almeno, considerando anche quello in carico ad altri enti. Un patrimonio inestimabile che purtroppo negli ultimi tempi appare in gran parte in condizioni d’abbandono, specialmente al Vomero, dove gli antichi platani, non potati, sono afflitti da anni dalla famigerata cimice e dal cancro colorato che li ha decimati. Un garante per la tutela degli alberi, attività che andrebbe prestata a titolo gratuito, avrebbe tra gli altri il compito di ricevere segnalazioni e reclami, di promuovere campagne di sensibilizzazione e di informazione, d’interfacciare con altri Enti preposti alla tutela del verde pubblico, di formulare proposte per il miglioramento del verde urbano, di richiedere agli uffici preposti gli interventi necessari, anche con carattere d’urgenza, d’interagire con Enti, Associazioni, Comitati, attivi in materia, anche per sviluppare proposte e progetti, d’intrattenere rapporti di scambio, studio e ricerca con organismi operanti nell’ambito della tutela e della salvaguardia degli alberi “.

            “ Inoltre – continua Capodanno – il garante per la tutela degli alberi potrebbe avvalersi di dieci collaboratori, uno per ciascuna delle municipalità nelle quali è suddiviso il territorio cittadino,  ai quali, sempre a titolo gratuito, delegare alcune delle proprie funzioni, mantenendo su di esse compiti di coordinamento “.

            Nell’immediato Capodanno chiede altresì che, dopo i necessari accertamenti, si proceda, in tempi rapidi, alla piantumazione di un nuovo albero nella fonte segnalata, che ne è rimasta priva, anche avvalendosi del programma annunciato all’inizio di questo mese che prevede l’investimento di 5,5 milioni di euro della Città metropolitana per le nuove alberature da piantare lungo le strade di Napoli, programma che dovrebbe partire a breve, dal prossimo mese di ottobre.

Vomero: continuano i disservizi nel trasporto pubblico: oggi scale mobili ferme. Ieri e l’altro ieri funicolare di Chiaia chiusa dalle 14 per “problemi tecnici”

            “ Come se non bastassero i tanti disservizi che si registrano sia nel trasporto su ferro che in quello su gomma, a completare il quadro di un trasporto pubblico  che, a Napoli, e segnatamente nel popoloso quartiere collinare del Vomero, continua a fare acqua da tutte le parti, oggi si sono di nuovo fermate anche le scale mobili “. A segnalare l’ennesima chiusura degli impianti di risalita sulla collina è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari e per il Trasporto pubblico.

            ” L’attuale fermo riguarda sia le scale mobili poste in via Cimarosa sia quelle situate in via Morghen – puntualizza Capodanno – La cosa grave è che, benché si tratti di un servizio pubblico non c’è neppure un avviso affisso che motivi in qualche maniera la chiusura e la durata di tale fermo, con le scuse doverose per i disagi arrecati. A subirne le conseguenze non solo i residenti, tra i quali molti anziani, costretti a salire le scale di piperno con le buste della spesa, ma anche i turisti che vengono al Vomero per visitare le bellezze poste nell’area di San Martino: Castel Sant’Elmo, la Certosa e il Museo “.

            ” Ieri e l’altro ieri invece, a fermarsi era stato l’impianto della funicolare di Chiaia per non meglio precisati “problemi tecnici” come si legge sulla pagina social dell’azienda – sottolinea Capodanno – . Un mezzo di trasporto pubblico, va ricordato, che rappresenta, allo stato, l’unico collegamento su ferro tra il quartiere collinare e quello di Chiaia, e che trasporta, nei giorni feriali, quotidianamente circa 15mila utenti “.

            ” Ovviamente anche per l’ennesimo improvviso stop, che ha appiedato tantissime persone, sempre sul social network Facebook sono fioccate numerose proteste, che hanno tra l’altro, ancora una volta, messo in risalto l’ironia amara tutta napoletana di fronte ai tanti disservizi del trasporto pubblico in Città  – sottolinea Capodanno -. Anche perché per l’impianto in questione, queste interruzioni del servizio si stanno verificando decisamente con eccessiva frequenza, suscitando non pochi dubbi e  preoccupazioni tra i viaggiatori “.

             ” Così – puntualizza Capodanno – in uno dei commenti si legge: “  Problemi tecnici ogni giorno. Porte guaste da mesi. Siete lo scuorno della mobilità a Napoli “; in un altro: ” Oramai è una barzelletta tutti i giorni semp a stessa storia “. Infine in riferimento a un recente confronto con il sistema di trasporto giapponese, in un altro post si legge: “ Ma veramente il Giappone sta proprio dietro, l’organizzazione che avete voi, la PUNTUALITÀ soprattutto fa invidia. Che belli siete, ma chiurit ” “.

Napoli, funicolare di Chiaia: anche oggi fuori servizio per “problemi tecnici”.Utenti esasperati. Commenti al calor bianco su Facebook

Capodanno “Non si dovevano rinviare i lavori di revisione ventennale!”

