Villa Floridiana al Comune: dalla padella nella brace!

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La proposta: sì al un nuovo parco regionale della villa Floridiana

 

Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, da anni in prima linea nelle battaglie per il verde pubblico cittadino, fondatore e amministratore del gruppo sul social network Facebook: “Riappropriamoci della Villa Floridiana” , che conta circa 500 iscritti, che, di recente, ha lanciato anche un SOS al ministro Bonisoli, esprime forti perplessità e dubbi sulla richiesta che la gestione del parco storico del Vomero venga affidata al Comune di Napoli.

 

” Osservando le condizioni nelle quali versano i parchi e le aree a verde comunali, e non da oggi – sottolinea Capodanno -, viene da  domandarsi con quali risorse il Comune di Napoli potrebbe intervenire, visto che occorrono centinaia di migliaia di euro per risanare la villa Floridiana e riaprire tutte le aree inaccessibili, da tempo segnalate con inferriate e transenne. E con quale personale verrebbe poi attuata la vigilanza, la pulizia e la manutenzione ordinaria, la qual cosa comporterebbe costi di notevole entità, visto che occorrono almeno 18 persone divise su due turni, così come avveniva un tempo “.

 

” Purtroppo – puntualizza Capodanno – anche in passato, di fronte alle giuste proteste dei cittadini per lo stato di abbandono e di degrado della villa, l’unica risposta che veniva offerta era la minaccia di chiudere a tempo indeterminato il parco pubblico o la necessità d’istituire un ticket d’ingresso, per la mancanza di fondi da destinare alla gestione e alla manutenzione – ricorda Capodanno -. Sono vicende che i frequentatori del parco hanno già più volte vissuto sulla loro pelle. Molti ricordano ancora l’episodio eclatante della chiusura del Belvedere, da dove si può ammirare uno dei panorami mozzafiato della Città,  che fu interdetto con una cancellata per evitare il lancio di pietre sulle abitazioni sottostanti, laddove invece, avendo la disponibilità dei fondi necessari, sarebbe bastato collocare delle telecamere a circuito chiuso con un monitoraggio continuo o, in alternativa, prevedere un’idonea costante vigilanza  “.

 

“ La villa Floridiana, di proprietà del demanio dello Stato dal 1919, paga purtroppo il pesante scotto di essere giuridicamente considerata un giardino storico annesso al museo Duca di Martina – aggiunge  Capodanno -. Per questa ragione la gestione è affidata alla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Napoli. Allo stato dei dipendenti che, in passato,  erano impegnati esclusivamente per il parco, svolgendo anche attività di sorveglianza e guardiania, non ne è rimasto neppure uno, al punto che anche l’apertura dei cancelli, che consentono l’acceso alla villa, sarebbe oggi affidata alla buona volontà dei dipendenti che lavorano all’interno del museo Duca di Martina “.

 

“ Eppure la villa Floridiana, rappresenta, anche se attualmente solo sulla carta, un grosso contenitore culturale – afferma Capodanno -. Basti pensare al meraviglioso Teatrino di Verzura, realizzato dal Niccolini nel 1817, che, in particolare nella bella stagione, potrebbe essere utilizzato per spettacoli all’aperto anche in considerazione del fatto che, in occasione dei mondiali ’90, la villa fu dotata di un impianto d’illuminazione per consentire l’apertura pure nelle ore serali. Inoltre, all’interno del parco, esistono una serie d’immobili, attualmente occupati, non si comprende bene a quale titolo, che potrebbero, invece, essere destinati a ludoteche per bambini o a sale per mostre, per esposizioni, per attività artistiche e spettacolari “.

 

” Allo stato – propone Capodanno -, ritengo che la soluzione migliore sia quella che la villa Floridiana, scorporata dal museo Duca di Martina, diventi un parco regionale e, come tale, possa usufruire degli appositi fondi stanziati dalla Regione Campania, sia per la manutenzione straordinaria, sia per le questioni relative alla gestione e alla manutenzione ordinaria. Solo così, a mio avviso, lo storico parco borbonico potrà riacquistare l’antico splendore, per la gioia e la felicità delle migliaia di persone che ne potranno usufruire ma anche dei numerosi turisti che si arrampicano sulla collina vomerese “.