            ” Come se non bastassero i disagi ai quali sono sottoposti quotidianamente i numerosi utenti del trasporto pubblico a Napoli, ancora una volta, oggi pomeriggio alle 14:10, come si legge sul sito dell’ANM sul social network Facebook, e come era accaduto anche ieri, l’impianto della funicolare di Chiaia, è stato costretto a fermarsi per non meglio precisati “problemi tecnici” “. A intervenire sull’ennesimo fermo è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari e del trasporto pubblico, che sta seguendo da tempo le vicende dell’importante impianto a fune, unico collegamento su ferro tra il quartiere collinare e quello di Chiaia, e che trasporta, nei giorni feriali, quotidianamente circa 15mila utenti.

            ” Ovviamente anche per l’ennesimo improvviso stop, che ha appiedato tantissime persone, sempre sul social network Facebook sono fioccate numerose proteste, che hanno tra l’altro, ancora una volta, messo in risalto l’ironia amara tutta napoletana di fronte ai tanti disservizi del trasporto pubblico in Città  – sottolinea Capodanno -. Anche perché per l’impianto in questione, queste interruzioni del servizio si stanno verificando decisamente con eccessiva frequenza, suscitando non pochi dubbi e  preoccupazioni tra i viaggiatori “.

             ” Così – puntualizza Capodanno – in uno dei commenti si legge: “  Problemi tecnici ogni giorno. Porte guaste da mesi. Siete lo scuorno della mobilità a Napoli “; in un altro: ” Oramai è una barzelletta tutti i giorni semp a stessa storia “. Infine in riferimento a un recente confronto con il sistema di trasporto giapponese, in un altro post si legge: “ Ma veramente il Giappone sta proprio dietro, l’organizzazione che avete voi, la PUNTUALITÀ soprattutto fa invidia. Che belli siete, ma chiurit ” “.

            ” Alla luce di quanto sopra – conclude Capodanno -, e a ragione di questi continui disservizi, rinnovo ancora una volta tutte le mie perplessità sulla decisione di rinviare l’esecuzione dei lavori di revisione ventennale per l’impianto in questione, così come prescritti dalle disposizioni vigenti. Piuttosto che avere un impianto che funziona a singhiozzo, con improvvisi e imprevedibili fermi, che intaccano sicuramente anche l’affidabilità nei confronti della numerosa utenza, la quale può essere appiedata, da un momento all’altro, da un guasto improvviso, senza  che neppure vengano disposti servizi sostitutivi su gomma, sarebbe stato opportuno valutare una chiusura dell’impianto per il tempo necessario al fine di eseguire tutti i lavori necessari per evitare il frequente ripetersi dei notevoli disagi che si stanno verificando da diverso tempo a questa parte “.

Napoli, via Menzinger: eliminato un tratto della rete del transennamento

Ma non si sa se i lavori siano stati eseguiti con la relativa certificazione

            L’ennesima testimonianza dello stato d’incuria e d’abbandono che, da diverso tempo a questa parte, affligge la collina partenopea, che comprende i quartieri del Vomero e dell’Arenella, arriva da Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari.

            ” Mesi addietro già segnalai il transennamento effettuato in via Menzinger nel quartiere Arenella, determinato dal presumibile pericolo derivante dalla caduta di calcinacci – esordisce Capodanno -. Stamani risultavano pero scomparsi da tale transennamento i due tratti, posti trasversalmente sul marciapiede, per impedire l’accesso ai pedoni  mentre longitudinalmente il marciapiede risultava ancora transennato lungo il cordolo “.

            ” Da qui è sorto il dubbio – aggiunge Capodanno -. I lavori per la messa insicurezza sono stati effettuati redigendo il certificato di eliminato pericolo e non è stato ancora eliminato l’intero transennamento, oppure ciò non è accaduto e sono stati solo eliminati i due tratti di transennamento che impedivano l’accesso al marciapiede, nonostante che non sia ancora pervenuta tale certificazione? “.

            Capodanno al riguardo richiama l’attenzione degli uffici competenti, affinché intervengano con l’urgenza del caso. Delle due l’una: o permane lo stato di pericolo e allora bisogna ripristinare i tratti della rete di plastica arancione attualmente eliminati, adottando tutti gli accorgimenti del caso anche per la segnalazione del transennamento, o si è proceduto a tutti gli adempimenti del caso per il ripristino della situazione quo ante e allora bisogna provvedere a togliere tutto il transennamento anche quello posto sul bordo del marciapiede lungo la carreggiata, che, oltre ad essere un intralcio, potrebbe costituire un ostacolo nella deambulazione dei passanti “.

Vomero, isole pedonali Scarlatti e Giordano: occupazioni a gogò. Nasce anche un bar tabacchi con ombrellone, sedie e tavolini

            “ Oramai le isole pedonali di via Scarlatti e di via Luca Giordano a tutto somigliano fuorché a isole felici dove i pedoni possono passeggiare sereni e tranquilli – esordisce Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -. Come se non bastassero le autovetture e gli automezzi in generale, che transitano e sostano ad ogni ora del giorno, dal momento che i varchi sono permanentemente aperti e non si registra alcun tipo di controllo, si osservano altresì occupazioni di suolo pubblico di ogni specie  “.

            “ Si va dalle cosiddette “mostre espositive“ che,  in realtà, sono dei veri e propri mercati adibiti alla vendita, ai gazebo per prodotti di diverse tipologie merceologiche – puntualizza Capodanno -. Ogni giorno inoltre è possibile osservare la presenza di  banchetti di ogni forma, dimensione e colore, destinati pure all’esposizione di animali, oltre che alla raccolta di fondi per le più svariate attività. Si aggiunga il variegato popolo di questuanti, accattoni e venditori di calzini e accendini, petulanti quanto invadenti che invadono le isole in questione ad ogni ora del giorno “.

            “ Ma – prosegue Capodanno – con le nuove disposizioni in maniera di occupazione di suolo pubblico che, tra le misure in risposta alla crisi economica scaturita dalla pandemia da Covid-19 insieme all’annullamento della relativa tassa,  hanno consentito un maggiore spazio da occupare,  impazzano, in particolare,  gazebo e ombrelloni di ogni forma, dimensione e colori con annessi tavolini e sedie, a servizio dei numerosi esercizi pubblici, sorti come funghi nei tratti pedonalizzati sia di via Scarlatti sia di via Luca Giordano “.

            ” L’ultima novità – puntualizza Capodanno – riguarda un’antica tabaccheria di via Luca Giordano che, dopo alcuni lavori, è stata trasformata in un nuovo ibrido, un “bar tabacchi”, che potrebbe dare la stura ad analoghe trasformazioni anche in altri settori merceologici dal momento che oramai il Vomero si è di fatto trasformato in un grosso fast food a cielo aperto, con gran parte delle attività commerciali trasformate in locali di pubblici esercizi adibiti alla somministrazione di alimenti e bevande, perdendo gran parte delle botteghe storiche che lo avevano caratterizzato fino alla fine del secolo scorso “.

            ” Ovviamente – aggiunge Capodanno – già all’atto dell’apertura della nuova attività su un’ampia area di suolo pubblico  antistante il suddetto esercizio, è spuntano un grosso ombrellone con numerosi tavolini e sedie “.

Vomero: contenitori per deiezioni canine insufficienti e pieni. Bisogna subito installarli in tutte le strade del quartiere

” Uno dei problemi più sentiti dagli abitanti del Vomero, sovente alla ribalta delle cronache cittadine, è legato alla presenza sui marciapiedi delle strade del quartiere collinare delle deiezioni canine – esordisce Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -.  Purtroppo, non tutti i proprietari degli amici a quattro zampe, ottemperando alle vigenti disposizioni al riguardo, muniti delle necessarie attrezzature, provvedono a rimuoverle, con conseguenze che sovente sono sotto gli occhi di tutti. Addirittura tempo addietro fu stilata una sorta di graduatoria con le strade più sporche, sotto questo aspetto, del quartiere collinare “.

            ” In passato – ricorda Capodanno -, al riguardo, proprio al Vomero, in considerazione della gravità del fenomeno, per venire incontro alle numerose proteste dei cittadini, fu istituito un apposito servizio di vigilanza urbana che, peraltro, aveva prodotto un discreto risultato sia in termini di prevenzione che di repressione del fenomeno. Allo stato, però, tale specifico servizio non mi risulta che sia ancora attivo “.

            ” Un ulteriore contributo alla soluzione del problema – sottolinea Capodanno – era arrivato dall’installazione in alcune strade del quartiere dei contenitori per la raccolta delle deiezioni canine, di colore rosso, dotati di bustine di plastica su uno dei lati e con al centro la sagoma dell’amico a quattro zampe “.

            ” Un’iniziativa, però – afferma Capodanno – che rischia di non raggiungere lo scopo auspicato, laddove non si provveda a svuotare tali contenitori, con costanza e per  tempo, come si osserva nella foto allegata, che ne riprende uno, posto al Vomero in via Morghen, con molte bustine piene che fuoriescono e alcune addirittura sul marciapiede antistante, peraltro lungo un percorso frequentato anche dai turisti che da via Cimarosa vogliono raggiungere l’area di San Martino “.

            ” Un’altro aspetto da sottolineare  – aggiunge Capodanno – è che questi contenitori dedicati sono stati installati solo in alcune strade mentre andrebbero posti in tutte le strade del quartiere. Laddove infatti non sono presenti i proprietari dei cani continuano a buttare le bustine piene nei contenitori per l’indifferenziata o nei cestini portarifiuti, laddove presenti,  non potendo di certo portarsele a casa “.

            Capodanno rivolge l’ennesimo pressante appello agli uffici comunali preposti affinché da un lato si provveda a uno svuotamento costante e continuo dei contenitori per le deiezioni canine già installati e dall’altro perché si provveda in tempi rapidi a incrementarne la presenza, installandoli anche in tutte le altre strade del quartiere dove attualmente sono assenti.

Anche il Vomero si prepara per la festa di San Gennaro. Il primo miracolo del Santo avvenne proprio nel cuore della collina

Anche al Vomero fervono i preparativi per la festa di San Gennaro che, a ragione della pandemia, vedrà gli abituali eventi che negli anni passati si svolgevano nel quartiere collinare in misura ridotta . “ Si tratta di un evento molto sentito dagli abitanti della collina – puntualizza Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -. Bisogna ricordare, al riguardo, che la tradizione popolare, fonti epigrafiche e testimonianze monumentali collocano il primo miracolo della liquefazione del sangue del Santo Patrono proprio nel territorio del Praedium Antinianum, tappa obbligata, in epoca romana, lungo la via Puteolana che, per colles, collegava la città flegrea a Napoli “.