 

Giorno della memoria: targa da restaurare nel parco Mascagna

parco mascagna roseto de simone

Nel novembre 2007 dedicata a Sergio De Simone

 

                “ Nel giorno della memoria, oltre a mettere in campo nuove iniziative, sarebbe il caso di onorare quelle già poste in essere negli anni scorsi – esordisce Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -. Mi riferisco, in particolare, al roseto ed alla targa che vennero collocati dall’amministrazione comunale partenopea nel novembre 2007 nel parco Mascagna, già conosciuto come giardini di via Ruoppolo, in occasione del settantesimo anniversario della nascita di Sergio De Simone, l’unico bambino italiano dei 20 che furono uccisi nella scuola di Bullenhuser Damm, nato a Napoli, nel quartiere Vomero, il 29 novembre 1937, al quale peraltro il Comune di Segrate ha dedicato da tempo un auditorium ed un giardino “.

           

            “ Un evento, quello della collocazione della targa e del roseto nel suddetto parco – ricorda Capodanno – che, all’epoca, sali alla ribalta delle cronache anche per un clamoroso ossimoro, dal momento che la scritta sulla prima targa, poi subito sostituita dopo le polemiche suscitate, esordiva con “A peritura memoria” “.

 

            “ Allo stato del roseto non vi è più alcuna traccia, essendo rimaste solo alcune piante ornamentali – puntualizza Capodanno -, nel mentre la targa, quasi del tutto nascosta dietro le stesse piante ornamentali, è anche diventata di difficile lettura, corrosa dall’esposizione, per oltre due lustri, agli agenti atmosferici, senza che evidentemente siano state messe in campo le necessarie periodiche attività manutentive “.

           

            Capodanno nell’occasione lancia un appello all’amministrazione comunale partenopea affinché si proceda al ripristino immediato del roseto ed al restauro della targa, programmando per il futuro una manutenzione assidua e costante del sito indicato, in una a quella dell’intero parco Mascagna, unico spazi

o a verde pubblico a disposizione di una vasta area, densamente abitata.

Vomero, parco agricolo-didattico: a quando l’inaugurazione?

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Calato il silenzio sull’area ex gasometro in viale Raffaello

 

            Nel maggio dell’anno scorso, a seguito dell’ennesima nota inviata da Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, che da lustri si batte per la nascita del parco agricolo didattico che dovrebbe sorgere, ma il condizionale a questo punto è d’obbligo, nell’area dell’ex gasometro, che si estende su una superficie posta tra viale Raffaello e salita Cacciottoli, al Vomero, l’annosa vicenda era ritornata alla ribalta delle cronache anche con un servizio, dedicato alla vicenda, del TG regionale. Filmato al link: https://www.youtube.com/watch?v=8f5OgWt3Isc

 

                ” Da allora, e sono oramai passati ben otto mesi, nulla sembra cambiato – sottolinea amareggiato Capodanno – . Nonostante gli impegni e le promesse fatte nell’occasione, del parco agricolo-didattico  non si è saputo più nulla, dal momento che è di nuovo calato il più assoluto silenzio sull’intera vicenda “.

 

                “ Eppure – puntualizza Capodanno – il 20 marzo prossimo saranno decorsi ben tre anni da quando un incendio, scoppiato proprio nell’area dell’ex gasometro, con fiamme che lambirono pericolosamente anche alcuni fabbricati, creando anche notevole panico tra i residenti, ripropose al centro all’attenzione della pubblica opinione le annose questioni, legate alla destinazione di quell’area e alla mancata realizzazione del parco agricolo didattico “.

 

“ Precedentemente, nel marzo del 2011, dopo varie traversie – sottolinea Capodanno -, il progetto del parco fu anche presentato in pompa magna alla stampa, nel mentre, dopo anni d’attesa, erano da poco iniziati i lavori per la sua realizzazione, lavori che sarebbero dovuti durare sei mesi ma che invece furono improvvisamente sospesi. Da allora sono passati quasi otto anni e, di fatto, il parco è rimasto solo sulla carta, arenandosi, per molto tempo, nelle vicende giudiziarie tra la proprietà e il Comune di Napoli “.

 

“ Lustri d’attesa, oltre due milioni di euro a suo tempo finanziati – prosegue Capodanno – ma a tutt’oggi ancora non è dato sapere se e quando vedrà la luce questo parco che doveva sorgere su di un’area di circa 14mila metri quadrati, acquisita dal Comune di Napoli, area che fino agli anni ’80 era stata occupata da una campana gassometrica, successivamente in disuso, e dalle relative attrezzature per il suo funzionamento “.