            “ Il miracolo – continua Capodanno – sarebbe avvenuto durante una pausa della processione liturgica organizzata dalla diocesi di Napoli e della Campania per la traslazione del corpo e della testa di San Gennaro dall’agro marciano, dove si trovava la sepoltura, alle catacombe di Capodimonte, attuale dimora delle spoglie del santo. Il corteo avrebbe assistito al miracolo quando, durante una sosta sulla collina del Vomero,  Eusebia, la nutrice del santo, nata e residente proprio nel casale di Antignano, si avvicinò donando le ampolle contenenti il sangue del martire, raccolto, come si usava all’epoca, presso la solfatara all’atto del martirio, e custodite successivamente dalla stessa nutrice “.

            “ La tradizione popolare – prosegue Capodanno – vuole che il miracolo sia stato determinato dall’incontro tra la testa e il sangue del Santo. L’evento viene ricordato sia da un altorilievo, dove si osserva Eusebia che, genuflessa, dona le ampolle al Vescovo che guida la processione, il quale si trova nella Basilica in via S. Gennaro ad Antignano, una delle tre chiese, in uno con quelle di San Gennaro al Vomero, in via Bernini, e  di San Gennariello o della Piccola Pompei, la più antica delle tre, posta in via Cifariello, dedicate tutte al santo nel territorio del quartiere collinare, sia dal cippo che nel 1941 venne posto dalla delegazione pontificia a poca distanza dalla stessa Basilica ” .

            ” La festa di San Gennaro – afferma Capodanno – si articolerà al Vomero, nel giorno del santo patrono, con le sole celebrazioni liturgiche, con una messa celebrata dal vicario episcopale, che si terrà, alle ore 19:00, nella Basilica di San Gennaro ad Antignano. Quest’anno purtroppo, per l’emergenza Covid-19, non potrà svolgersi  la tradizionale processione solenne lungo il tracciato dell’antica via Antiniana e delle strade storiche del quartiere  “.

Napoli, “Casa della socialità”: abbandonata tra i rifiuti. Dopo quasi 400mila euro d’investimenti e cinque anni d’attese resta ancora chiusa

            ” La data dell’inaugurazione della “Casa della socialità”, la struttura realizzata dal Comune di Napoli in via Verrotti, nel quartiere Arenella, posta in un immobile che in passato  era stato adibito a sottostazione elettrica dell’ex ATAN, resta, allo stato, ancora un grossa incognita  – esordisce  Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari che segue da anni quest’assurda vicenda  -.  Infatti, nonostante che oltre due anni addietro. prima dell’estate del 2018, ne venisse annunciata l’inaugurazione, resta il fatto sconcertante che, fino a questo momento, non si sa quando sarà resa accessibile al pubblico, dopo che ovviamente sarà stata attrezzata e resa funzionale, cosa che ancora non è avvenuta “.

            ” Di recente è anche esplosa la giusta protesta dei cittadini, manifestata, tra l’altro, con un cartello affisso sulla porta d’ingresso dell’edificio – afferma Capodanno -. Su tale cartello si sintetizza con poche frasi la storia dell’emblematica vicenda che riguarda l’immobile in questione: ” € 370.000 per restaurarlo, due anni per finirlo! Quando lo riapriranno? Quanto dobbiamo ancora aspettare? Lo chiediamo noi donne noi giovani noi anziani Vomero Arenella “. Nel frattempo lungo le facciate si accumulano i rifiuti solidi urbani, che traboccano da bidoncini abbandonati e dalle campane della differenziata, con la presenza di materiali di vario genere, dal momento che non si provvede neppure a una costante pulizia, con un degrado igienico-sanitario di tutta evidenza. Uno stato d’abbandono che purtroppo peggiora di giorno in giorno “.

            ” In verità – ricorda Capodanno – la realizzazione di questo  centro polifunzionale era già stata annunciata con grande enfasi, oltre quattro anni fa, poco prima delle ultime elezioni amministrative, svoltesi nel mese di giugno del 2016. Fu proprio durante la campagna elettorale che comparve uno striscione che ricopriva buona parte della facciata del fabbricato su via Menzinger. Su tale striscione, che portava in calce il nome e cognome dell’allora presidente della municipalità 5, si leggeva che erano stati stanziati anche gli importi necessari per l’esecuzione dei lavori, con la  delibera di Giunta comunale n. 874 del 29 dicembre 2015 e con un impegno di spesa di € 366.000,00.  Dalla delibera citata è trascorso dunque quasi un lustro e, al momento, la possibilità per i cittadini di poter concretamente fruire di questo spazio sociale appare ancora remota “.

            ” Da tempo peraltro  – puntualizza Capodanno – il cantiere esterno  è stato eliminato e i lavori, almeno per la parte strutturale, appaiono completati. Ma non è chiaro se poi siano stati eseguiti tutti gli allacciamenti ai servizi pubblici essenziali, quali, luce, gas e acqua, quest’ultimo fondamentale anche per poter effettuare il collaudo dell’impianto antincendio. Inoltre gli ambienti risultano ancora vuoti, privi dei necessari arredi  per poter rendere il complesso  funzionale e operativo a tutti gli effetti “.

            ” Inoltre occorre anche redigere una regolamentazione  – sottolinea Capodanno – sia per stabilire una sorta di graduatoria tra tutte le associazioni che faranno richiesta di poter utilizzare i locali sia per disciplinarne l’accesso. Infine bisognerà anche attrezzare una buvette la cui gestione andrà poi affidata attraverso un’apposita gara  “.

            ” Sollecitiamo gli uffici competenti  – conclude Capodanno – affinché, in tempi rapidi,  si provveda a tutto quanto ancora necessario per il completamento funzionale dell’opera, così come, principalmente, auspichiamo, anche per evitare che la struttura venga vandalizzata, come già accaduto in passato, continuando a rimanere chiusa, che, una volta che saranno stati allacciati tutti i servizi essenziali e sia stata attrezzata con tutto quanto necessario per la sua piena funzionalità, essa venga aperta al pubblico, dando così una risposta operativa, in tempi rapidi, alla notevole richiesta di spazi e di strutture comunali, destinati alle attività sociali, in un’area della città, quella collinare, che da tempo ne è fortemente carente. Nel frattempo è auspicabile che si provveda a effettuare una costante e puntuale manutenzione dell’immobile, provvedendo, tra l’altro, a eliminare i rifiuti presenti sui marciapiedi antistanti  “.

Vomero: ancora chiusa la biblioteca comunale Croce. La denuncia del comitato degli utenti: ” Perché il Comune non provvede? “

“ Nell’antichità, le biblioteche, luoghi di cultura e di sapere, a Ninive come ad Alessandria d’Egitto, venivano allocate nei palazzi reali o in enormi luminose strutture. Nel ventunesimo secolo invece c’è chi mena vanto per aver collocato una struttura del genere in un cantinato, così come è capitato alla biblioteca “Benedetto Croce” passata negli anni scorsi dalla sede al piano terra in via Morghen ai locali interrati del plesso scolastico Vanvitelli ( foto allegate ) “. Afferma amareggiato Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari.

            “ Quando ero presidente della circoscrizione, negli anni ’80, intrapresi una vera e propria battaglia, per trasferire la biblioteca nella nuova sede della circoscrizione, strappata all’utilizzo originario, fissato dall’allora sindaco-commissario Valenzi, a silos multipiano per parcheggi – ricorda Capodanno -. Ora quei locali sono stati utilizzati per un’altra destinazione, laddove invece il Vomero avrebbe sicuramente bisogno di più di un luogo pubblico per fare cultura e per consentire ai suoi circa 50mila abitanti di avere punti d’incontro e di aggregazione “.

            ” Ad aggravare la situazione il fatto che la biblioteca comunale in questione da tempo è chiusa e non si sa se e quando verrà riaperta – puntualizza Capodanno – Da qui la denuncia del “comitato utenti” con un manifesto affisso sui cancelli sbarrati sull’ingresso di via De Mura, 2 bis “.

            Capodanno invita gli uffici competenti dell’amministrazione comunale a chiarire i motivi per i quali la struttura, unica del genere su tutto il territorio del quartiere Vomero, continua a rimanere chiusa, chiedendo che, eliminati gli eventuali problemi che ne impediscono la riapertura, venga restituita alla fruizione dei cittadini, pure considerando il dato che tra pochi giorni, il 24 settembre, riapriranno anche le scuole del territorio.

Vomero, area ex gasometro in viale Raffaello: lavori al palo. Lavori fermi da mesi. Solo un intervento di pulizia nel mese di agosto

Nel mese di agosto scorso, finalmente, anche per scongiurare presumibili problemi igienico-sanitari e di sicurezza, che già si erano manifestati con l’incendio avvenuto in passato, è stato necessario effettuare un’operazione di bonifica nell’area dell’ex gasometro, tra viale Raffaello e salita Cacciottoli al Vomero. Ma successivamente i lavori per la creazione del parco agricolo-didattico che dovrebbe sorgere nell’area, ma il condizionale a questo punto è d’obbligo, fermi, ancora una volta, da mesi, pare per non meglio precisati problemi di carattere burocratico, non sono ancora ripresi. A riproporre all’attenzione dei mass media l’annosa vicenda è ancora una volta Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, che da lustri si batte per la nascita di quest’oasi di verde, a disposizione delle famiglie e delle scuole, in un’area che ne avverte una grande necessità

            ” Nel maggio di due anni fa – ricorda Capodanno – , a seguito dell’ennesima mia protesta, sostenuta dai residenti della zona, l’annosa vicenda era ritornata alla ribalta delle cronache anche con un servizio, dedicato del TGR Campania” . Filmato al link: https://www.youtube.com/watch?v=8f5OgWt3Isc

            ” Da allora però nulla è cambiato – sottolinea amareggiato Capodanno – . Nonostante gli impegni e le promesse fatte nell’occasione, del parco agricolo non si è saputo più nulla, dal momento che è di nuovo calato il più assoluto silenzio sull’intera vicenda “.