 

                “ Il parco era stato progettato su un’area vincolata, che apparteneva ad un privato, e sotto una parte della quale si ventilava all’epoca l’ipotesi che potesse sorgere un parcheggio interrato  – ricorda Capodanno -. Dopo una serie di battaglie sostenute dai comitati e dalle associazioni di zona, il Comune di Napoli elaborò una variante per un progetto di riqualificazione,  pubblicato all’epoca anche nelle cartografie del sito internet del Comune di Napoli, variante approvata con deliberazione consiliare n. 44/2001 e con deliberazione di Giunta comunale n. 2365/2002. Successivamente con decreto del Presidente della Giunta regionale della Campania n. 529 del 24 settembre 2004 la stessa variante fu approvata anche dalla Regione Campania “.

 

Vomero: intitolate a Roberto Murolo le scale di via Cimarosa!

vomero, scale di via cimarosa

Oggi ricorre l’anniversario della nascita del grande artista

 

Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, che, già in passato, ha più volte chiesto che a Roberto Murolo, grande cantore della Napoli classica, nato il 19 gennaio 1912, del quale dunque domani cade il 107esimo anniversario della nascita, vengano intitolate le scale di via Cimarosa, poste proprio dinanzi al palazzo dove si trova la sua casa, oggi sede della fondazione Roberto Murolo e dove il grande artista visse e mori,  rilancia la sua proposta. Anche tenendo conto del fatto che al momento all’artista, nell’ambito del quartiere collinare,  è dedicata solo una rotonda in cemento posta all’incrocio tra via Rossini e via Paisiello, cosa che non solo sembra riduttiva ma della quale sono a conoscenza ben pochi “.

 

            “ In verità – afferma Capodanno – mi aspettavo, già da tempo, una maggiore considerazione per un artista del calibro di Murolo, che ha rilanciato la canzone napoletana nel mondo intero e che tanto lustro ha dato e continua a dare a Napoli, riproponendo le più belle melodie e scrivendo pagine indelebili che fanno, a giusta ragione, parte del retaggio storico della cultura partenopea “.

 

            “ Ma, fino a questo momento, così non è stato – puntualizza Capodanno -. In verità a Murolo, nel 2014, fu anche intitolata una delle traverse di via Nino Bixio, nel quartiere Fuorigrotta, cosa che però fece storcere il naso a più di un estimatore del grande artista, sia per il fatto che si era scelto un tratto di strada collaterale sia perché la scelta era caduta al di fuori del territorio del Vomero, quartiere dove Roberto Murolo era sempre vissuto e dove, prima di lui aveva abitato, anche il padre, Ernesto Murolo, come ricordano le due lapidi apposte sulla facciata del fabbricato in via Cimarosa “.

 

            ” L’idea dell’intitolazione delle scale attigue al palazzo – osserva Capodanno –  mi è tornata in mente, mutuando quanto fatto al riguardo prima per Giancarlo Siani e, più di recente, per un altro grande artista, Massimo Troisi, al quale sono state intitolale le scale di via Mariconda “.

 

            ” Molto meglio una rampa di scale – sottolinea Capodanno – dove la targa dedicata al personaggio può essere ammirata e fotografata, anche dai turisti, piuttosto  che una rotonda, posta al centro di un incrocio, per raggiungere la quale peraltro le persone dovrebbero effettuare un attraversamento con possibili immaginabili conseguenze, alla luce anche del notevole traffico esistente nella zona in questione “.

 

            “ Mi auguro che, in tempi brevi, questa proposta venga fatta propria anche dall’amministrazione comunale partenopea – conclude Capodanno -. Così, come auspico, che poi venga posta in atto al più presto, rendendo così omaggio a un grande e indimenticato protagonista della canzone napoletana “.

 

Napoli: chiuso il bar Cacciapuoti in via A. Falcone

vomero, bar pasticceria cacciapuoti chiuso

Di recente aveva chiuso anche il negozio di frutta Gallo

 

” “Dopo “soli” 72 anni ce ne andiamo in pensione. Ringraziamo la nostra spettabile clientela. I fratelli Cacciapuoti”. Con questo laconico messaggio, affisso sulle ante in ferro chiuse poste all’ingresso dello storico bar pasticceria Cacciapuoti i fratelli Antonio e Andrea Cacciapuoti, titolari dell’esercizio commerciale in questione, uno dei più antichi del quartiere Vomero, posto al civico 13 di via Aniello Falcone, nei pressi dell’incrocio con via Cimarosa, hanno salutato definitivamente i loro affezionati clienti “. A sottolineare, ancora una volta, l’ennesima chiusura di un negozio storico della collina partenopea è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, che da tempo segue le vicende legate al terziario commerciale della collina, con particolare riferimento alle cosiddette botteghe storiche.

 

” Va con l’occasione ricordato – afferma Capodanno –  che, con un analogo messaggio, poco prima della fine dell’anno scorso, i titolari avevano salutato la loro clientela, annunciando la chiusura di un’altra attività storica della collina partenopea: il negozio di frutta e verdura Gallo. Esercizio rimasto attivo per ben 64 anni, dal momento che la ditta “frutta Gallo” era stata fondata nel lontano 1954, coronando una centenaria tradizione della famiglia Gallo nella selezione e vendita di frutta e verdura. Una  tradizione che era stata tramandata da Francesco Gallo, conosciuto come “Don Ciccio“, e dalla moglie Anna Canciello, ai figli Antonio e Santo protagonisti, insieme al padre, del punto vendita, tra i più famosi nel capoluogo partenopeo “.

 

“ L’area collinare della città, che comprende i quartieri del Vomero e dell’Arenella – aggiunge Capodanno -, fino all’inizio di questo secolo, era considerata una delle aree commercialmente più attive e interessanti, anche per varietà, dell’intero territorio metropolitano, ma, negli ultimi lustri, sono emersi, sempre con maggiore evidenza, i segni di una forte quanto irreversibile crisi in diversi settori, dall’artigianato alle cosiddette botteghe storiche, a conduzione familiare. Sicché il numero di esercizi commerciali tradizionali che hanno abbassato definitivamente le saracinesche è lievitato col passare del tempo e, purtroppo, questa tendenza non accenna a fermarsi, come dimostrano anche le recenti chiusure, tra le quali queste ultime del negozio di frutta Gallo e del bar pasticceria Cacciapuoti “.

 

” Al punto – puntualizza Capodanno – che, nell’apposito albo degli esercizi e delle botteghe storiche e delle imprese ultracentenarie, pubblicato sul sito internet del Comune di Napoli, aggiornato alla data del 18 dicembre 2018, sono state iscritte appena cinque attività che ricadono nel quartiere Vomero: un negozio di vetri, un chiosco di fiori e tre pizzerie “.

 

Vomero, no alla ricollocazione della fontana in via Scarlatti

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A breve un sit-in di protesta. Occorre rispettare la volontà dei cittadini

 

            ” Dopo la rimozione da via Scarlatti della fontana Itaca, avvenuta il 1° settembre dell’anno scorso, attesa da anni e gradita dalla maggior parte dei residenti, come si evince tra l’altro dai numerosi commenti rilasciati al riguardo sui social all’indomani dell’evento ma anche in queste ore, si pone la necessità di continuare a riprendere la battaglia civile e democratica per evitare , come annunciato su alcuni organi d’informazione che, dopo che verranno completate le opere di manutenzione del manufatto, esso possa essere ricollocato nella stessa posizione nella quale si trovava precedentemente, vale a dire al centro del tratto pedonalizzato di via Scarlatti al Vomero “. E quanto ribadisce, ancora una volta, Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari e promotore della petizione con la quale si chiedeva la rimozione definitiva della fontana, che ha superato le 1.100 sottoscrizioni alla pagina: https://www.change.org/p/comune-di-napoli-spostate-la-fontana-itaca-dall-isola-pedonale-di-via-scarlatti

 

                Nelle motivazioni della petizione lo stesso Capodanno aggiunge e chiarisce quanto segue: ” Gentili sottoscrittrici e sottoscrittori, come avete certamente appreso dagli organi d’informazione, la fontana Itaca è stata rimossa, in data 1° settembre 2018, dall’isola pedonale di via Scarlatti al Vomero. Dunque si potrebbe pensare che l’obiettivo della petizione sia stato raggiunto. Ciò, in verità, potrebbe essere solo parzialmente vero.  Dal momento, infatti, che potrebbe nascere la possibilità che, dopo i lavori di manutenzione ai quali dovrebbe essere sottoposto il manufatto, esso potrebbe essere ricollocato nella stessa posizione nella quale si trovava precedentemente, vale a dire al centro del tratto pedonalizzato di via Scarlatti, tenuto conto del fatto che, come si evince chiaramente anche dalle motivazioni della petizione, essa era finalizzata a chiedere all’amministrazione comunale partenopea la rimozione definitiva della fontana da via Scarlatti con la sua collocazione in un’altra zona di Napoli, da individuare in accordo con quanti interessati, ho ritenuto di lasciare in vita la presente petizione, in modo da poter continuare a raccogliere adesioni, affinché venga rispettata la volontà di tutti coloro che l’hanno sottoscritta e che potranno sottoscriverla in futuro, vale a dire di non ricollocare, in ogni caso, la fontana nella posizione precedentemente occupata, al centro dell’isola pedonale di via Scarlatti al Vomero “.