            “ Eppure – puntualizza Capodanno – il 20 marzo scorso sono decorsi quattro anni da quando un incendio, scoppiato proprio nell’area dell’ex gasometro, con fiamme che lambirono pericolosamente anche alcuni fabbricati, creando anche notevole panico tra i residenti, ripropose al centro all’attenzione della pubblica opinione le annose questioni, legate alla destinazione di quell’area e alla mancata realizzazione del parco agricolo didattico “.

“ Precedentemente, nel marzo del 2011, dopo varie traversie – sottolinea Capodanno -, il progetto del parco fu anche presentato in pompa magna alla stampa, nel mentre, dopo anni d’attesa, erano da poco iniziati i lavori per la sua realizzazione, lavori che sarebbero dovuti durare sei mesi ma che invece furono improvvisamente sospesi. Da allora sono passati quasi dieci anni e, di fatto, il parco è rimasto solo sulla carta, arenandosi, per molto tempo, nelle vicende giudiziarie tra la proprietà e il Comune di Napoli “.

“ Lustri d’attesa, oltre due milioni di euro a suo tempo finanziati – prosegue Capodanno – ma a tutt’oggi ancora non è dato sapere se e quando vedrà la luce questo parco che doveva sorgere su di un’area di circa 14mila metri quadrati, acquisita dal Comune di Napoli, area che fino agli anni ’80 era stata occupata da una campana gassometrica, successivamente in disuso, e dalle relative attrezzature per il suo funzionamento “.

            “ Il parco era stato progettato su un’area vincolata, che apparteneva ad un privato, e sotto una parte della quale si ventilava all’epoca l’ipotesi che potesse sorgere un parcheggio interrato  – ricorda Capodanno -. Dopo una serie di battaglie sostenute dai comitati e dalle associazioni di zona, il Comune di Napoli elaborò una variante per un progetto di riqualificazione,  pubblicato all’epoca anche nelle cartografie del sito internet del Comune di Napoli, variante approvata con deliberazione consiliare n. 44/2001 e con deliberazione di Giunta comunale n. 2365/2002. Successivamente con decreto del Presidente della Giunta regionale della Campania n. 529 del 24 settembre 2004 la stessa variante fu approvata anche dalla Regione Campania “.

Vomero: petizione per dire basta alle cimici del platano

Raccolta di firme al link: https://www.change.org/salvateiplatanidelvomero

            Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, dopo che in passato più volte ha evidenziato il grave problema causato dall’infestazione nel quartiere Vomero determinata dalla tingide del platano,  considerando che, a fronte delle reiterate proteste e denunce da parte dei cittadini, salite più volte alla ribalta delle cronache cittadine, non si è palesata a tutt’oggi alcuna risposta operativa da parte degli uffici competenti, ha lanciato una petizione on line dal titolo: “Napoli: diciamo basta alle cimici dei platani. Subito la disinfestazione!” al link: https://www.change.org/salvateiplatanidelvomero, indirizzata all’amministrazione comunale partenopea chiedendo interventi immediati e non più dilazionabili  per debellare l’annoso grave problema. Con tale iniziativa si chiede anche che  vengano avviate, dagli uffici competenti, indagini per appurare eventuali responsabilità nei ritardi sin qui accumulati per i mancati interventi per debellare un fenomeno che sta creando, e non da oggi, una vera e propria psicosi, anche per le presumibili conseguenze sul piano igienico-sanitario.

            ” Un problema, quello della proliferazione della tingide del platano, comunemente nota come “cimice del platano”  – scrive nella presentazione Capodanno – che si ripete da lustri, in particolare nella zona collinare del capoluogo partenopeo, dove l’essenza dominante per l’arredo verde urbano di strade e piazze è costituita proprio dal platano. A fronte di tante proteste e denunce sinora il problema non risulta ancora affrontato e risolto da parte degli Enti e degli Uffici competenti. A pagarne le conseguenze sono i cittadini, sia quelli che passeggiano nelle zone dove si è manifestata l’infestazione anche in quest’ultima estate, in particolare, nel quartiere collinare del Vomero, nelle isole pedonali di via Scarlatti e di via Luca Giordano, sia gli abitanti dei fabbricati adiacenti alle alberature stradali che peraltro, non potate da lungo tempo, hanno raggiunto anche i piani alti degli edifici “.

            ” Da osservare  – sottolinea ancora Capodanno -. che anche, dalle schede dei tanti platani abbattuti negli ultimi tempo, si evince che le alberature in questione erano affette da colonie di Corythucha ciliata, nome scientifico della tingide, insetto dell’ordine dei Rincoti. Eppure, come potete leggere nel comunicato diramato di recente la soluzione sarebbe a portata di mano e peraltro anche ecocompatibile, con sistemi endoterapici. Perché non viene attuata dagli Enti a tanto demandati, per debellare una volta e per sempre un fenomeno che sta creando un vero e proprio allarme, anche di ordine igienico-sanitario? “.

            ” Con la presente petizione – conclude Capodanno – i cittadini chiedono che si provveda in tempi rapidi a debellare il grave fenomeno ma anche che vengano promosse le opportune indagini, da parte degli uffici competenti, di fronte all’eventuale perdurare d’inadempienze al riguardo “.