 

                ” Con l’occasione – aggiunge Capodanno –  sottolineo, ancora una volta, la necessità che, in tutte le circostanze nelle quali occorre collocare opere d’arte su suolo pubblico, vengano sempre coinvolti i cittadini, segnatamente i residenti dell’area interessata, anche con l’attivazione di meccanismi democratici previsti dalle vigenti norme, come assemblee popolari e referendum consultivi, da attuare pure con modalità telematiche, così come all’epoca fu fatto, rimanendo al Vomero, per la sostituzione della palma morta al centro di piazza Vanvitelli “.

 

                Capodanno, nel ribadire un secco e deciso no alla ricollocazione della fontana nell’isola pedonale di via Scarlatti, annuncia una serie di manifestazioni che si svolgeranno a breve con il coinvolgimento dei cittadini. In particolare nei prossimi giorni, attraverso i mass media e i social verrà lanciato un sit-in di protesta democratica. Nel contempo lo stesso Capodanno rilancia la petizione on-line, invitando i cittadini, che non l’hanno ancora fatto, a sottoscriverla.

 

Napoli, funicolari: anche nel 2019 si prosegue con orari ridotti

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Solo per la Centrale e solo di sabato corse fino alle 2:00

 

            ” A due settimane dall’inizio del nuovo anno, la lunga trattativa per il prolungamento degli orari nelle ore post-serali e notturne del trasporto pubblico su ferro, ha partorito il più classico dei topolini: il prolungamento del funzionamento della sola  funicolare Centrale fino alle due di notte, e per giunta nella sola giornata di sabato, mentre per quanto riguarda gli altri giorni e gli altri impianti del trasporto pubblico su ferro, a partire dalla funicolare di Chiaia, gli orari restano immutati con l’ultima corsa alle ore 22:00 “. A intervenire ancora una volta sulla vicenda è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari e del trasporto pubblico.

 

            ” Per il prolungamento a Napoli degli orari di funzionamento dei mezzi di trasporto su ferro non solo nella giornata di sabato e non solo per l’impianto della funicolare Centrale – ricorda Capodanno – è stata promossa una petizione on-line alla pagina https://www.change.org/p/vogliamo-metro-e-funicolari-in-funzione-fino-alle-due-di-notte che ha già raccolto oltre 3.000 firme, adesioni che continuano a crescere, a testimonianza dell’esasperazione dei cittadini che da un anno e mezzo, per l’esattezza dal luglio 2017, sono stati privati della possibilità di utilizzare alcuni mezzi di trasporto pubblico su ferro anche nelle ore post serali e notturne, dal momento che l’ultima corsa viene effettuata alle ore 22:00 “.

 

            ” Va sottolineato – puntualizza Capodanno – che la chiusura anticipata del trasporto su ferro a Napoli incide negativamente non solo sulla qualità della vita, costringendo molte persone a fare a meno di un servizio essenziale nelle ore post serali e nelle prime ore notturne, con evidenti ricadute negative su tantissime attività commerciali e imprenditoriali, e con conseguenze anche sul piano occupazionale, coinvolgendo teatri, cinema, ritrovi, discoteche, ristoranti, bar, per citarne alcune “.

 

            ” Negatività – aggiunge Capodanno – che si ripercuotono anche sul settore del turismo, privando i turisti, ospiti a Napoli, della possibilità di potersi spostare agevolmente, utilizzando funicolari e metropolitane,  da un luogo a un altro della Città, nelle ore post serali, dalle 22:00 in poi “.

 

           

            Capodanno al riguardo conferma le richieste, peraltro già contenute nella petizione on-line, con il ripristino immediato degli orari vigenti prima dell’estate del 2017, prolungando dunque il funzionamento della linea 1 della metropolitana e delle funicolari Centrale e di Chiaia, dalle 6:30 alle 0:30, per tutta la settimana, ad eccezione del venerdì e del sabato, quando il funzionamento per i tre impianti in questione dovrà essere protratto fino alle due di notte.

 

Vomero: S.O.S. al ministro Bonisoli per la Villa Floridiana

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Salvate l’unico polmone a verde pubblico del quartiere!

 

“ Le denunce sullo stato di degrado e di abbandono nel quale versa da tempo la villa Floridiana al Vomero, con la maggior parte delle aree inaccessibili, segnalate dalla presenza di inferriate e transenne, con tanto di cartelli che avvisano del pericolo, benché non vi sia nessuno a vigilare sul rispetto di tali divieti, vista la totale assenza di personale addetto,  costituiscono da anni uno stanco rituale che, purtroppo, non sembra sortire alcun effetto pratico. Anche in passato di fronte alle giuste proteste dei cittadini l’unica risposta che veniva offerta era la minaccia di chiudere a tempo indeterminato il parco pubblico o d’istituire un ticket d’ingresso, per la mancanza di fondi da destinare alla gestione e alla manutenzione – esordisce Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, da lustri in prima linea nelle battaglie per la piena fruibilità della storica villa -. Purtroppo sono vicende che i vomeresi hanno già vissuto sulla loro pelle anni fa, quando il parco fu invaso da cani randagi e successivamente per la presenza di drogati e di maniaci sessuali. Il tutto per la totale incuria ma anche per la carenza d’idonea vigilanza. Così come anni addietro il Belvedere fu chiuso con una cancellata per evitare il lancio di pietre sulle abitazioni sottostanti, laddove invece sarebbe bastato collocare delle telecamere a circuito chiuso con un monitoraggio continuo o, in alternativa, prevedere un’idonea vigilanza  “.

 

“ La villa Floridiana paga purtroppo il pesante scotto di essere giuridicamente considerata un giardino storico annesso al museo Duca di Martina – continua Capodanno -. Per questa ragione la gestione è affidata alla Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Napoli, laddove questo bene, di proprietà del demanio dello Stato dal 1919, sarebbe, a nostro avviso, dovuto passare, e non da oggi, all’amministrazione regionale, scorporandolo dall’ambito museale. Peraltro, allo stato, dei dipendenti che, in passato,  erano impegnati esclusivamente per il parco, svolgendo anche attività di sorveglianza e guardiania, non ne sarebbe rimasto neppure uno, al punto che anche l’apertura dei cancelli, che consentono l’acceso alla villa, sarebbe affidata alla buona volontà dei dipendenti che lavorano all’interno del museo Duca di Martina “.

 

“ Eppure la villa Floridiana, rappresenta, anche se attualmente solo sulla carta, un grosso contenitore culturale – afferma Capodanno -. Basti pensare al meraviglioso Teatrino di Verzura, realizzato dal Niccolini nel 1817, che, in particolare,  durante i mesi estivi potrebbe essere utilizzato per spettacoli all’aperto anche in considerazione del fatto che, in occasione dei mondiali ’90, la villa fu dotata di un impianto d’illuminazione per consentire l’apertura pure nelle ore serali. Inoltre, all’interno del parco, esistono una serie d’immobili, attualmente occupati, non si comprende bene a quale titolo, che potrebbero, invece, essere destinati a ludoteche per bambini e a sale a disposizione degli anziani “.

 

“ Quando ai problemi di sicurezza che da sempre affliggono il parco, si potrebbe pensare d’istituire un posto di polizia all’interno del parco o quanto meno disporre che  un paio di agenti  perlustrino i viali durante l’orario d’apertura “.

 

Sulle vicende della Floridiana, Capodanno rivolge un appello  al ministro per i beni e le attività culturali, Bonisoli, e alle massime autorità regionali e cittadine, Presidente della Giunta regionale della Campania, Prefetto, Questore e Sindaco, chiedendo l’adozione dei provvedimenti di rispettiva competenza per risolvere, una volta e per sempre, i problemi  di abbandono e di degrado che da tempo affliggono la villa Floridiana.