Vomero, piazza Vanvitelli: il “palalbero” simbolo del degrado del quartiere. L’albero dell’aiuola centrale ha oramai inglobato i pali della pubblica illuminazione

            ” Al Vomero, quartiere che negli ultimi tempi è salito sovente alla ribalta delle cronache per lo stato di degrado e d’abbandono nel quale versa, e segnatamente per la scarsa considerazione del poco verde pubblico, a partire da quello della villa Floridiana per finire a numerosi platani caduti o abbattuti, in piazza Vanvitelli, è cresciuto il primo “palalbero” “. Così lo ha battezzato ironicamente Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, che da tempo segue le sorti di giardini, aiuole e alberi oramai totalmente abbandonati sulla collina vomerese e che tornano alla ribalta delle cronache solo in occasione di qualche evento atmosferico che determina la caduta rovinosa di rami, come è accaduto, solo per citare l’ultimo evento, nei giorni scorsi in via Luca Giordano.

            ” Questo nuovo elemento d’arredo urbano – precisa Capodanno –  nasce dalla simbiosi, per così dire, tra il lauro canfora, posto al centro dell’aiuola della storica piazza vomerese e i pali della pubblica illuminazione, uno dei quali è già totalmente avvolto dai rami e dal fogliame della pianta mentre un altro sta seguendo la stessa sorte del primo “.

            ” In verità, già esprimemmo forti perplessità, quando nell’aprile del 2010 si decise di piantare questo tipo d’essenza al posto della storica palma, uccisa dal famigerato punteruolo rosso – ricorda Capodanno -. Avremmo preferito che fosse piantata una nuova palma di una specie diversa, non attaccabile dal Rhynchophorus ferrugineus, il coleottero che, negli anni scorsi, ha decimato molte palme in buona parte dei paesi europei “.

            ” La scelta di piantare un lauro canfora, una pianta che nel tempo assume dimensioni notevoli, potendo arrivare in altezza fino a 20 metri ma estendendosi notevolmente anche in larghezza, in un’aiuola relativamente piccola e con scarsa profondità del terreno sottostante, rispetto alle possibilità di crescita dell’essenza scelta e del suo apparato radicale, non ci convinceva allora e ancor meno ci convince oggi “.

            ” Difatti, dopo poco più di dieci anni, oggi gli effetti sono quelli che si vedono nella foto – sottolinea Capodanno -. La pianta ha debordato rispetto ai limiti della recinzione dell’aiuola. Inoltre crescendo in altezza ha anche parzialmente oscurato la telecamera di video sorveglianza posta al centro di piazza Vanvitelli. Infine l’effetto del vento ha contributo a far inclinare sia il tronco che la chioma “.

            Una situazione rispetto alla quale Capodanno, effettuate le necessarie verifiche e accertamenti da parte degli uffici competenti, chiede che si assumano, in tempi rapidi, i provvedimenti del caso, anche per eliminare i presumibili pericoli.

Commercio al Vomero: avanza il fast food e il food porn. Mentre continuano a chiudere i negozi storici o di tradizione

” La notizia, rimbalzata in queste ore su alcuni siti internet, dell’apertura a breve al Vomero, segnatamente in via Cilea, di un’altra attività del cosiddetto “food porn” non ci fa fare affatto salti di gioia, anzi al contrario alimenta notevoli preoccupazioni, specialmente per quanto riguarda i problemi di viabilità e di conseguenza di tranquillità e di sicurezza, che già esistono in quell’area, specialmente nei fine settimana, con file interminabili e auto in sosta indiscriminata, a ragione della presenza di analoghe attività mangerecce” . E’ quanto afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, già presidente della Circoscrizione del Vomero.

            “ Peraltro – sottolinea Capodanno -, nonostante che le principali vie della municipalità collinare di Napoli, che comprende i quartieri del Vomero e dell’Arenella, in questi giorni, dopo la pausa estiva, sono tornate ad essere affollatissime, gli antichi negozi del quartiere collinare, presenti da molti lustri e che hanno costituito sin dalla nascita il tessuto portante dell’economia vomerese, trasferendosi di padre in figlio per generazioni ed offrendo anche possibilità occupazionali a tanti giovani alla ricerca di un impiego, continuano a chiudere. La crisi economica fa sentire i suoi effetti e gli acquirenti sono davvero pochi, rispetto alle aspettative e agli anni scorsi, anche in periodo di saldi “.

“ Tra le zone più colpite da questo fenomeno –  afferma Capodanno –  vi sono via Bernini, via Kerbaker e anche il tratto di via Scarlatti che va dall’incrocio con Luca Giordano fino al ponte di via Cilea. Solo per esemplificare, proprio in quest’ultimo tratto di strada resta ancora vuoto il locale che fino a due anni fa ospitava una nota antica merceria, della quale campeggia ancora l’insegna, nonostante il lungo lasso di tempo trascorso, senza che negli stessi locali sia mai nata un’altra attività commerciale. Così come in via Kerbaker è scomparsa di recente un’altra ditta storica del quartiere, presente al Vomero fin dagli anni ’60  “.