 

Vomero: partenza dei saldi tra i rifiuti

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Dopo Babbo Natale chiesto l’intervento della Befana

 

“ Alla luce del degrado che si poteva osservare stamattina, oltre a quello già richiesto,  purtroppo, al momento, senza successo, a Babbo Natale, ho sollecitato l’intervento, per il quartiere Vomero, anche della Befana, con tanto carbone nero da portare ai pubblici amministratori del capoluogo partenopeo  –  ironizza con amarezza Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari -. Come se non bastassero le buche che costellano carreggiate e marciapiedi, il traffico con clacson strombazzanti a tutte le ore del giorno con conseguenze immaginabili sulla qualità dell’aria, bisogna purtroppo fare i conti ogni giorno con un pattume diffuso per tutto il quartiere che non risparmia neppure le strade e le piazze principali, come via Luca Giordano, via Scarlatti e piazza Vanvitelli “.

 

“ Così, in questa vigilia dell’Epifania, con tanta gente in strada per fare acquisti, visto che oggi oltre ad esser la vigilia dell’Epifania è partita anche la stagione dei saldi invernali – puntualizza Capodanno – si constatava la presenza di numerosi cumuli di spazzatura, che facevano brutta mostra di sé anche nelle luoghi abituali dello shopping, nelle isole pedonali di via Scarlatti e di via Luca Giordano e in piazza Vanvitelli, nei pressi del’uscita della metropolitana, dove i sacchi con i rifiuti e i bidoncini, avevano di fatto realizzato un vera e propria minidiscarica, impedendo l’accesso ai pedoni. Piene di pattume anche alcune aiuole e fioriere “.

 

“ Non parliamo poi delle strade laterali, dove lo scenario appariva ancora peggiore, con addetti allo spazzamento  che presumibilmente mancano da tempo e con cumuli d’immondizia disseminati un poco dappertutto. Emblematico quanto si è potuto constatare in via De Mura, nei pressi della biblioteca comunale “Benedetto Croce” con campane per la raccolta differenziata praticamente sommerse dai rifiuti – prosegue Capodanno -. Certo contribuisce, e molto, anche l’inciviltà dei cittadini ma bisognerebbe pure capire perché accadono queste cose in un periodo nel quale, peraltro, i commercianti del Vomero confidano in una massiccia presenza di acquirenti per risollevare le sorti di un’annata molto difficile. E un siffatto biglietto da visita, anche con la presenza di numerosi turisti, con immondizia e pattume, non aiuta di certo “.

 

“ Sicuramente influiscono da un lato la mancanza di personale e macchinari sufficienti per garantire la pulizia stradale, in maniera costante ed efficiente, nel corso dell’intera giornata – puntualizza Capodanno – , dall’altra l’assenza dei necessari controlli da parte del personale addetto che, laddove comminasse con costanza e continuità le pesanti sanzioni previste dalle disposizioni vigenti,  sicuramente potrebbe dare un importante contributo a far sì che i rifiuti non vengano abbandonati per strada a tutte le ore del giorno “.

 

Capodanno rivolge un ulteriore appello all’amministrazione comunale partenopeo per un Vomero pulito, sia attraverso lo spazzamento costante e continuo delle strade e delle piazze del quartiere, sia con maggiori e più efficaci controlli volti a sanzionare i trasgressori che continuano a imbrattare il suolo pubblico, a tutte le ore del giorno “.

 

Vomero, via Luca Giordano: domani presidio dei lavoratori

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presso struttura “ex Frc Group/Piazza Italia”

           

                        Con una nota, inoltrata in data odierna alle competenti autorità, dalle segreterie di Napoli e della Campania delle federazioni dei lavoratori del commercio e dei servizi della GCIL, della Cisl e della UIL, a seguito delle ultime vicende legate alla sorte delle lavoratrici e dei lavoratori impegnati presso la struttura “ex Frc Group/Piazza Italia”, è stato indetto un primo presidio democratico degli stessi dipendenti, che si terrà, presso il negozio in via Luca Giordano, domani 3 gennaio, a partire dalle ore 9:00. Un secondo presidio si svolgerà il giorno successivo, 4 gennaio, sempre dalle ore 9:00, presso il punto vendita Piazza Italia di via Toledo .

 

            A dare notizia degli eventi in questione è Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari che, anche in questa occasione, scende in campo a fianco dei lavoratori dell’ex Trony, gruppo Frc, successivamente impegnati nel brand di abbigliamento IntelliGent store, posto in via Luca Giordano, 63,  al Vomero, brand che fa capo all’azienda Piazza Italia.

 

            ” Quando si paventò il licenziamento dei 41 dipendenti dell’allora punto vendita Trony in via Luca Giordano – ricorda Capodanno – alla vigilia delle festività natalizie del 2017, lanciai una petizione online, indirizzata, tra gli altri, al Ministro del lavoro, che raccolse oltre 3.000 firme, con diversi sit-in che videro schierate tante persone a fianco dei lavoratori interessati “.

 

            ” Poi – continua Capodanno -, dopo una lunga trattativa i 41 dipendenti furono assorbiti dalla nuova struttura che aprì al pubblico, negli stessi locali, il 15 marzo dell’anno scorso “.

 

            ” Dopo una anno dalle vicende succitate, dunque la storia sembrerebbe ripetersi – sottolinea Capodanno -. I contorni di quando sta accadendo sono tutti da chiarire. L’unica cosa certa è che da alcuni giorni le saracinesche del locale in questione sono abbassate e che è tornata la preoccupazione da parte dei dipendenti di perdere il posto di lavoro “.

 

            ” Per questa ragione – conclude Capodanno – chiedo ancora una volta ai napoletani di sostenere la battaglia dei lavoratori in questione, partecipando ai presidi democratici di domani e di dopodomani “.

 

Napoli: nel 2019 abolite il pedaggio sulla tangenziale di Napoli

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L’unica arteria urbana a pagamento d’Italia, se non d’Europa

 

                “ Dopo la battaglia per lo scongiurato aumento, almeno al momento e per le autovetture, nel 2019 dobbiamo vincere la guerra per l’abolizione totale del pedaggio sulla tangenziale di Napoli, con il passaggio della gestione dalla società privata agli Enti pubblici competenti ”. E quanto ribadisce Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari, che da anni sostiene battaglie in questa direzione e chw tempo addietro ha anche fondato sul social network Facebook un gruppo al link: https://www.facebook.com/groups/nopedaggiotangenzialenapoli/ , che conta oltre 1.100 iscritti, per chiedere appunto l’abolizione del pedaggio su quella che, di fatto, è una strada che attraversa e non tange, come si potrebbe desumere dal nome, il centro cittadino del capoluogo partenopeo.

               

“ La Tangenziale di Napoli –  puntualizza Capodanno –  è l’unica strada urbana d’Italia e, forse, d’Europa, dove i cittadini sono costretti, e da lustri, per la precisione da quando fu inaugurata nel lontano luglio del 1972, quanto si pagavano appena 300 lire, lievitati attualmente a un euro tondo, con un incremento dunque di oltre il 500%, a corrispondere un iniquo quanto esoso pedaggio anche per l’utilizzo urbano, vale a dire per transitare da un quartiere all’altro del capoluogo partenopeo, utilizzandola dunque alla stregua di un qualsivoglia asse urbano “

 

“ Nelle previsioni iniziali – ricorda Capodanno -, con la convenzione sottoscritta nel lontano 1968, la gestione privata era prevista per soli 33 anni nel mentre, all’atto del completamento, tale arteria doveva essere demanializzata, consentendone l’utilizzo gratis con il passaggio agli Enti pubblici. Il pedaggio in tutto il periodo della gestione privata sarebbe dovuto servire a ripagare le spese sostenute per la costruzione dell’opera. Invece dal 2001 al 2008, benché la convenzione fosse scaduta, il pedaggio rimase. Nel 2008, infine, la convenzione fu rinnovata e il pedaggio è rimasto ufficialmente per finanziare nuovi interventi, con nuova scadenza al 31 dicembre 2037, vale a dire per altri 19 anni ancora “.

 

“  In sostanza – sintetizza Capodanno – sono già trascorsi oltre 46 anni e con la messa in campo di un’eterna tela di Penelope, l’opera viene continuamente modificata e ampliata, rimanendo così nel possesso di una società privata, che fa capo a un noto gruppo  imprenditoriale “.

 

“ Con una media di 270mila passaggi giornalieri, senza  considerare gli altri ricavi,  la società in questione incassa, in base agli ultimi dati disponibili del 2017, attraverso il pedaggio, circa 69 milioni di euro all’anno, pagati dai napoletani, per lo più lavoratori, molti dei quali non hanno alcuna alternativa per raggiungere il posto di lavoro, visto che, in tantissimi casi, essa rappresenta l’unica arteria di collegamento “.

 

                Sulla questione Capodanno chiede l’intervento immediato del Ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, del Governatore della Campania e del Sindaco di Napoli per porre termine a questo stato di cose, mettendo in campo tutte le iniziative di rispettiva competenza, per l’abolizione, una volta e per sempre, del pedaggio sulla Tangenziale di Napoli.