“ E così,  senza che vengano messe in campo valide iniziative a sostegno per superare la difficile situazione economica, che ha subito un ulteriore colpo ferale dalla pandemia – prosegue Capodanno -, aziende commerciali e artigianali che in decenni di attività avevano reso famosi gli esercizi di tradizione della collina vomerese, continuano a sparire. Una trasformazione, quella del settore commerciale che ha subito una preoccupante quanto emblematica impennata durante questo scorcio di secolo. Così, al posto delle botteghe artigianali e di esercizi commerciali di antiche famiglie, che si erano dedicate al commercio per generazioni, sono arrivate attività di diversa tipologia ma con una decisa netta prevalenza di esercizi per la somministrazione di alimenti e bevande: bar, ristoranti, pizzerie, trattorie, osterie, gelaterie, wine bar, birrerie, pub, enoteche e, più di recente, anche attività del cosiddetto “food porn” “.

Vomero: muri imbrattati con scritte e disegni!

 ” A Napoli a essere imbrattati da ignoti, con scritte e disegni, non sono solo edifici e monumenti ma anche strade e muri pubblici – esordisce Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -. Succede al Vomero, in via Cimarosa, sul muro di recinzione della villa Floridiana, ma anche  in via Gino Doria, nel tratto di strada sottostante il ponte di via Cilea, oggetto anch’esso, in un recente passato, di eterni lavori di manutenzione, terminati i quali si provvide, tra l’altro, anche a imbiancare le pareti laterali  “.

            “ Poi – ricorda Capodanno – dopo che gli imbrattatori erano entrati in azione, circolarono sui mass media le immagini, riprese con grande enfasi da alcuni organi d’informazione, di alcuni rappresentanti della municipalità collinare, che, armati di pittura e pennelli, ripulivano i muri in questione. Ma di lì a poco, in mancanza di provvedimenti, annunciati ma mai attuati, atti a risolverlo definitivamente, il problema si ripresentò “.

            “ Di fatto – continua Capodanno -, in assenza dei necessari controlli e d’iniziative concrete tese a reprimere il grave fenomeno,  gli imbrattatori hanno sempre avuto vita facile e hanno continuato impunemente a imbrattare i muri in questione, estendendo la loro attività, con scritte e disegni, anche a quelli perimetrali della scala di collegamento tra via Doria e via Cilea “.

            ” Per evitare questo danneggiamento della cosa pubblica – propone ancora una volta Capodanno – l’unica soluzione sarebbe quella d’installare nei pressi del tratto di strada interessato una telecamera della videosorveglianza in modo da individuare subito gli autori, procedendo a denunciarli e a sanzionarli nel rispetto delle norme al riguardo dettate dalle vigenti disposizioni “.

            ” Nell’attesa di provvedimenti atti a eliminare definitivamente il grave fenomeno  – conclude Capodanno -, sollecitiamo ancora una volta gli uffici competenti a intervenire con l’urgenza del caso per rimuovere scritte e disegni, provvedendo nel contempo a imbiancare di nuovo i muri in questione “.

Vomero: traffico bloccato per un camion in seconda fila in via Stanzione. Indisciplina ma anche mancanza dei necessari controlli

     “ In questi primi giorni di settembre il traffico ha fatto la sua ricomparsa al Vomero – afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -. Complice anche le belle giornate, con temperature ancora estive, in alcuni nodi fondamentali, come in piazza degli Artisti e lungo il perimetro tra via S. Gennaro ad Antignano, via Merliani e via Stanzione, il traffico è tornato a farla da padrone con autovetture costrette a procedere a passo d’uomo  “.

     “ I vigili urbani in servizio per strada sono decisamente insufficienti e per lo più presenti solo in alcune aree circoscritte, come in piazza Vanvitelli – puntualizza Capodanno -. Lo shopping al Vomero, con il permanere delle belle giornate, richiama migliaia di persone, molte delle quali raggiungono il quartiere con le proprie autovetture, parcheggiando dove è possibile, sovente in seconda fila, vista la mancanza di aree pubbliche per il parcheggio, andando ancor più a congestionare la già caotica situazione “.

     ” Particolarmente evidente – puntualizza Capodanno – la situazione di caos che si è creata stamani lungo via Stanzione che, con l’attuale dispositivo, rappresenta l’unico asse di collegamento tra la parte alta del quartiere e la zona compresa tra via Cilea e lo stadio Collana. Nella mattinata, lungo i vari tratti di questa arteria, sia per l’indisciplina degli automobilisti, sia per la mancanza dei necessari controlli, si registrava la presenza di diverse autovetture parcheggiate in seconda fila. Di conseguenza la carreggiata veniva fortemente limitata, costringendo le numerose autovetture in transito a procedere in fila indiana. Addirittura intorno alle 13:00 un camion parcheggiato in seconda fila ha bloccato per diversi minuti la viabilità fino a quando, richiamato dal trambusto dei clacson, il conducente non si è deciso a salire sul veicolo e liberare la strada “.

            “ Delle due l’una – propone Capodanno -. O si potenzia, però con una migliore organizzazione del servizio, l’organico della locale sezione dei caschi bianchi, attrezzando, nel contempo, tutti i punti nevralgici con la presenza costante di vigili urbani o si rivede l’attuale dispositivo di traffico, rivelatosi del tutto insufficiente a risolvere i problemi di viabilità, specialmente per la mancanza di parcheggi pubblici a disposizione dei non residenti “.